MILENA BERTOLINI

a cura di Gianpy
Milano, 9 gennaio 2002

Milena Bertolini, 35 anni, ex calciatrice di Serie A ed ora vice allenatrice del F.C.Foroni è stata nominata da pochi giorni consigliere federale della F.I.G.C. quale rappresentante di tutte le calciatrici, dalle serie minori alla A, alla Nazionale. Un incarico prestigioso e molto importante per il movimento calcistico femminile ma nello stesso tempo pieno di responsabilità. I problemi da risolvere sono tanti ma il neo presidente della Federazione, Franco Carraro, sensibile al calcio rosa, si è già dimostrato pronto ad affrontarli. Ma lasciamo parlare Milena…

Innanzitutto complimenti per la nomina così importante! So che sei stata eletta tra altre quattro prestigiose “nomination”. Era già nell’aria il tuo nome o è stata una sorpresa?

Io ero già stata eletta l’anno scorso. Vi erano cinque candidate, me compresa, che insieme ai delegati dell’Associazione calciatrici hanno fatto il mio nome come loro rappresentante delegato del calcio femminile.Quindi io ero già in carica ma non ancora operativa fintanto che non ci sono state le ultime votazioni federali che, recependo le direttive del decreto Melandri, hanno portato alla elezione del nuovo presidente della F.I.G.C. e rattificato la mia nomina a consigliere federale.

Puoi spiegare brevemente a chi ci legge e non è addetto ai lavori quale sarà il tuo compito all’interno del consiglio federale della F.I.G.C.?

Ma,ti dico, per il momento non essendosi riunito ancora il consiglio federale non sono ancora chiare del tutto le mie competenze. Quello che è certo è che dovrò farmi carico di tutte le problematiche del calcio femminile. Ciò non toglie che potrei occuparmi anche di altre attività a margine. Però, essendo stata eletta dalla rappresentanza delle calciatrici, dovrò innanzitutto occuparmi di loro.

Ho saputo che avevi già esperienza nel settore, avendo già fatto parte della prima Associazione delle calciatrici nata circa dieci anni fa che poi si sciolse per mancanza di adesioni (la presidentessa era Anna Maria Cavarzan). Che differenza c’è tra allora ed adesso?

Si, è vero…allora avevo 22/23 anni e facevo parte del direttivo dell’Associazione. La differenza tra quei tempi ed oggi è data soprattutto dall’approccio mentale al calcio rosa.Dieci anni fa.erano presenti, sia a livello di mentalità che di cultura, tutti i tabù che sappiamo, tra cui che il calcio non è sport da donne,ecc..Oggi siamo coscienti che questo è superato, che è normale che una ragazza possa scegliere di giocare a calcio. Il decreto Melandri poi ha riconosciuto ufficialmente la figura della rappresentante delle calciatrici che prima nell’Associazione non c’era. Oggi, con la mia nomina, posso dare voce ed avere potere decisionale nell’ambito femminile cosa che prima non potevo fare.

La legge Melandri che ha introdotto questa disciplina federale, dicono in molti che forse verrà ritoccata, in particolar modo nello statuto. A tua conoscenza può essere, quindi, messo in discussione il tuo ruolo(in pratica non è che lo ridimensionano)?

Ma, io non so in che termini potrà essere ritoccato il decreto. Chiaramente se si tocca il mio ruolo è ovvio che viene messo in discussione anche il ruolo degli altri rappresentanti del settore maschile. Non si può cambiare solo il settore di mia competenza senza intervenire, torno a ripetere, su quello degli uomini. La credo una cosa poco probabile; torneremo indietro di parecchi anni.

Per migliorare la situazione attuale del calcio femminile tutti chiedono soldi: le società, le calciatrici, la LND. Ma dove li si prendono?…dai professionisti?

Ma, esattamente non so dove si possano andare a prendere i soldi. Ma non sono solo quelli che occorrono. Bisogna innanzi tutto riconoscere il ruolo altamente sociale che ha il calcio femminile e quello dilettantistico perché ciò è alla base per poi fare il balzo nel settore del professionismo, che è la cosa più importante che dobbiamo fare.

Abbiamo accennato al professionismo quale uno dei problemi che ti troverai ad affrontare al tuo esordio a Roma. Quali altri richiedono da parte tua la massima priorità?

Sicuramente il professionismo sarà uno dei miei punti di arrivo. Ci vorrà del tempo perché bisognerà prima gettare le basi per poi costruirci sopra.Sarà un percorso lento ma alla fine ci arriveremo. Gli altri problemi impellenti sono la tutela sanitaria e quella economica delle ragazze e lo svincolo .Paradossalmente noi siamo dilettanti e siamo vincolate a vita alle società, una grande contraddizione. Negli altri paesi europei con grande tradizione calcistica questo non avviene.

Per ciò che riguarda la tutela economica , al di là del professionismo che verrà, bisognerà trovare delle forme immediate di tutela finanziaria per le ragazze, almeno per quelle della Serie A. Poi valuteremo. E, in ultima analisi, non dimentichiamo la tutela sanitaria. Dove sono le ambulanze durante le partite di calcio? Ne ho viste poche! E se una ragazza si sente male? Deve diventare un obbligo non una semplice volontà delle società! E poi si dovrà trovare una forma per assicurare alle calciatrici in caso di infortunio una corretta e professionale anamnesi medica che provveda a recuperarle dagli infortuni nel miglior modo possibile affidandole a veri luminari del settore.

Hai già una medicina efficace (tanto per restare in tema) per risolvere questi annosi problemi?

Ma,guarda…noi abbiamo già fatto degli incontri con l’Associazione delle calciatrici parlando sia del sanitario che dell’economico e presentandoci con delle proposte in Federazione e alla LND. Abbiamo fatto anche proposte in direzione dello svincolo già lo scorso anno,le quali si sono un po’ arenate. Mia intenzione è quella di riproporle migliorandole per vedere se già dalla prossima stagione calcistica possiamo ottenere qualcosa. Tra l’altro un piccolo passo l’abbiamo già fatto ottenendo il cosiddetto” svincolo per accordo” dove la società può liberare una calciatrice in accordo con essa. Esisteva già alcuni anni fa, annullato e poi reintrodotto.

Un’ultima domanda, più che altro una mia curiosità : secondo te la Divisione Calcio femminile è alleata od antagonista delle calciatrici?

Ma,non so risponderti. Secondo me dovrebbe essere alleata, anche se rappresenta le società e non le giocatrici, perché penso sia interesse comune allearsi e avere così più forza insieme. L’obiettivo comune è quello di avere un miglioramento che quindi deve andare di pari passo tra società/calciatrici.

…e della Nazionale ? Vuoi aggiungere qualcosa?

Posso dire che quello della Nazionale è un problema spinoso e di…immagine. Abbiamo solo due Nazionali come il Perù! Non penso che l’Italia abbia la stessa tradizione calcistica della nazione sudamericana, eppure siamo ridotti come loro! La proposta è di avere almeno una Nazionale per categoria (under 14- under18-under21). Altrimenti queste ragazze non potranno mai fare esperienza internazionale. Rischiano di arrivare a 19 anni in Nazionale e non riuscire a restarci. Occorre fare come in Germania, in Russia che hanno nazionali per ogni categoria.

Ti ringrazio ;Milena per questa chiacchierata e ti faccio un grosso “in bocca al lupo” perché penso che tu ne abbia veramente bisogno anche se vedo che la voglia di fare non ti manca di certo..!

Grazie,Gianpy…e che crepi!