PAOLA BIANCHI

di Noemi Diamantini

Dopo il ritiro della Brenzan un anno fa la nostra nazione, nota al mondo come la terra dei portieri,  si è scoperta un po’ sterile da questo punto di vista. E se per l’immediato presente l’unica certezza appare Fabiana  Comin, per il futuro non possiamo proprio lamentarci visto che sulla rampa di lancio ci sono alcune giovani promesse di sicuro talento. Una di queste è lei: Paola Bianchi, che oltre alla benedizione del numero uno biancoverde, possiede le doti ed il carattere un po’ pazzo e spavaldo dei grandi portieri. Cosa le manca? Solo qualche occasione in più per far capire agli addetti ai lavori, che tra i pali, potrà essere una delle protagoniste della prossima generazione..

Come hai scelto proprio il ruolo del portiere?
Ho sempre giocato in porta fin da piccola con i ragazzi del campetto, poi 4 anni fa quando sono arrivata al Bardolino mi sono identificata in questo ruolo.
Secondo te è vero che una gran parata certe volte vale molto di più di un gol?
È proprio vero, perché spesso può decidere la partita più di qualsiasi goal e poi ti da una grande carica. Non a caso a volte certe importanti finali si decidono ai rigori, dove conta sia la tecnica e la freddezza dell’attaccante ma soprattutto la bravura e l’abilità del portiere.
Cosa provi di solito quando subisci un gol?
A me personalmente subire un gol provoca tanta rabbia, specialmente se è causato da un errore che potevo evitare. In quei momenti è meglio che tutti mi stiano lontani, poi dopo un po’ mi passa, ma sul momento la rabbia è molto forte.
Cosa si prova alla tua giovane età ad essere già sulla panchina di una squadra importante? Senti pressioni e responsabilità maggiori?
Si prova tanta soddisfazione, ma anche consapevolezza di essere ad un punto di partenza, dove impegno e buona volontà devono essere costanti per raggiungere obiettivi sempre più grandi.
Quali sono le doti che ti contraddistinguono e in cosa invece devi ancora migliorare?
Le uscite sui piedi dell’avversario sono il mio forte, ma devo migliorare ancora anche in questo così come nella rapidità e nella velocità.
Si dice che i portieri siano anche un po’ pazzi, qual’è la cosa più bizzarra che hai fatto da quando giocate in porta?
Mi è rimasta impressa un’uscita di testa fuori dall’area, contro il Foroni in under 20, dove mi sono tolta il cappellino (la visiera era di troppo!), ho colpito la palla e me lo sono rimesso.
Forse non è una cosa bizzarra ma sicuramente è piuttosto curiosa: nei tabellini dell’under 20 c’è scritto che hai segnato anche un gol.. è vero? (Perchè mai metti in dubbio la verità dei nostri tabellini, Noemi? ndGabe)
È vero, su rigore contro il Venezia. Eravamo sullo 0 a 0 e quando stavo per calciare il mister non ha avuto il coraggio di guardare!
Per fortuna che andata bene, comunque cosa prova un portiere quando per una volta, calciando un pallone, vede sorpassare quella fatidica linea che di solito difende ad ogni costo?
Quando ho calciato e ho visto la rete gonfiarsi, ho provato la stessa emozione di quando ho parato il mio primo rigore, ovvero tantissima felicità.
Qual è il tuo modello di portiere nel femminile e nel maschile?
Nel femminile i due portieroni: Comin per lo stile e la tecnica nei tuffi e nelle uscite e Brenzan come “numero 1”. Tutte e due mi hanno insegnato tanto. Nel maschile c’è solo Gigi Buffon, ha grinta, rapidità ed è pazzo…fa certe uscite!
Cosa pensi della "portiera" che ti sta davanti nella tua squadra?
Mimma Fazio ha rapidità, agilità, piedi buoni e ha dimostrato di saperci fare, sorpassarla sarà  molto dura.
Pensi  mai che in un futuro  potresti essere tra le candidate alla sostituzione della Brenzan? Questo ti fa paura o ti da l’impulso a migliorare sempre di più?
Magari! Per fare questo bisogna lavorare sodo. Questo paragone un po’ mi spaventa ma è un motivo in più per migliorarmi. Intanto ascolto i suoi preziosi consigli.
E tra questi consigli quali sono quelli che hai fatto più tuoi e che ti hanno aiutato nella tua maturazione?
Il consiglio che porterò sempre con me è quello di credere fino in fondo in tutto quello che farò.
Cosa ricordi del tuo esordio in serie A? Che emozioni hai provato?
È stato il 18 gennaio 2003 contro il Lucca.  Quando Anna Mega mi ha detto: ”Paola scaldati”. Il cuore mi andava a mille, non me ne rendevo conto. Sono entrata con le gambe che tremavano. Avendo giocato solo 10 minuti fortunatamente non ho subito gol.
I prossimi impegni sulla tua agenda calcistica sono la “Italy’s Women Cup” in Sicilia e l’Europeo under 19 in Germania, cosa ti aspetti da queste due competizioni, ma soprattutto pensi che con il Bardolino o con la Nazionale riuscirai a godere della gioia finale?
Spero di fare bene, se verrò chiamata in causa, ma soprattutto spero di arrivare in finale. All’Europeo abbiamo un girone piuttosto difficile(Germania, Svezia e Inghilterra) e conosciamo le loro potenzialità. In Sicilia non sappiamo nulla delle squadre che affronteremo ma cercheremo di fare del nostro meglio.
Nonostante la tua giovane età tu un trofeo l’hai già vinto… la Supercoppa Italiana due anni fa. Cosa ricordi di quella serata dove una squadra di ragazzine promettenti sconfisse un mostro sacro come la Torres?
Già, all'appello ero tesa come una corda di violino, mi ricordo alla perfezione le azioni dei gol, soprattutto quello di Vale Boni: su calcio di punizione, ha messo la palla proprio dove la Brunozzi non poteva proprio arrivare. In quel momento è esplosa tutta la nostra felicità, sembrava un sogno dal quale non mi volevo più risvegliare.
Quello del portiere è uno dei ruoli più importanti, a volte servono anni di esperienza per riuscire a trovare la giusta sicurezza  e maturità tra i pali, pensi che la tua giovane età, in un futuro molto prossimo, potrebbe limitare le tue chances di conquistare un posto fisso nel tuo club?
Bisogna avere sicurezza ed esperienza ma l’età non è un limite, un esempio è Chiara Marchitelli della Lazio, ha solo un anno più di me, ed è titolare in  prima squadra e in nazionale under 19.
Forse, per crescere e mettere maggiormente in luce le tue qualità, potresti farti prestare a qualche società nella quale avresti più possibilità di essere titolare...
Il prestito potrebbe essere senz’altro una possibilità  positiva e  molto costruttiva, perché giocando contro avversarie più esperte potrei maturare ed acquistare molta esperienza.
C’ è una tua coetanea della quale ti piace particolarmente il suo modo di giocare e che voteresti per il nostro sondaggio?
Per il sondaggio voterei Agnese Ricco, punta del Como 2000. Alle Qualificazioni agli Europei under 19 è stata capocannoniere con tre gol. Ha un tiro potentissimo, assomiglia a Bobo Vieri.