GIORGIA BRAIATO
L’unica delle
giovani del Foroni a non essere andata su l’Album Calciocoppe ma in compenso
la prima ad arrivare ed esordire tra i grandi e sempre la prima a
toccare l’azzurro. Giorgia una calciatrice con l’orologio interno un anno
avanti rispetto alle coetanee, una portiera che ha bruciato le tappe ma
soprattutto una ragazza decisa ad emergere e a stupire. Eccola qua per
noi…
Iniziamo dalla domanda più “triste”(si fa per dire): come
l’hai preso il fatto di essere l’unica calciatrice del Foroni che non fa
bella mostra di se, sotto forma di figurina, nell’album panini “Calcio
Coppe”?
Inizialmente mi è dispiaciuto perché sarebbe stata una
bella soddisfazione per me e per tutte le persone che mi conoscono, in
particolare i miei nonni i quali, anche se non sono presenti alle partite,
mi chiedono sempre la "cronaca" dell’incontro. Nonostante questo sono contentissima
che siano presenti le altre mie compagne, perché l’importante è
che finalmente il calcio femminile stia trovando un po’ del posto che merita
tra gli avvenimenti sportivi maschili.
Da due stagioni sei una giocatrice di serie A in una squadra
che ha vinto due scudetti consecutivi. Ma cosa hai pensato due anni fa
quando ti hanno detto che avresti fatto il salto quadruplo dalla D al Foroni
in serie A?
Mi sembra ieri quando sono andata per la prima volta in ritiro con
la squadra del Foroni ad agosto. Quando due dirigenti di questa società
vennero a casa mia per un accordo e spiegarono che avrei fatto parte della
prima squadra come secondo portiere e titolare nell’under 20, non mi sembrava
vero che tutto questo fosse accaduto a me. Quello che m’apparve irreale
furono le parole dette dai dirigenti riferendosi alle mie capacità:
me la cavavo ma non credevo di essere all’altezza d’andare in una squadra
così importante. Parlando di queste possibilità non capii
subito la diversità netta tra la serie D dove militavo e la serie
A. Quando andai in ritiro, però, mi resi subito conto del "diverso"
tipo di calcio e mi spaventai un po’…il lavoro era tanto! Questo però
diventò uno stimolo in più e con grande entusiasmo decisi
di provare.
Quali pensi che siano state le tue doti che hanno convinto la società
a puntare su di te e farti secondo portiere alla tua prima stagione tra
i grandi?
Di solito non do mai un giudizio alle mie qualità e prestazioni
perché secondo me sono gli altri che devono capire le mie potenzialità.
Però dovendo dare una motivazione, credo siano state varie "cosette"
a convincere la società a puntare su di me, ad esempio il carattere
che ho in campo e anche fuori, la capacità di interpretare la partita
e di guidare il gruppo. Incontrai per la prima volta rappresentanti del
Foroni ad un torneo giovanile di giugno dove seguirono curiosi una
mia partita che si rivelò impegnativa.
L’esordio com’è stato? Al di sopra o al di sotto delle tue
aspettative?
L’esordio dell’anno scorso fu con il Lucca 7 dove giocai 25 minuti
del secondo tempo…un’esperienza incredibile accompagnata dalla paura della
responsabilità che sentivo sulle spalle.Ma non ho avuto tanto tempo
per pensare a queste cose perché dovetti subito fare un’uscita sui
piedi dell’attaccante e parare in due tempi.
Pare che ogni anno per te ci sia una buona notizia, infatti
sei da poco entrata nel giro azzurro (under 19). Che impressione ti hanno
fatto lo staff e l’ambiente di casa d’Italia?
Lo staff e l’ambiente di casa d’Italia mi hanno fatto un’ottima impressione.
Vedere altre persone che come me amano il calcio e che danno il massimo
quando scendono in campo, è stata una bellissima esperienza di vita
che mi farà sicuramente crescere e che spero si ripeterà.
Da due stagioni ti alleni tutti i giorni con una delle portiere
tra le più forti d’Italia: Fabiana Comin. Cosa ti ha dato?
Le hai già “rubato” qualcosa?
Fabiana mi ha dato e mi dà tuttora tantissimo ogni volta che
la incontro in campo oppure fuori dall’ambito calcistico. È la mia
eroina e la stimo moltissimo; quando mi alleno con lei seguo attentamente
il suo comportamento e il suo modo di fare. Diciamo che le ho "rubato"
la capacità che ha di parlare con le compagne e di ascoltarle, specialmente
in campo. Prima non conoscevo bene questa "dote" e Fabiana mi ha aiutato
ad avere un carattere più forte e deciso, cercando sicurezza in
ciò che faccio e nelle mie compagne.
Giochi in porta per una scelta azzeccata degli amici nelle partitelle
in cortile o per tua volontà? Se la risposta è l’ultima,
perché?
Brevemente posso dirti che sei anni fa è stata mia sorella a
trasmettermi questa voglia di calciare il pallone. Lei aveva 15 anni e
la vedevo giocare contro il muro di casa, quando mi decisi a contribuire
anch’io; insieme abbiamo distrutto parecchi fiori della nonna e qualche
finestra, ma ne è valsa la pena, non credi? Così un pomeriggio,
mentre stavamo giocando ,ci ritrovammo a casa il presidente dell’ U.S.
Libertas Castagnaro mandato da alcuni ragazzi del paese. Dopo molti incontri
e la sua costanza nel cercare di convincerci, provammo ad andare a Menà
con lui all’allenamento (venerdì 17 aprile ). Io iniziai da terzino
sinistro (segnai un goal) mentre Maura da terzino destro-ala. Passò
un anno e io intanto facevo qualche allenamento tra i pali perché
mancava momentaneamente il portiere titolare e devo dire che mi piaceva
molto l’idea di buttarmi per prendere la palla, "volando" e saltando per
salvare la porta. Cominciò così la mia vita da portiere,
prima per necessità ora per grande passione.
Qual è la parata che ricordi con più orgoglio?
Sinceramente non ricordo parate speciali, ma ricordo che quando ero
al Castagnaro c’erano degli attaccanti (Silvia Carraro e Denise Gardoni)
che volevano segnare a tutti i costi nelle partite contro di noi. Per quanto
riguarda la mia attuale squadra (under 19) ripenso alla partita derby con
il Bardolino in cui respinsi un tiro con i pugni in tuffo e poi ancora
di pugno il pallonetto di ribattuta dell’altra punta. Fu difficile recuperare
questa palla perché ero per terra e dovetti alzarmi e correre all’indietro
per deviare di nuovo la palla.
Il mondo del calcio ultimamente è un po’ cambiato, è
diventato molto più tecnico. In quest’ottica un portiere che sappia
giocare bene anche con i piedi secondo te ha maggiori possibilità
d’imporsi? Tu come te la cavi?
Si, secondo me di questi tempi un portiere deve essere un po’ come
un "jolly" imparando a sfruttare anche i piedi nei momenti difficili di
una partita diventando come un secondo libero. Io con i piedi non sono
di certo al livello di Toldo, però sfrutto l’esperienza fatta da
terzino e qualcosa di buono lo faccio.
C’è un luogo comune che dice che tutti i portieri sono un
po’ matti. Tu potresti essere l’eccezione che conferma la regola
dato che sembri una persona molto tranquilla. In campo ti trasformi oppure
fai della tua tranquillità e dalla tua fermezza i tuoi punti di
forza?
Hai detto giusto: "sembro" una persona molto tranquilla, ma non faccio
eccezione alla regola. Sono tranquilla perché è il mio carattere
quando ci sono persone con cui non ho molta confidenza; invece durante
l’allenamento con le mie compagne so come divertirmi. In campo è
diverso: occorre fermezza, concentrazione e appunto tranquillità
da trasmettere anche alla squadra.
La tua famiglia al completo ti segue sempre, possiamo definirla
parte integrante della tua carriera? Se un giorno non ti dovessero più
seguire così assiduamente sentiresti un senso di vuoto?
Certamente, la mia famiglia è parte integrante della mia carriera.
Mi seguono sempre e mi aiutano nelle difficoltà, mi tengono il morale
alto quando gioco male o capita di perdere e ovviamente mi fanno i complimenti
se ho fatto una bella partita. Se un giorno non dovessero essere più
in grado di seguirmi sicuramente sentirei la loro mancanza, perché
sono persone care e importanti per me, anche se dovrò imparare a
cavarmela da sola un giorno e crescere un po’ alla volta.
Stai facendo dei sacrifici per giocare a questi livelli? Se sì
qual è la cosa alla quale rinunci con più fatica? Ma soprattutto
qual è l’incentivo e lo stimolo che ti fa perseverare?
Credo che più di tutto la scuola sia la cosa che né risente
di più; ultimamente non sono molto presente anche per via della
Nazionale. E poi anche gli amici perché fra le partite al sabato
e alla domenica e gli allenamenti non ho molto tempo da dedicare a loro.
Lo stimolo è sicuramente la mia bravura che mi spinge a migliorarmi
sempre e a impegnarmi in quello che faccio.
Secondo te qual è il segreto della tua squadra che nonostante
alcuni problemi quest’anno è stata ancora più invincibile?
Per noi ragazze alla base di tutto c’è il gruppo che abbiamo,
siamo tutte unite e crediamo che per vincere bisogna soprattutto divertirsi.
Anche se la società del Foroni è divisa in diversi settori
siamo un’unica squadra e il mister Donella vuole dare pari opportunità
alle giovani per fare esperienza.
C’è una giovane calciatrice che ti piace per il suo
modo di giocare e che voteresti per il nostro sondaggio?
Se potessi voterei tutte, ma dovendo scegliere voto Silvia Carraro
perché anche se è giovane ha tutte le qualità per
fare strada.
Giorgia Braiato
(Rv) 4/10/1987 Portiere
2002-2003 Foroni Vr A 1 -
2003-2004 Foroni Vr A 2 -