Non si placa la polemica ad Oristano: i giornali locali continuano a seguire la vicenda con un certo interesse. Riportiamo l'ultimo articolo della serie, apparso sulla Nuova Sardegna del 3 febbraio 2001. Sotto abbiamo riportato le puntata precedenti.

Punizione dopo le polemiche: niente stipendi a Oristano

di Enrico Carta (dalla Nuova Sardegna del 3 febbraio 2001)

ORISTANO. E adesso niente soldi per tre, forse quattro, forse cinque settimane. Stipendi e rimborsi delle giocatrici dell'Acf Oristano sono in congelatore da mercoledì notte. Evidentemente quei soldi stanno meglio al fresco. Ammesso che ci siano, se il presidente Luciano Spanu assieme al consiglio societario ha deciso di prendere un simile provvedimento che ha lasciato di stucco le ragazze, venute a conoscenza della decisione al termine dell'allenamento di giovedì scorso. Non solo ma per rincarare la dose e far aumentare i malumori ci potrebbe essere la "sorpresona" che riguarda la prossima trasferta. La squadra forse partirà in nave, anziché in aereo per varcare il Tirreno, ma su questo punto lo stesso presidente Spanu non ha ancora le idee molto chiare.
L'argomento che più scotta è dunque quello degli stipendi, un colpo basso che nessuna delle atlete si aspettava. Cosa pensare? Che non ci siano effettivamente soldi nelle casse societarie, anche se la cosa suona un po' strana. Del resto 230 milioni netti sono arrivati direttamente dalla sponsorizzazione regionale. Che non siano stati sufficienti per garantire la copertura adeguata a tutta la stagione? Difficile da credere, perché la Torres, con 500 milioni ma con un budget di spese molto più alto, terminerà in attivo l'anno.
Qualcuno mormora che sia solo una tattica per vedere andar via prima del tempo qualche giocatrice e risparmiare così i soldi dell'ingaggio. Ma queste sono solo voci che arrivano dalla piazza. L'unico fatto certo è che la bella favola della migliore matricola di tutti i tempi in serie A, è ormai caduta nel dimenticatoio, sepolta dal cumulo di macerie scatenate dalle polemiche che continuano ad imperversare senza sosta. Oggi alle 14 c'è il match interno con il Pisa, ma quasi nessuno sembra accorgersene.


LETTERA ALLA STAMPA DI RENATO SINI

DIRIGENTE DELL’ATLETICO ORISTANO

Gennaio 2001
In qualita' di dirigente responsabile dell'immagine e della pubblicita' per l'ATLETICO ORISTANO calcio femminile, sento il dovere di segnalare una situazione assai ambigua che si é venuta a creare all'interno della Societa' di cui faccio parte.
Il mezzo che mi vedo costretto ad usare per le mie rimostranze, cioe i Mass Media, e' l'unico ormai a mia disposizione visto che il Presidente non ha piu' convocato il Consiglio Direttivo dal mese di ottobre.
Dopo la promozione in serie A ottenuta la scorsa stagione abbiamo ottenuto la sponsorizzazione della Regione che a tal fine ha stanziato la somma di lire 400.000.000. Abbiamo quindi provveduto a dividerci i ruoli, affinche' ognuno di noi dirigenti potesse avere un compito definito, evitando così che una sola persona potesse gestire a suo piacimento una somma tanto sostanziosa.  Da allora ci siamo pero' scontrati con l'ostruzionismo del Presidente Luciano Spanu , che ha fatto di tutto per evitare che i componenti del Consiglio avessero l'opportunita' di decidere su alcunche'.  La somma suddetta e' oggettivamente ritenuta piu' che sufficiente per disputare un campionato di serie A ad alto livello, senza peraltro la necessita' di tirare la cinghia e bloccare qualsiasi tipo di spesa.
Non si capisce come mai:
- i rimborsi spese delle atlete vengano dati spesso in ritardo;
- il Presidente abbia rispedito al mittente l'attrezzatura di ordinario uso (tute,sacche,ecc..) ordinata dal sottoscritto secondo le prerogative attribuite in sede di consiglio, tanto e vero che le ragazze partono per le trasferte con abbigliamento borghese, venendo tra l'altro meno all'obbligo nei confronti della Regione di mostrare il marchio SARDEGNA;
- la squadra va in trasferta senza il massaggiatore, fatto al quale le atlete hanno spesso ovviato con delle collette, vista la necessita' di tale opera prima di ogni partita;
- le atlete debbano equipaggiarsi delle scarpette da gioco a loro spese;
- la squadra non sia stata rinforzata dopo la partenza, a campionato iniziato, di due atlete della promozione; una di queste tra l'altro, ha deciso di abbandonare la squadra per insanabili problemi nei confronti dei Presidente, che per risparmiare una somma esigua sul costo del biglietto aereo la costringeva a tornare a casa con un giorno di ritardo;
- non si sia ancora trovato un campo di allenamento fisso, l'unico disponibile e' occupato dalla formazione di serie C per volonta' del Presidente;
- la formazione della serie C abbia ricevuto nel medesimo periodo l'attrezzatura e abbia avuto la possibilita' di organizzare la cena sociale di fine anno, mentre la prima squadra non ha ricevuto nemmeno la visita del Presidente per gli auguri;
· non esista una foresteria per alloggiare le atlete continentali che vengono ospitate da alcuni dirigenti a loro spese;
- come mai vengono utilizzati gli uffìci dell'impresa del Presidente ( CABRAS) e non quelli di via Consolini ad Oristano sede legale della Società messici gratuitamente a disposizione nonostante sia gia' stato effettuato il cambio di indirizzo;
- il clima che si respira all'interno della squadra e' tuttaltro che tranquillo: prova ne sia che nelle prime partite, disputate in serenita', la squadra rendeva al massimo e si trovava al secondo posto.
La gravita' della cosa sta nel fatto che grazie alla sponsorizzazione della Regione e ad altri piccoli sponsor tutti questi problemi potrebbero essere risolti senza che il bilancio vada in rosso.
Mi chiedo il perche' di tutto questo risparmio e restrizioni per la squadra di serie A.
                                                                   Renato Sini
Dirigente e responsabile pubblicita' e immagine
Atletico Oristano Calcio Femminile

La risposta nel patron dell'Atletico

«Un mare di fango Sono accuse false di chi non c'è mai»


di Enrico Carta dalla Nuova Sardegna del 10 gennaio 2001

ORISTANO. Investiti dalle critiche i vertici della società rispondono dopo un inseguimento telefonico durato ore. In coro il presidente Luciano Spanu e il vice presidente Luciano Flore esprimono il loro disappunto e prendono le distanze da quanto afferma Renato Sini. «Non è vero niente. Sono accuse che arrivano da parte di chi non sta mai vicino alla squadra e si fa vedere al campo soltanto il sabato in occasione della gara di campionato». E i 400 milioni di sponsorizzazione chiamati in causa nel comunicato di Sini? «Intanto non sono 400 - precisano i responsabili dell'Atletico - perchè la cifra va considerata al netto, fatto per cui diventano meno di trecento. In secondo luogo dalla Regione è arrivata soltanto la prima tranche che abbiamo già utilizzato».
- Secondo il vostri accusatori anche i rimborsi arriverebbero nelle tasche delle dirette interessate in costante ritardo.
«Assolutamente falso. Siamo in ritardo soltanto questa settimana perchè non abbiamo ancora rivisto le atlete che riceveranno i soldi prima della prossima gara».
- Tutto a posto quindi anche dal punto di vista dei rapporti all'interno del gruppo e con la dirigenza?
«Per ora non ho ancora sentito nessuno lamentarsi e del resto le due ragazze che sono andate via se la sono presa proprio con Renato Sini».
- Per quali motivi? «Perchè è stato lui, a nostra insaputa, a promettere a Selis e Marini una cifra in denaro che la società non poteva permettersi di pagare».
- E le altre accuse?
«Tutte invenzioni. A questo punto riuniremo il direttivo della società e sarà inevitabile prendere qualche provvedimento».

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«Così muore il calcio rosa di Oristano»

La squadra tentenna e in società scoppia una violenta polemica

«Troppi risparmi, eppure la Regione è stata prodiga»


di A. L.da La Nuova Sardegna del 10 gennaio 2001

ORISTANO. Acque agitate all'Atletico Oristano, fino all'altro ieri squadra rivelazione della serie A femminile di calcio. Sono bastate due sconfitte e il ritorno nell'anonimato della metà classifica per far affiorare crepe che i risultati erano riusciti, per qualche mese, a tamponare. A far esplodere la polemica è una dura lettera firmata da Renato Sini, responsabile della pubblicità e immagine (sic!) del club oristanese. Il dirigente dà fuoco alle polveri cominciando con lo spiegare di essere stato costretto a rivolgersi ai giornali «perchè il presidente non ha più convocato, da ottobre, il consiglio di amministrazione della società impedendo ai consiglieri di esprimere opinioni e suggerimenti sulla vita del club».
Esaurita la premessa Sini va subito al cuore (anzi al portafoglio) della questione. «Dopo la promozione in serie A, ottenuta al termine di una stagione esaltante - scrive -, abbiamo ottenuto dalla Regione 400 milioni di sponsorizzazione. Una somma ritenuta più che sufficiente per disputare un campionato di serie A di alto livello, senza la necessità di tirare la cinghia. Proprio per questo il direttivo aveva deciso di dividere i compiti tra i consiglieri così da facilitare il lavoro di tutti e rendere più trasparente la gestione della società. Da allora però ci siamo scontrati con l'ostruzionismo del presidente Luciano Spanu che ha fatto di tutto per evitare che i componenti del consiglio avessere la possibilità di decidere alcunchè». E per rendere più chiaro che cosa significa «ostruzionismo» Renato Sini fa un lungo elenco di presunte inadempienze che aprono uno squarcio, magari parziale ma emblematico, sul modo in cui è stata gestita in questi mesi la società oristanese.
«Il presidente - sostiene Sini - dovrebbe spiegare perchè, nonostante i soldi della Regione i rimborsi spese delle atlete continuano a essere saldati in ritardo, perchè la società ha rispedito al mittente l'attrezzatura ordinata all'inizio del campionato (tute, magliette e sacche) costringendo le ragazze ad affrontare le trasferte senza le divise sociali (contravvenendo, tra l'altro, un preciso obbligo contrattuale con lo sponsor), perchè le atlete devono essere costrette a comprarsi perfino le scarpette se vogliono scendere in campo la domenica». Accuse pesanti che nascondono un mix di piccoli interessi, simpatie personali, forse anche la paura di perdere un gioiello cresciuto in fretta. Di certo l'Atletico rischia di pagare un prezzo ben più alto dei punti lasciati sul campo nelle ultime settimane. E qualche avvisaglia c'è già. «Due ragazze - racconta Renato Sini - hanno lasciato la squadra e questo ci ha notevolmente indebolito. Almeno una delle due situazioni poteva essere recuperata se il presidente non si fosse intestardito nel voler risparmiare poche lire. A questo - si legge ancora nella lettera - va aggiunto che la squadra è da mesi alla ricerca di un campo di allenamento e che la società non è stata in grado di attrezzare nemmeno una foresteria per ospitare le atlete che arrivano dal continente. Una situazione che si scontra con le attenzioni riservate alla formazione iscritta al campionato di serie C. Perchè tante differenze»?
Nella sua denuncia Renato Sini racconta un ultimo episodio e lancia un appello: «E' giusto che la gente sappia che quando la squadra gioca in trasferta le giocatrici fanno la colletta per pagarsi il massaggiatore. Possibile che il presidente non capisca che sono particolari come questo che tolgono serenità e concentrazione alla squadra? E' giusto buttare via la stagione per un eccesso, assolutamente ingiustificato, di risparmio? E la Regione non ha proprio nulla da dire»?


LA POLEMICA

Oristano, tutte contro il presidente

Anche le calciatrici ritengono Luciano Spanu responsabile della crisi

di e.c. dall' Unione Sarda del 12 gennaio 2001

ORISTANO. E alla fine parlarono tutti, anzi tutte! In blocco la squadra dell'Acf Oristano conferma che le accuse dell'ormai ex dirigente Renato Sini sono tutte vere. Un voltafaccia clamoroso nei confronti del presidente Luciano Spanu che ora si trova con le spalle al muro, a dover fronteggiare oltre la spaccatura nella società anche la messa all'indice da parte delle sue atlete.
Nessuna esclusa, tutte le componenti della rosa finalmente parlano dopo che per due giorni era mancato il coraggio di aprire bocca. Soltanto i duellanti Spanu e Sini si erano tirati addosso stilettate da far paura. Alla fine, parla una, parla anche l'altra, parlano tutte, esasperate per una situazione che non esitano a definire insopportabile.
I motivi della rivolta? Gli stessi che Sini aveva elencato nella lettera di protesta contro il presidente Spanu. «Si sta sfiorando il ridicolo. Quando andiamo in trasferta sembriamo una banda di turiste in vacanza e non una squadra di serie A. Chi si veste in un modo chi in un altro, ma non sembriamo certo una squadra di calcio. Eppure i soldi per le attrezzature, a quanto ne sappiamo, sono già nelle tasche del presidente».
E una volta accesa la miccia, ci vuol poco perché la bomba esploda. E allora via, una verità dietro l'altra sempre contro il solito bersaglio. Rimborsi spese sempre in ritardo, campo di allenamento puntualmente coperto dal mistero sino ad un'ora prima di indossare le scarpette. E poi c'è il fatto, che assume i contorni della commedia in grande stile, di una clamorosa colletta per pagare un massaggiatore.
«Siamo state costrette a raccimolare una cifra in denaro per poter pagare il massaggiatore, visto che al nostro non è permesso di varcare il Tirreno con la squadra. Ci chiediamo a cosa siano serviti i soldi arrivati dalla Regione per provvedere a queste cose».
E a questo punto il presidente Spanu una dichiarazione più precisa dovrà pur farla, se non altro dovrà delle spiegazioni all'intera rosa delle ragazze che ora lo chiama in causa in maniera diretta. L'unico provvedimento per ora certo è che Renato Sini non fa più parte della dirigenza biancoblù da ieri.
Intanto, per chi non se ne fosse accorto, domani ci sarebbe un match da disputare, senza Martina Baroni e senza Fabiana Casula, in un periodo che più nero di così non si può. La bella favola è durata tre mesi, ora il tutto si sta trasformando pian piano in un giallo dalle tinte quanto meno fosche.
A noi, prima spettatori e cronisti di una cavalcata trionfale e quindi di una sensazionale scivolata nel fango, non resta che sperare in un lieto fine. Ma chi sarà a questo punto il salvatore della patria?

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domenica 14 gennaio 2001, S. Felice

IL CASO

L'autogol del presidente

ORISTANO. Prima i tre punti, poi spazio alla stampa per dare un taglio netto alle polemiche della settimana, che le avevano coinvolte da vicino. Per tutelare la loro immagine di atlete serie consegnano un documento firmato riguardante la disputa dirigenziale che ha scosso negli ultimi giorni l'ambiente. Tutto vero quello che le calciatrici hanno dichiarato alla Nuova in un'intervista che il presidente aveva messo in dubbi.
Lo spogliatoio è dunque compatto anche tra mille difficoltà e vuole riemergere dalla crisi. Le ragazze chiedono un clima sereno per lavorare in pace e concludere al meglio una stagione che stava rischiando di essere compromessa e che, attorno al lavoro del tecnico, accusato ingiustamente e all'impegno di ciascuna, può ancora regalare tante soddisfazioni.