Conversazione con Carlo Facchin

di Alessandro Benatti

Monza, domenica 21 marzo 1999
La Nazionale ha iniziato la serie di stage che dovranno preparare le azzurre alla Coppa del Mondo che si disputerà negli Stati Carlo FacchinUniti a partire dal 19 Giugno. Sede di questa prima serie di ritrovi è stato lo stadio G. Sada di Monza. Il CT Facchin ha avuto modo di valutare la condizione fisica delle ragazze e di lavorare sul piano tattico. Il clima all’interno della Nazionale è disteso, almeno all’apparenza. Daniela Tavalazzi, difensore della Torres, afferma che il gruppo è già concentrato in vista delle gare mondiali e che lo spogliatoio gode di ottimi rapporti. Le ragazze corrono, sudano, s’impegnano, ma sono sempre pronte ad un sorriso o ad una battuta. Il morale è alto, ed è ovvio che se loro sono tranquille, lo siamo anche noi. Tutta la squdra si rende conto che affrontare avversarie come Germania e Messico non sia una passeggiata, ma stanno certamente lavorando sodo senza risparmiarsi. Il gruppo è valido sotto l’aspetto tecnico e Carlo Facchin ha le idee chiare su come gestirlo. Nell’insieme ci sono i presupposti per sperare che la trasferta negli States sia foriera di buone notizie per il calcio femminile. L’unica nota stonata è l’infortunio occorso ad Alessandra Pallotti, dell’Agliana. Una distorsione la terrà ferma per tre settimane.
Carlo Facchin ha risposto ad alcune domande per i lettori di Calcio Donne Magazine:

Ha già le idee chiare sul gruppo da portare negli Stati Uniti?

Nonostante sia normale che a tre mesi dall’inizio delle gare abbia già deciso a grandi linee, chi farà parte della spedizione, non ho ancora risolto ogni dubbio. Al momento il mio gruppo è formato da 24 giocatrici, ma consideriamo che manca ancora molto alla fine del campionato ed eventuali infortuni potrebbero condizionare le mie scelte. E’ inoltre giusto che tenga sulla corda tutte le ragazze, perché i Campionati del Mondo sono una competizione che richiederà la massima concentrazione. C’è anche da valutare la condizione fisica di ognuna e diversi altri fattori. Le idee sono abbastanza chiare, ma è presto per trarre delle conclusioni.

Ci sono delle giovani interessanti che ha notato in questo campionato?

Giovani interessanti ce ne sono. Sto seguendo anche l’Under 18 poiché ho intravisto in alcune di loro la possibilità di entrare a far parte della prima squadra. Dopo i Mondiali dovremo affrontare le Olimpiadi e sarebbe una buona cosa riuscire ad inserire giocatrici giovani. Sempre meglio non forzare queste ragazze, col rischio poi di “bruciarle”. Potranno tornare sicuramente utili in vista dei prossimi Mondiali, nel 2003, per i quali avrò più tempo a disposizione per farle maturare.

Prevede quindi nuovi innesti in vista delle amichevoli con Inghilterra, Norvegia e Finlandia?

Sì certamente. Già da ora si sono aggregate la Pintus, della Torres e la Conti, del Palermo. Sono due ragazze nuove, vedremo come si comporteranno in questo gruppo. Soprattutto Pamela Conti è forte dell’esperienza nell’Under 18 e se otterrà gli stessi buoni risultati sul piano del gioco e del carattere, potrebbe entrare a far parte stabilmente della selezione maggiore.

Quali indicazioni le forniranno i test dei prossimi mesi?

Il peso delle prossime amichevoli sarà valutato soprattutto sull’aspetto fisico e tattico. Il punto dolente è proprio l’aspetto tattico. Ho poco tempo a disposizione per affinare gli schemi da attuare in vista dei Mondiali. Assistendo all’ultima Algarve Cup, a cui partecipavano squadre del calibro di Cina, Stati Uniti, Norvegia, ecc.., ho avuto modo di costatare l’ottima impostazione di gioco delle nostre avversarie. Sulla base delle mie osservazioni stiamo elaborando una tattica di gioco vincente che ci porti a contrastarle con efficacia. Le gare d’Aprile e Maggio saranno verifiche utili, non solo per le ragazze, ma soprattutto per me. Valuterò se le mie idee sono giuste o sbagliate e prenderò gli eventuali accorgimenti per correggerle. L’aspetto fisico suscita forti perplessità. Non tutte le ragazze hanno occasione di allenarsi con le loro società, alcune si allenano solo due volte la settimana o per conto loro. Questo, certamente non ci aiuta.

Il nostro girone ai Mondiali: Germania, Brasile, Messico. Qualche considerazione?

Ho avuto modo di vedere la Germania in videocassetta. Già il fatto che sia vice campione del Mondo e successivamente campione d’Europa la dice lunga sulla caratura della squadra. Il Brasile, da quello che mi è stato riferito, è la squadra più forte dopo le teste di serie. Le loro giocatrici sono cresciute molto sotto l’aspetto della concentrazione e del fisico, mentre già eccellevano nelle doti tecniche. Per quanto riguarda il Messico, basti ricordare che tre quarti della squadra gioca da professionista nel campionato Americano. In teoria l’Italia dovrebbe essere l’outsider del girone, ma io ho grande fiducia in questo gruppo.

Quali chance ha l’Italia di passare il girone eliminatorio?

La questione non è passare o no. Fa parte della mia mentalità tentare di vincere sempre. Non mi reputo per nulla presuntuoso, ma non possiamo affrontare un Campionato del Mondo, così come qualsiasi partita, col timore di farcela o no: dobbiamo andare là per vincere. Sarà poi il campo a stabilire se siamo forti abbastanza da meritare il passaggio del turno. Questa è la mia mentalità e sto cercando d’inculcarla anche alla squadra. Affronteremo ogni gara a viso aperto. Se l’allenatore non ci crede, la squadra avvertirà la sua paura e si lascerà andare, si scoraggerà. Io voglio trasmettere alla squadra soprattutto sicurezza e determinazione sul fatto che siamo in grado di fare bene.

Quali sono, secondo lei, le favorite per questo Mondiale?

Ho visto molto bene Stati Uniti e Cina sul piano tecnico, tattico e soprattutto fisico. La Norvegia, detentrice della Coppa del Mondo, ha sempre fatto molto bene e così la Germania. Danimarca e Svezia sono altre due favorite, ma le prime quattro mi sembrano le maggiori pretendenti al titolo.