ELISA CAMPORESE…

ERA GIA’ TUTTO PREVISTO

di Francesca Crocco

La prima volta di Elisa Camporese, giovanissima calciatrice padovana, in una squadra femminile, risale al 1994/95 quando partecipa con il Gordige Calcio Ragazze al torneo giovanile regionale che già da qualche anno la FIGC del Veneto organizzava.
E pensare che Orlando, padre di Elisa, nonché dirigente dell’ U.S.Arcella, prestigiosa polisportiva di uno dei quartieri più importanti di Padova, aveva anche aggiunto una squadra di calcio femminile fra le tante maschili di categoria, proprio allo scopo di farvi giocare la figlia.
Ma sappiamo bene le difficoltà di tenere in piedi le squadre femminili e presto l’Arcella femminile si arrende.
Essere appassionati di calcio, dirigenti di società ed avere solo figlie femmine sembra per molti un castigo di Dio, ma per fortuna la strada della famiglia Camporese  incrocia quella del Gordige.

IL GORDIGE CALCIO RAGAZZE
La piccola società diretta all’inizio da Chiara Fabian, diventata poi Delegato Regionale del Calcio Femminile in Veneto, e in seguito dall’amico e collega arch. Stefano Forza  si colloca tra le  province di Venezia, Padova e Rovigo, una zona difficile del nord est in cui nessuna squadra resiste per più di qualche anno e dove le ragazze vengono ancora scoraggiate dai genitori a praticare questo sport.
La differenza del Gordige rispetto ad altre realtà è sicuramente la dirigenza; tutti i presidenti che si sono alternati, forse perché architetti, hanno elaborato e condiviso con i collaboratori un “progetto”.
Valorizzare le ragazze della zona o limitrofe, puntare sulle giovani e giovanissime con programmi pluriennali, non pensare mai alla promozione a serie non sostenibili economicamente, per enunciarne solo alcuni punti.
Così quando Elisa arriva al Gordige ha la possibilità di giocare con ragazzine della sua età in una competizione adeguata, con la prospettiva futura di giocare o in serie D con la seconda squadra o in serie C con la prima.

Da subito il presidente Stefano Forza si rende conto di avere incontrato un altro piccolo fenomeno.

Al Gordige, infatti, gioca già dall’età di 13 anni una Laura Barbierato le cui eccezionali doti tecniche sono bilanciate e frenate da un carattere schivo e da una grande timidezza.
Nel Gordige, Elisa, soprannominata subito “la piccola” anche se svetta tra tutte per il fisico, trova il clima ideale per esprimere le sue doti, solo il viso di bambina tradisce i suoi 12 anni, e nel campionato 96/97 è titolare in prima squadra risultando una delle pedine fondamentali per la splendida stagione dei record che porta il Gordige C.R. in serie B.

L’ANNATA 1996/97
Nella stagione 96/97 il Gordige vince anche il Giovanile Regionale con la squadra U14 nella quale Elisa è il jolly che risolve tutte le partite e rende imbattibile un collettivo già forte.
A giugno la squadra impegnata nel primo torneo di C5 femminile che il Comitato Veneto organizza a Chioggia, vince sbaragliando tutti gli avversari che, purtroppo, trovano sulla loro strada un Gordige zeppo di talenti, Braggion, Barbierato, Babetto, Mordini, Marchi e…la solita Camporese.


Elisa  portabandiera nella festa per la vittoria del campionato 96/97

Sulla strada di Elisa ogni tanto c’è però una frenata.
Da “esordiente” partecipa ad uno dei tanti provini che i professionisti conducono in provincia alla ricerca dei futuri talenti e così tra tutti i ragazzini dell’U.S.Arcella, i tecnici dell’Inter scelgono lei, non accorgendosi che si tratta di una bambina.
Papà Orlando se la ride, ma pensa anche che avrebbe potuto far quadrare per un pezzo i conti della società se avesse avuto un figlio e non una figlia!
Elisa scopre invece che Inter, Milan e Juve sono squadre di maschi e per i maschi e delle bambine non sanno che farsene.


Il Gordige vincitore del giovanile 96/97 Elisa è la quarta da sin in alto

Ed ora che gioca nel Gordige e pensa che i suoi problemi siano risolti, si trova ad affrontare un altro stop quando, dopo essersi conquistata la serie B sul campo, deve tornare in serie D perché secondo i regolamenti una ragazzina di 13 anni e mezzo non può giocare da nessuna parte, né con i maschi, né con le femmine.

Inizia il Campionato 98/99 il Gordige affronta la serie B mentre Elisa torna a giocare in serie D.
La seconda squadra viaggia a gonfie vele e con la presenza di Elisa diventa imbattibile, fino a che arriva il fatidico 16 marzo, il giorno del quattordicesimo compleanno e finalmente Camporese torna in lista con la prima squadra ed inizia l’avventura nella serie nazionale.
Da questa data in poi Elisa non smette mai di giocare e di crescere, fisicamente e tecnicamente; sotto la guida  di allenatori sempre all’altezza, partecipa ai tornei internazionali e si misura col calcio europeo, risultando sempre il pezzo forte di una squadra di provincia con pochi soldi ma grande lungimiranza.
Le sue doti tecnico atletiche crescono ma quello che non cambia in lei è la disponibilità e la tranquillità, il suo carattere allegro e modesto, la capacità di legare con tutte le compagne e non far mai rilevare il suo superiore tasso tecnico.


Il Gordige Calcio Ragazze 1998/99 Elisa è la terza in basso da sin

LA NAZIONALE SI ACCORGE DI LEI
I sacrifici non si contano per lei e per le sue compagne.
Da Padova, infatti, Elisa raggiunge Cavarzere dopo 50 km percorsi con l’amica Diana Vendraminelli i cui genitori si alternano ai Camporese per garantire la continuità negli allenamenti.
I campionati di serie B si succedono ed arrivano le selezioni per la Nazionale.
Sergio Vatta la vede quattordicenne alle prime partite in B, ma al tempo deve allestire solo una Nazionale A e non può certo sostituire qualche veterana con una bambina, e come Elisa tante giovanissime restano al palo per mancanza di una rappresentativa d’età che le prepari alla Nazionale maggiore.
Il bravo allenatore non dura molto nel calcio femminile ed i due tecnici che seguono sono troppo distratti da qualificazioni e mondiali disastrosi in America, per poter fare un lavoro di scoperta e valorizzazione e ben presto si dileguano anche loro.

Arriva Carolina Morace e si comincia a parlare di Nazionali U20 e U18 e si moltiplicano così le possibilità per i giovani talenti di mettersi in luce.
Assieme alla compagna di squadra, Silvia Mazzuccato, altra giovane in forza al Gordige, sempre di Padova ma cresciuta nell’Esedra Don Bosco in serie C e nella Rappresentativa Veneta, Elisa Camporese entra a pieno titolo nell’U20 ed ecco che gli “intenditori” del calcio femminile, gli “scopritori di talenti” che altri avevano già scoperto anni prima e curato e cresciuto, si accorgono di lei e cominciano a premere perché faccia il salto di qualità.

Così, in questa bella storia di calcio femminile, Elisa completa il ciclo armonico di crescita e sviluppo passando al Bardolino, in serie A ed alla Nazionale maggiore in cui, a 17 anni, sembra già una pedina fondamentale.
Il bello è che nel Gordige le storie così sono sempre possibili perché fuori dai clamori e dagli scandali, troppo spesso legati al calcio femminile, altre giovani stanno maturando per avere un futuro nel calcio.

Corre, quindi, giusta l’occasione a Stefano Forza, Massimo Lazzarin, Marianna Padovan, Cristina Tosetti e Massimo Mantoan assieme a tutte coloro che hanno lavorato con lei, di ringraziare Elisa del suo contributo alla storia del Gordige e di farle  il più grosso degli incoraggiamenti alla carriera…in bocca al lupo “piccola”.