Il "caso Calcio Donne"

Mettiamo in archivio la sgradevole vicenda che ha portato al divorzio tra la rivista bimestrale Calcio Donne e questo sito Internet. Non vogliamo assolutamente alimentare sterili e poco interessanti polemiche, ma allo stesso tempo non vogliamo neanche dare l'impressione di cancellare il passato con un colpo di spugna. Perciò abbiamo scelto di concentrare tutta la polemica in questa unica pagina, a disposizione di chi ne fosse interessato, e lasciare il resto dello spazio web alle altre informazioni.
Per il "grande pubblico" la storia comincia il 27 aprile 2001, quando su www.calciodonne.net appare questo comunicato di Gabe (alias Gabriele Cecchi) ai visitatori.


Care amiche, cari amici,
con profondo rammarico devo annunciarvi che oggi è cessata la mia collaborazione con la rivista bimestrale Calcio Donne. Purtroppo i disaccordi già presenti da molto tempo all'interno del gruppo di lavoro che creava la rivista sono divenuti fratture insanabili. La mancanza di una linea politica comune, la mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi ma soprattutto la deviazione dal progetto originale non mi hanno concesso alternative alla decisione di farmi da parte. Il sito Calciodonne.net continuerà a vivere di vita propria, grazie a voi e al vostro contributo, del quale io continuerò ad essere il referente, la rivista Calcio Donne ha scelto la propria strada, anzi ha scelto di prendere un non meglio identificato treno, sul quale certamente io non salirò. Quindi per tutte le questioni riguardanti la rivista Calcio Donne non dovrete più rivolgervi agli indirizzi info@calciodonne.net o calciodonne@tin.it. Chi di dovere renderà noti i nuovi indirizzi.


Ovviamente i visitatori rimangono sorpresi e perplessi, ignorando i vari retroscena. La più illustre delle reazioni è quella del giornalista Gian Maria Italia, vincitore del premio per il giornalista più interessato al calcio femminile nel 1999. Nel maggio 2001 Gian Maria scrive questa lettera che viene da noi pubblicata nella rubrica della posta:


Caro GABRIELE,
sbirciando fra i "motori di ricerca" scopro che il mio nome lo si trova anche nel Vostro sito.
Ovvio visitarlo ma, quale dispiacere, leggo le motivazioni che ti hanno indotto a lasciare il giornale, del "divorzio".
Me ne  avevi già parlato a Monza, in occasione di Italia/Belgio, ma leggerne l'ufficializzazione mi ha ugualmente sorpreso,  rattristato.
Ti conosco da molti anni e da altrettanti  apprezzo il valore del tuo lavoro. Scrivere di Calcio femminile non è semplicemente "mettere giù un pezzo", vuole dire far emergere la psicologia di questo sport che tu, io e qualche altro hanno reso più visibile già quando era ancora un movimento.
Dopo 15 anni di ininterrotta cronaca nazionale Goal Flash smise di parlare ogni mese di Calcio femminile solo perché l'Editore dirottò sul maschile quelle mie pagine, non mi auguravo la stessa sorte per CalcioDonne o altri giornali.
Con tutto il rispetto professionale dovuto a quella testata non posso tacere che l'uscita di scena di Gabriele Cecchi rappresenti una perdita seria. Tra i tanti meriti professionali ne hai uno che ti differenzia: è la comunicazione. Non si spiegherebbe altrimenti come molti "addetti ai lavori" scrivano su questo sito, lo alimentino delle loro testimonianze.
Vorrei, caro Gabriele, proseguire in questa mia chiacchierata ma preferisco tenere per me le emozioni che vivo nel riscrivere di Calcio femminile dopo che qualche ragnatela aveva coperto la mia penna.
La sera prima dell'amichevole Italia/Belgio Carolina Morace mi accolse affettuosamente con il migliore dei sorrisi : "ciao poeta!"  Era l'appellativo con il quale lei mi aveva sempre distinto dai colleghi giornalisti troppo "maschilisti", quando non semplicemente incompetenti.  Questa è la chiave di lettura che vorrei dare al mio apprezzamento per la tua professionalità che trova da tempo riconoscimenti ovunque.  Il giornalismo on-line avrà una diffusione crescente e questo sito si affermerà.
Un abbraccio a te e a chi divide con te quest'avventura.
Gianmaria Italia


Come si usa fare per la lettera rispondemmo anche pubblicamente, oltre che per ringraziare anche per precisare che, al contrario delle esperienze precedenti, la rivista non aveva alcun problema economico (anzi!)....


Carissimo Gian Maria, ti ringrazio infinitamente per questa attestazione di stima, e approfitto dell'occasione per ringraziare anche tutti coloro che di persona, per telefono, per lettera o per E-mail hanno voluto in qualche modo sostenermi in questo momento. Va detto che Calcio Donne non ha voltato le spalle al calcio femminile ma ha comunque scelto di portare avanti con protervia una politica editoriale che compromette la propria indipendenza e affidabilità. Calciodonne.net-Tutto il Calcio Femminile  continuerà comunque a informare le appassionate e gli appassionati come succede ormai dall'estate 1997 a questa parte.


A questo punto arriva la replica di Alessandro Lanzarini, direttore editoriale della Mariposa, che scrive queste righe, sempre nel maggio 2001:


Gentili lettori di questo sito, amici del calcio femminile,
negli ultimi tempi sono apparse sulle pagine di 'Calciodonne.net' alcune affermazioni, a nome del curatore del sito stesso, sig.Gabriele Cecchi, che riguardano lo scioglimento della collaborazione di questi con la rivista 'Calciodonne'.
Ognuno, ovviamente, ha il diritto di esprimere liberamente i propri pensieri e i propri sentimenti, ma non per questo può arrogarsi il diritto di fare affermazioni non corrispondenti alla realtà dei fatti, permettendosi così di gettare pubblico discredito su persone e aziende che, a più riprese, avevano - anche in solido - manifestato fiducia.
Il sig. Cecchi ha deciso improvvisamente di abbandonare la collaborazione alla rivista 'Calciodonne', alzandosi dalla sedia e uscendo dalla porta senza dare spiegazioni nel corso di una riunione nella sede della casa editrice, riunione cui prendevano parte il direttore del giornale, un altro collaboratore, nonché il direttore editoriale della casa editrice stessa in qualità di rappresentante dell'editore.
Le reali motivazioni dell'improvvisa uscita di scena sono ancora praticamente ignote agli stessi ex compagni d'avventura, i quali sono stati tutti accusati di mancanza di rispetto nei suoi confronti (anche se nell'annuncio che appare sul sito, forse a causa di uno scarso apparentamento con la lingua italiana, si capisce il contrario). Questa presunta mancanza di rispetto non è altro che una differenza di opinioni su varie questioni, da quelle editoriali (di competenza dell'editore, fino a prova contraria) ad altre più
propriamente giornalistiche.
Differenza di opinioni che il sig. Cecchi ha dimostrato a più riprese di non accettare, ritenendo evidentemente di possedere, lui unicamente, la pietra filosofale capace di trasformare un'idea in realtà.
Il sig. Cecchi non ha mai gradito consigli e suggerimenti, dimostrandosi refrattario agli aiuti che gli venivano da persone professionalmente più qualificate di lui su varie questioni: impostazione del giornale, relazioni con l'esterno, rapporti personali interni, chiedendo a più riprese professionalità da parte di tutti ma rifugiandosi dietro la facciata del 'io lo faccio per passione' una volta che veniva chiamato a rispondere - lui stesso - a questa professionalità.
Calciodonne, per la nostra casa editrice, rappresenta un piccolo investimento ma una grande scommessa: siamo l'unica azienda editoriale italiana a realizzare una pubblicazione in questo settore, a dimostrazione della volontà che ci ha spinto a iniziare questa avventura. Naturale che - trattandosi per noi di lavoro e non di divertimento - si valutino tutte le strade che possano portare al successo dell'iniziativa. La 'politica editoriale portata avanti con protervia' non trova riferimento nella realtà dei fatti, ed è una pura invenzione del sig. Cecchi, alla ricerca di una giustificazione per il suo atto e di una dose di consenso da parte di coloro che non sanno come sono andate realmente le cose. Chi legge Calciodonne può tranquillamente rendersene conto: il giornale non ha mai avuto altri padroni se non quelli che lo hanno scritto, impaginato, corretto, confezionato e spedito agli abbonati. Nessuno può trovare un indizio - o per usare un termine caro al sig. Cecchi, un'illazione - in questo senso. Calciodonne tenta di portare una pietruzza alla costruzione di un movimento forte e pulito. Non è detto che ne sia capace sino in fondo: ma sicuramente non persegue politiche oscure, non ne ha la volontà né tanto meno ne avrebbe la forza.
Ad abbonati presenti e futuri, possiamo solamente chiedere di seguirci nei nostri sforzi: se un giorno si sentiranno traditi, potranno tranquillamente ignorarci.
Questi sono i fatti, le chiacchiere le porta via il vento.
Mariposa editrice srl
Alessandro Lanzarini
Direttore editoriale


Per correttezza la lettere viene pubblicata integralmente nelle pagine della posta e nella stessa pagina dove si trovano il precedente messaggio di Gian Maria Italia e la relativa risposta (anche se la pagina si chiamava "Complimenti per il sito...").
Giocando in casa ci prendiamo comunque l'ultima parola, con una nuova replica, che è la seguente:


Precisazioni di Gabe:
- Le reali motivazioni della mia improvvisa uscita di scena sono perfettamente note ed erano proprio le cose di cui stavamo parlando prima che mi alzassi da quella sedia.
- La decisione di lasciare il mio progetto è stato molto sofferta: chi mi conosce sa bene che per me la diversità di opinioni non è un ostacolo, purché il confronto avvenga lealmente e senza offendere o deridere alcuno.
- Non ho mai pronunciato la frase "io lo faccio per passione": la mia ambizione non era quella di giocare al giornalista ma di gettare le fondamenta di una rivista completamente autosufficiente, in grado di ripagare sia moralmente che economicamente tutti i collaboratori.
- Non ho l'abitudine di raccontare falsità, così come per me sono sacrosanti il mantenere le promesse e il rispetto degli accordi, ma probabilmente anche su questo abbiamo opinioni diverse.


La questione non è però ancora chiusa, nei primi di giugno esce il nuovo numero di Calcio Donne, il primo senza Cecchi. Nella rubrica della posta di tale numero troviamo queste righe non specificamente firmate:


Mariposa Editrice e la redazione di Calcio Donne ringraziano il dott.Gabriele Cecchi per la collaborazione prestata sino al numero scorso della rivista. L'uscita dalla redazione del dott.Cecchi, di cui egli ha dato una versione confusa e incompleta sul suo sito internet, ovviamente non pregiudica la continuazione del lavoro da parte della Direzione e della Casa editrice. Il dott. Cecchi, nel suo agire di stampo amatoriale, non è riuscito a far proprio nella pratica il concetto di "lavoro di gruppo", dove tutti i componenti hanno il diritto-dovere di dire la propria senza per questo voler prevaricare le idee altrui, ritenendo oltretutto di essere superiore, sulle decisioni editoriali da prendere, all'Azienda stessa. E inoltre, il dott. Cecchi si è mostrato assolutamente insofferente ai consigli di chi, professionalmente parlando, ha sempre voluto instradarlo sulla via di una maggior conoscenza giornalistica. Ma come recita un vecchio detto: "Le persone passano, i giornali restano".


L'attacco è piuttosto duro e la voglia di replicare punto per punto è grande (ci sarebbe da discutere su ogni riga), ma la polemica rischia di degenerare e quindi  occorre adesso dare prova di intelligenza e razionalità. Così noi liquidiamo la cosa con questo messaggio pubblico, apparso in evidenza nella vecchia versione di Calcio Donne Net, il 4 giugno 2001


Care amiche, cari amici,
nel numero 3 (4) del maggio 2001 di Calcio Donne sono riportate a pagina 5 alcune righe a riguardo della rottura fra me e la rivista stessa. Purtroppo quanto scritto non corrisponde a verità. Non intendo comunque alimentare una polemica sterile e distruttiva ribattendo punto per punto tali affermazioni, quindi le pagine di Calcio Donne.Net non torneranno più specificamente sull'argomento. A chi volesse maggiori informazioni risponderò molto volentieri privatamente.


Ribadiamo anche in questa sede la piena disponibilità a far conoscere altre informazioni sulla vicenda solo a chi ne fosse interessato e in forma privata. Scrivete pure a info@calciodonne.net.