ELISA CAMPORESE
Castelfranco di sotto, 5 gennaio 2002
Per qualche distorto pregiudizio che mi ero costruito con l'esperienza
personale, quando mi accingo ad intervistare calciatrici molto giovani
ho sempre il timore di trovarmi di fronte a bambine timide e impacciate,
capaci di rispondere alle mie domande soltanto con dei sì/no/non
so. Mai come nel caso di Elisa Camporese, classe 1984, tale pregiudizio
si è rivelato così infondato: disinvolta, tranquilla, frizzante,
Elisa è sicuramente una ragazza sveglia che parla e pensa prima
di parlare.
- Sei al quarto anno del liceo classico a Padova, devo farti una
domanda banale ma in qualche modo obbligata: come fai a conciliare lo studio
con l'attività sportiva?
- È il classico problema che mi porto dietro fin dalla prima
media. Ho sempre avuto distanze abbastanza lunghe da percorrere per andare
agli allenamenti, però con un po' di sacrificio...quello ci vuole
sempre. Adesso per andare da Padova, dove abito, al campo degli allenamenti,
mi occorrono 50 minuti di treno e 30 di auto.
- I genitori come vivono questa tua passione per il calcio?
- I genitori sopportano, sono stata fortunata in questo, vengono sempre
a vedere le partite...
- Ma sono "genitori CT" o "genitori manager"?
- (ridendo) Mio papà sì, decisamente "genitore
CT", mia mamma è un genitore premuroso, ha sempre paura che mi faccia
male: ognuno fa la sua parte....
- Ritorniamo un attimo a Città di Castello.....
- ...è stata una grandissima soddisfazione per me.....
- ...sapevi già da prima della partita che avresti giocato
o lo hai saputo all'ultimo momento?
- No, Carolina giustamente cerca di tenerci sempre tutte sull'attenti,
quindi non potevo saperlo prima. C'era molta tensione prima della partita,
alla fine ho avuto la grande gioia di essere in campo e poi dopo anche
quella di segnare il mio primo gol!
- ...un gol importantissimo, che in qualche modo ha sbloccato questa
nazionale, fino a quel momento un po' appannata, dopo le ultime sconfitte.
È stata anche premiata la scelta coraggiosa di Carolina di puntare
sulle giovani. Tu dopo il gol sei corsa immediatamente verso la panchina...
- Carolina mi ha dato questa grande fiducia e io ho messo tutto il
mio impegno, sentivo proprio di doverglielo. Fra l'altro qualche settimana
prima non ero stata di grande aiuto per la nazionale under 19, almeno secondo
i miei punti di vista, ma poi proprio grazie a lei sono riuscita a sbloccarmi
nella nazionale maggiore.
- Ma Carolina com'è come CT, è più "mamma"
o più "sergente"?
- Be', è logico che debba essere "sergente", siamo a livelli
molto importanti, ma comunque è sempre pronta a darti il sostegno
di cui hai bisogno.
- E dopo il tuo gol in nazionale in casa è cambiato qualcosa?
C'è voglia di "volare alto"?
- No, tutto è rimasto come prima, io non mi sono mai data delle
arie, mi hanno sempre tenuto "bassa", come del resto qui a Bardolino. Noi
sappiamo che dobbiamo sempre giocare con lo stesso spirito, con umiltà,
sia qui che in nazionale. Siamo venti ragazze che si vogliono bene e si
trovano bene a giocare in gruppo.
- Il sabato è un giorno di scuola, che materie ci sono?
- Eh sì, purtroppo il sabato è pure una giornata importante:
l'orario è Italiano, Inglese, Biologia, Fisica e Matematica. Il
sabato delle trasferte lo perdo sempre, magari posso fare due ore quando
si gioca in casa. Certi professori mi vengono incontro, altri mi ostacolano,
ma d'altra parte tutti i torti non li hanno.
- Sei diventata un "personaggio" nella tua scuola?
- Non credo, i miei compagni di classe sanno cosa faccio, che ho degli
impegni piuttosto importanti ma niente di più, nel resto della scuola
non credo di essere nota, anche perché non è che vado in
giro con le bandiere....
foto dal sito
del Bardolino