ORISTANO. E adesso niente soldi per tre, forse quattro, forse cinque
settimane. Stipendi e rimborsi delle giocatrici dell'Acf Oristano sono
in congelatore da mercoledì notte. Evidentemente quei soldi stanno
meglio al fresco. Ammesso che ci siano, se il presidente Luciano Spanu
assieme al consiglio societario ha deciso di prendere un simile provvedimento
che ha lasciato di stucco le ragazze, venute a conoscenza della decisione
al termine dell'allenamento di giovedì scorso. Non solo ma per rincarare
la dose e far aumentare i malumori ci potrebbe essere la "sorpresona" che
riguarda la prossima trasferta. La squadra forse partirà in nave,
anziché in aereo per varcare il Tirreno, ma su questo punto lo stesso
presidente Spanu non ha ancora le idee molto chiare.
L'argomento che più scotta è dunque quello degli stipendi,
un colpo basso che nessuna delle atlete si aspettava. Cosa pensare? Che
non ci siano effettivamente soldi nelle casse societarie, anche se la cosa
suona un po' strana. Del resto 230 milioni netti sono arrivati direttamente
dalla sponsorizzazione regionale. Che non siano stati sufficienti per garantire
la copertura adeguata a tutta la stagione? Difficile da credere, perché
la Torres, con 500 milioni ma con un budget di spese molto più alto,
terminerà in attivo l'anno.
Qualcuno mormora che sia solo una tattica per vedere andar via prima
del tempo qualche giocatrice e risparmiare così i soldi dell'ingaggio.
Ma queste sono solo voci che arrivano dalla piazza. L'unico fatto certo
è che la bella favola della migliore matricola di tutti i tempi
in serie A, è ormai caduta nel dimenticatoio, sepolta dal cumulo
di macerie scatenate dalle polemiche che continuano ad imperversare senza
sosta. Oggi alle 14 c'è il match interno con il Pisa, ma quasi nessuno
sembra accorgersene.
di Enrico Carta dalla Nuova Sardegna del 10 gennaio 2001
ORISTANO. Investiti dalle critiche i vertici della società rispondono
dopo un inseguimento telefonico durato ore. In coro il presidente Luciano
Spanu e il vice presidente Luciano Flore esprimono il loro disappunto e
prendono le distanze da quanto afferma Renato Sini. «Non è
vero niente. Sono accuse che arrivano da parte di chi non sta mai vicino
alla squadra e si fa vedere al campo soltanto il sabato in occasione della
gara di campionato». E i 400 milioni di sponsorizzazione chiamati
in causa nel comunicato di Sini? «Intanto non sono 400 - precisano
i responsabili dell'Atletico - perchè la cifra va considerata al
netto, fatto per cui diventano meno di trecento. In secondo luogo dalla
Regione è arrivata soltanto la prima tranche che abbiamo già
utilizzato».
- Secondo il vostri accusatori anche i rimborsi arriverebbero nelle
tasche delle dirette interessate in costante ritardo.
«Assolutamente falso. Siamo in ritardo soltanto questa settimana
perchè non abbiamo ancora rivisto le atlete che riceveranno i soldi
prima della prossima gara».
- Tutto a posto quindi anche dal punto di vista dei rapporti all'interno
del gruppo e con la dirigenza?
«Per ora non ho ancora sentito nessuno lamentarsi e del resto
le due ragazze che sono andate via se la sono presa proprio con Renato
Sini».
- Per quali motivi? «Perchè è stato lui, a nostra
insaputa, a promettere a Selis e Marini una cifra in denaro che la società
non poteva permettersi di pagare».
- E le altre accuse?
«Tutte invenzioni. A questo punto riuniremo il direttivo della
società e sarà inevitabile prendere qualche provvedimento».
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di A. L.da La Nuova Sardegna del 10 gennaio 2001
ORISTANO. Acque agitate all'Atletico Oristano, fino all'altro ieri squadra
rivelazione della serie A femminile di calcio. Sono bastate due sconfitte
e il ritorno nell'anonimato della metà classifica per far affiorare
crepe che i risultati erano riusciti, per qualche mese, a tamponare. A
far esplodere la polemica è una dura lettera firmata da Renato Sini,
responsabile della pubblicità e immagine (sic!) del club oristanese.
Il dirigente dà fuoco alle polveri cominciando con lo spiegare di
essere stato costretto a rivolgersi ai giornali «perchè il
presidente non ha più convocato, da ottobre, il consiglio di amministrazione
della società impedendo ai consiglieri di esprimere opinioni e suggerimenti
sulla vita del club».
Esaurita la premessa Sini va subito al cuore (anzi al portafoglio)
della questione. «Dopo la promozione in serie A, ottenuta al termine
di una stagione esaltante - scrive -, abbiamo ottenuto dalla Regione 400
milioni di sponsorizzazione. Una somma ritenuta più che sufficiente
per disputare un campionato di serie A di alto livello, senza la necessità
di tirare la cinghia. Proprio per questo il direttivo aveva deciso di dividere
i compiti tra i consiglieri così da facilitare il lavoro di tutti
e rendere più trasparente la gestione della società. Da allora
però ci siamo scontrati con l'ostruzionismo del presidente Luciano
Spanu che ha fatto di tutto per evitare che i componenti del consiglio
avessere la possibilità di decidere alcunchè». E per
rendere più chiaro che cosa significa «ostruzionismo»
Renato Sini fa un lungo elenco di presunte inadempienze che aprono uno
squarcio, magari parziale ma emblematico, sul modo in cui è stata
gestita in questi mesi la società oristanese.
«Il presidente - sostiene Sini - dovrebbe spiegare perchè,
nonostante i soldi della Regione i rimborsi spese delle atlete continuano
a essere saldati in ritardo, perchè la società ha rispedito
al mittente l'attrezzatura ordinata all'inizio del campionato (tute, magliette
e sacche) costringendo le ragazze ad affrontare le trasferte senza le divise
sociali (contravvenendo, tra l'altro, un preciso obbligo contrattuale con
lo sponsor), perchè le atlete devono essere costrette a comprarsi
perfino le scarpette se vogliono scendere in campo la domenica».
Accuse pesanti che nascondono un mix di piccoli interessi, simpatie personali,
forse anche la paura di perdere un gioiello cresciuto in fretta. Di certo
l'Atletico rischia di pagare un prezzo ben più alto dei punti lasciati
sul campo nelle ultime settimane. E qualche avvisaglia c'è già.
«Due ragazze - racconta Renato Sini - hanno lasciato la squadra e
questo ci ha notevolmente indebolito. Almeno una delle due situazioni poteva
essere recuperata se il presidente non si fosse intestardito nel voler
risparmiare poche lire. A questo - si legge ancora nella lettera - va aggiunto
che la squadra è da mesi alla ricerca di un campo di allenamento
e che la società non è stata in grado di attrezzare nemmeno
una foresteria per ospitare le atlete che arrivano dal continente. Una
situazione che si scontra con le attenzioni riservate alla formazione iscritta
al campionato di serie C. Perchè tante differenze»?
Nella sua denuncia Renato Sini racconta un ultimo episodio e lancia
un appello: «E' giusto che la gente sappia che quando la squadra
gioca in trasferta le giocatrici fanno la colletta per pagarsi il massaggiatore.
Possibile che il presidente non capisca che sono particolari come questo
che tolgono serenità e concentrazione alla squadra? E' giusto buttare
via la stagione per un eccesso, assolutamente ingiustificato, di risparmio?
E la Regione non ha proprio nulla da dire»?
ORISTANO. E alla fine parlarono tutti, anzi tutte! In blocco la squadra
dell'Acf Oristano conferma che le accuse dell'ormai ex dirigente Renato
Sini sono tutte vere. Un voltafaccia clamoroso nei confronti del presidente
Luciano Spanu che ora si trova con le spalle al muro, a dover fronteggiare
oltre la spaccatura nella società anche la messa all'indice da parte
delle sue atlete.
Nessuna esclusa, tutte le componenti della rosa finalmente parlano
dopo che per due giorni era mancato il coraggio di aprire bocca. Soltanto
i duellanti Spanu e Sini si erano tirati addosso stilettate da far paura.
Alla fine, parla una, parla anche l'altra, parlano tutte, esasperate per
una situazione che non esitano a definire insopportabile.
I motivi della rivolta? Gli stessi che Sini aveva elencato nella lettera
di protesta contro il presidente Spanu. «Si sta sfiorando il ridicolo.
Quando andiamo in trasferta sembriamo una banda di turiste in vacanza e
non una squadra di serie A. Chi si veste in un modo chi in un altro, ma
non sembriamo certo una squadra di calcio. Eppure i soldi per le attrezzature,
a quanto ne sappiamo, sono già nelle tasche del presidente».
E una volta accesa la miccia, ci vuol poco perché la bomba esploda.
E allora via, una verità dietro l'altra sempre contro il solito
bersaglio. Rimborsi spese sempre in ritardo, campo di allenamento puntualmente
coperto dal mistero sino ad un'ora prima di indossare le scarpette. E poi
c'è il fatto, che assume i contorni della commedia in grande stile,
di una clamorosa colletta per pagare un massaggiatore.
«Siamo state costrette a raccimolare una cifra in denaro per
poter pagare il massaggiatore, visto che al nostro non è permesso
di varcare il Tirreno con la squadra. Ci chiediamo a cosa siano serviti
i soldi arrivati dalla Regione per provvedere a queste cose».
E a questo punto il presidente Spanu una dichiarazione più precisa
dovrà pur farla, se non altro dovrà delle spiegazioni all'intera
rosa delle ragazze che ora lo chiama in causa in maniera diretta. L'unico
provvedimento per ora certo è che Renato Sini non fa più
parte della dirigenza biancoblù da ieri.
Intanto, per chi non se ne fosse accorto, domani ci sarebbe un match
da disputare, senza Martina Baroni e senza Fabiana Casula, in un periodo
che più nero di così non si può. La bella favola è
durata tre mesi, ora il tutto si sta trasformando pian piano in un giallo
dalle tinte quanto meno fosche.
A noi, prima spettatori e cronisti di una cavalcata trionfale e quindi
di una sensazionale scivolata nel fango, non resta che sperare in un lieto
fine. Ma chi sarà a questo punto il salvatore della patria?
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domenica 14 gennaio 2001, S. Felice