Riportiamo adesso il comunicato stampa di ASSIST a proposito del "caso Panico":


COMUNICATO STAMPA del 26/04/2001

SEI DILETTANTE? E PER PATRIZIA PANICO SFUMA IL SOGNO AMERICANO.

L'ASSIST PREPARA RICHIESTE CONCRETE PER SCIOGLIERE IL VINCOLO A VITA.

Alla luce di quanto accaduto alla nostra associata, la calciatrice della Nazionale Italiana Patrizia Panico, l’Assist chiarisce l’esatta successione dei fatti in questo comunicato, rilevando che il problema delle limitazioni del vincolo a vita sarà affrontato con determinazione nei prossimi giorni, chiedendo la collaborazione di tutte le altre associazioni di categoria.
Poche righe sui quotidiani italiani per informare di quello che negli Stati Uniti sta diventando il fenomeno sportivo dell'anno: la prima edizione del WUSA il campionato professionistico di calcio femminile, unico al mondo. Alla prima partita dello scorso 14 dicembre, trasmessa in diretta tv, c'erano ben 34.148 spettatori. Un numero da record in un Paese dove il calcio esiste solo perché lo praticano in primis le donne (due volte campionesse del mondo e oro ad Atlanta) ed i ragazzi prima di scegliere i più remunerati basket e baseball. I quotidiani italiani avrebbero dedicato ben altro spazio se al via, con la maglia del Filadelfia Charge, ci fosse stata, come avrebbe dovuto, Patrizia Panico, la migliore calciatrice italiana, l'erede di Carolina Morace per i suoi gol e per il suo spessore. Patrizia Panico, romana, ventisei anni era stata contattata nel febbraio scorso dalla WUSA, la lega professionistica statunitense che ha gestito i trasferimenti e le destinazioni delle giocatrici straniere nelle otto società che partecipano al campionato.
La trattativa con la Panico si è conclusa rapidamente: per il centravanti della Lazio e della Nazionale c'era sul piatto la prospettiva di un esperienza unica, in termini economici e di crescita professionale: la WUSA ha portato negli States 27 straniere tra le migliori del mondo, comprese le cinque cinesi ed una nigeriana. Patrizia Panico si è vista sfumare il sogno americano perché il suo status sportivo è quello di "dilettante". Cartellino a vita e nessuna possibilità di essere contrattualizzata. La Wusa, disponibile a riconoscere alla Lazio una somma per il trasferimento della calciatrice, ha dovuto rinunciare proprio per problemi di status.
La somma che la Lega avrebbe pagato alla Lazio sarebbe stata dovuta a titolo di indennizzo (premio di preparazione) poiché la condizione del calciatore dilettante prevede il vincolo a vita con il proprio club e non un contratto a termine per la cui interruzione è previsto il pagamento e la concessione del transfer. La Wusa, in qualità di soggetto che regola il calcio professionistico, può accollarsi i costi solo se la giocatrice interrompe un contratto in essere con il proprio club di appartenenza (tra i dilettanti del calcio italiano i contratti sono vietati), in caso contrario non è autorizzata a pagare. La controversia è andata avanti per oltre un mese con il risultato che Patrizia Panico continua a segnare grappoli di gol per la Lazio, in un campionato che ha ormai poca storia e non riesce ad aumentare il suo livello....mentre in America le donne professioniste sono sulle prime pagine dei giornali.
Al suo posto, a Filadelfia, è stata presa l'islandese dal passaporto statunitense Rakel Karvelsson. Che valore aggiunto avrebbe avuto il calcio femminile italiano dall'eventuale avventura americana della Panico? Il calcio maschile muove miliardi, ha un valore di mercato che quello femminile non possiede, ma è possibile che la maggio espressione del football-donne italico debba subire una penalizzazione così pesante? Bisogna ancora oggi dover parlare di discriminazione per le donne? Gli uomini dilettanti hanno la possibilità di diventare professionisti, alle donne è negata. Il calcio femminile è dilettante in tutti gli Stati ma nella maggior parte di essi è consentita una forma di contrattualizzazione che rende giustizia alle ragazze. Perfino in Nigeria. La vicenda Bosman ha fatto saltare il calcio mondiale aggiungendo denaro laddove ce n'era già. Per una donna che ha come passione il calcio non c'è neanche la possibilità di sognare. Eppure i sogni non costano...