VALENTINA BONI

di Noemi Diamantini

Avevamo detto che le campionesse affermate  dovevano essere escluse, ma per Valentina Boni possiamo e dobbiamo fare un’eccezione, anche perché la sua giovane età e il suo talento straordinario la spingono di diritto in alto nella nostra classifica di piccole giovani stelle.Vale però di piccolo ha solo la statura, ed è sì una stella, ma di prima grandezza, proiettata già da tempo sul palcoscenico delle grandi.
E’ la classica storia dell’artista la sua, caratterizzata da molto genio e tanta sregolatezza in campo, con quel numero 10 sulle spalle che le si addice meglio che a chiunque altro.Un numero 10 puro ,di quelli più unici che rari ma dei quali il calcio ha ancora tanto bisogno per continuare a stupire….
Partiamo da una domanda banale ma essenziale,quando è iniziato questo tuo feeling straordinario con il calcio e cosa rappresenta per te?
Ho iniziato a giocare in una squadra a 7 anni. Qui a Cavaion nel mio paese, con i ragazzi, che erano anche miei compagni di scuola e di gioco perché praticamente passavamo intere giornate insieme. Ma sinceramente non ti so dire perché ho iniziato, ho sempre giocato, per me è tutto, è la mia gioia.
Quand’è che hai iniziato a capire che saresti potuta arrivare lontano?
Mai, non mi sento diversa da quando ho cominciato 12 anni fa.Tutti questi complimenti fanno piacere ma non mi hanno cambiata e spero non lo faranno mai, arrivare lontano per me significa continuare a divertirmi come ho sempre fatto.
Sei una giocatrice molto duttile e  gli allenatori a seconda delle circostanze ti mettono in ruolo diverso (punta, esterno…), in quale però ti senti di più nella tua dimensione?
Ad essere sincera mi piacerebbe non avere un ruolo...mi piacerebbe poter girare per il campo dove voglio, cercarmi gli spazi per andare in porta, inventare passaggi smarcanti ma anche aiutare le compagne a difendere. Comunque non importa in che ruolo mi mettono, basta giocare.
Una vita passata nel Bardolino…le stagioni passano, molte compagne se ne vanno, ma tu rimani sempre lì. Ti senti una bandiera?
Ora un po' sì, ma solo da questa stagione, sarà che siamo tutte giovani e tutte importanti allo stesso modo, sarà che sono cresciuta io o  che sento la fiducia intorno a me. Non lo so, mi sento sì un po' una bandiera, ma non più importante delle compagne.
Se chiudi gli occhi riusciresti mai a vederti con la maglia del Foroni? Cioè, riusciresti a immaginarti nel futuro un tuo passaggio nelle file biancoverdi, com’è stato molto di moda di recente tra le tue compagne?
No è la risposta che mi dice il cuore, no, perché già cambiare squadra é difficile, e farlo per andare nella squadra rivale per eccellenza da sempre credo che sia impossibile. Se dovessi cambiare non vorrei andare al Foroni, comunque non dico un no secco e sicuro perché se un giorno non avessi altre scelte andrei anche al Foroni anche perché lo ammetto, non posso giudicarlo perché più di tanto non lo conosco.
Quanto puoi dare ancora al Bardolino  e dove può arrivare secondo te questa squadra?
Al Bardolino spero di dare ancora tanto come ho sempre cercato di fare, questa squadra ha già fatto grandissimi passi avanti, siamo giovani e forse pecchiamo un po' d'inesperienza, ma abbiamo tanta voglia di fare bene e migliorare....possiamo arrivare lontano.
Pensi che ambizioni un po’ più grandi ti porteranno prima o poi lontano dalle rive del Garda?
Non lo so, qui sto benissimo, sono vicina a casa, e comunque siamo una squadra competitiva.
Ma non nego di aver pensato qualche volta ad una squadra che mi permettesse di lottare per lo scudetto, é difficile da dire, se un giorno me ne andassi non lo farei sicuramente per”non amore” della mia maglia ma per puntare a qualcosa di grande.
Dopo anni sulla cresta dell’onda in Italia, sta arrivando la ribalta anche in campo internazionale…ne è la conferma la bella doppietta realizzata con la Nazionale nella recente amichevole con la Scozia, cos’hai provato in quel momento e cos’ hai provato invece quando hai indossato per la prima volta la maglia azzurra?
Dire cos'ho provato dopo i due gol in nazionale è difficile, ero felicissima e questo è ovvio, ma non ero felice solo per me, ero soprattutto felice per chi sono certa che sarebbe stata tanto tanto orgogliosa, ero felice per chi era felice con me e per me.
Quando ho indossato per la prima volta la maglia azzurra è stata un'emozione grandissima, la realizzazione di uno dei tanti sogni che mi accompagnano fin da bambina, un sogno che continua.
Pensi che questa sarà la stagione della tua definitiva consacrazione? Che obiettivi ti sei posta?
Più che lo penso, lo spero, anche se sinceramente che lo sia o no non cambia tanto, credo che l'importante per fare bene sia non smettere mai di divertirsi questo lo ripeterò sempre, il calcio è splendido perché è un gioco. L’obiettivo è quello di dare sempre il massimo per la  mia squadra.
Come riesci a conciliare i tuoi numerosi  impegni sportivi e gli allenamenti con la tua vita privata? Studi? Lavori? Hai degli hobby in particolare?
E’ difficile lo ammetto, ma con un po' d'impegno e un po' di buona volontà si riesce, io studio all'istituto d'arte.Non ho hobby in particolare, mi piace scrivere, leggere, disegnare e ascoltare musica.
Qual è la giovane coetanea che più ti ha impressionata e alla quale daresti il voto per questo sondaggio?
Di giovani brave ce ne sono tante: Giulia Perelli, Elisa Camporese, Pamela Conti...per dirne alcune delle più conosciute, ma credo che una delle giovani che più mi piace per come gioca è Paola Brumana del Como.