INTERVISTA A SILVIA FIORINI
Un talento del calcio italiano
Agliana, 29 aprile 2000
Silvia Fiorini è una di quelle calciatrici destinate a rimanere
nei cuori dei tifosi. Per i suoi gol decisivi, per la sua grinta infinita
(che a volte le procura anche qualche spiacevole espulsione), ma soprattutto
per come si muove in campo e per come calcia. Perché Silvia è
una di quelle calciatrici belle da vedere, una di quelle che ti spingono
ad applaudire e a tornare al campo per la partita successiva.
Nata calcisticamente nel Firenze, non si è mai spostata dalla
Toscana, indossando anche le maglia del Prato Wonder e dell' Agliana, sua
attuale squadre con la quale ha vinto uno scudetto e una Coppa Italia.
Per diversi anni è stata pure titolare in nazionale ma adesso non
viene più convocata (a proposito, come mai ?).
L' occasione per intervistarla è il dopo-partita di Agliana-Lazio:
Silvia non ha giocato per un infortunio ma fa lo stesso una visita nello
spogliatoio della propria squadra, poi si presta volentieri a fare quattro
chiacchiere.
- Il tema
caldo di questo periodo è ovviamente la Nazionale, mi ricordo una
bellissima immagine dei mondiali americani in cui te ballavi nei pressi
della panchina, con Patrizia Sberti mi sembra, al ritmo della disco-music
trasmessa dalla fonica. La scena era bellissima ma forse voi, in panchina
soffrivate un po'.....
- Sì, perché io parto dal presupposto che se un allenatore
convoca persone di trent'anni, bene o male le debba provare. Non si tengono
in panchina persone di trent'anni....e poi, sai, io sono una mezza punta
e la cosa mi riguarda un po' meno, ma mi sembra assurdo tenere in panchina
gente come Patrizia (Sberti, ndr) che tutti gli anni fa 30, 31,
27 gol e arriva sempre seconda o comunque fra le prime della classifica
cannoniere...
- Fra l' altro con questi mondiali è cominciato tutto questo
malumore da parte delle calciatrici italiane nei confronti della nazionale,
c'è stata la lettera delle azzurre, il "caso D'Astolfo", e tutte
quelle cose che poi hanno portato l' Italia a giocare in Germania con una
squadra quasi sperimentale. Tu come hai vissuto queste situazioni e cosa
puoi dirci in proposito ?
- Io, sinceramente, il "caso D'Astolfo" non l' ho vissuto di persona,
perché non ero presente: dopo i mondiali non mi hanno più
convocato. Quindi riguardo a questo non posso dire niente. Riguardo ai
mondiali ci sarebbero invece tante cose da dire.... ma meglio evitare....
-...dai, diciamo qualcosa......-
- ...be', io sono rimasta molto male per tante cose, non tanto per
la panchina, io ho fatto i mondiali nel '91, ho fatto tre europei, al fatto
di essere in campo non ci pensavo nemmeno. È stato l' esterno, l'
ambiente che mi ha dato fastidio.
- C'è stato, forse, una sorta di distacco fra la dirigenza
e le calciatrici ?
- Sì, una specie di distacco.....non saprei nemmeno io
come dirtelo.... totale indifferenza fra dirigenza e giocatrici.......
- Questa strana atmosfera ha finito col causare questa spirale di
accuse reciproche che ha portato alla situazione attuale, a quanto pare......
- Non lo so, posso solo parlare per la mia esperienza, che è
finita coi mondiali.
- In questa nazionale sperimentale hanno trovato posto diverse
trentenni, ma non una certa ...Silvia Fiorini. Inoltre, e non lo dico per
fare delle lusinghe, tu sei una calciatrice decisamente bella da vedere,
io ho sempre negli occhi il tuo gol contro l' Autolelli Picenum (tre
tocchi al volo e palla scaraventata in rete, ndr), potresti essere
tu stessa un ottima promozione per il calcio femminile: un buon motivo
per convocarti, non trovi ?
- Ma, sai.....quelli sono casi, sono gol che capitano una volta nella
vita (non è vero, ndr). Io ti posso dire allora che sono
rimasta allibita a vedere una Pallotti in panchina. Con una
nazionale in quella maniera, a vedere una mezza punta come la Pallotti
in panchina mi scappa da ridere, scusa se te lo dico.... purtroppo queste
sono le scelte che fa l' allenatore, io non posso andare a dire "fai giocare
quella e non far giocare quell'altra". Certo, questa situazione dispiace
perché il calcio femminile potrebbe avere molto di più di
quello che ha.
- Però, secondo me, un grosso problema sono proprio queste
fazioni: calciatrici contro società e federazione, società
contro federazione e calciatrici, federazione contro calciatrici e società...c'è
questa lotta triangolare che poi alla fine danneggia tutti. Tu come vedi
questa situazione ?
- Io, sinceramente, non ho mai avuto da ridire con la società
lo dimostra il fatto che io sono qui ormai da 6-7 anni. Per quanto riguarda
la federazione invece....qualcosa si potrebbe dire, però....è
una cosa moooolto lunga...e poi andrebbe tutto a mio discapito.
- Se ne può parlare senza problemi, con un atteggiamento
magari critico ma con spirito costruttivo......
- Sì, pensa però al "caso D'Astolfo": "atteggiamento
critico" e lei ci ha rimesso....
- A dir la verità sul "caso D'Astolfo" io sono ancora molto
perplesso: a sentire la versione di Reccagni e della Divisione sembra che
le cose siano andate in tutta un' altra maniera, la D'Astolfo si sarebbe
dichiarata disponibile solo per le partite in casa e solo da un giorno
prima della partita....Le persone come me, che vivono queste polemiche
dall' esterno, rimangono un po' spiazzate. Non riusciamo assolutamente
a capire chi ha ragione e chi ha torto.
- Sì, anch'io, non avendolo vissuto in prima persona non posso
dire se ha ragione lei o ha ragione la federazione. Rimane il fatto che
lei aveva scritto questa lettera a nome di tutte e poi non è più
stata convocata, delle sue disponibilità, sinceramente io non so
niente.
- Parliamo un po' della vita nel Club adesso: per esempio di questo
derby fra Pisa e Agliana che è particolarmente sentito, soprattutto
per certe amicizie...
- No, assolutamente, se fosse per me non si giocherebbe neanche, mi
dispiacerebbe perdere e mi dispiacerebbe se perdessero alcune mie amiche.
In generale è normale che fra squadre vicine ci sia un po' di rivalità.
- Vorrei sottolineare una cosa: Pisa e Agliana sono le squadre leader
della Toscana. Tu sei di Firenze. Perché Firenze non ha squadre
in serie A ?
- Il Firenze sta in serie C per scelta, non credo che gli mancherebbero
le possibilità. Fra l' altro un campionato di serie B costa parecchio,
quindi prima di fare il salto ci si pensa bene. Io venni via da Firenze,
come fecero le Pitanti e la Sberti, proprio perché a Firenze si
decise di non fare più la serie A. Ci fu l' opportunità di
venire ad Agliana ed eccomi qua.
- Al contrario di altre campionesse che hanno girato tutta l' Italia
tu sei sempre rimasta in Toscana, è stata una tua scelta ? hai mai
avuto la possibilità di lasciare la tua regione ?
- Sì, ho avuto delle offerte da fuori regione ma non mi hanno
mai allettato più di tanto....forse ho sbagliato.....
- Veramente io volevo portarti come esempio, perché secondo
me la tua è stata una scelta giusta. Purtroppo vedo molte ragazze,
con molto meno talento, imbarcarsi in avventure assurde, lontanissime da
casa, con la speranza di diventare delle grandi campionesse per poi ritrovarsi
a chiedere lo svincolo l' anno dopo....
- Sai, a fare un' offerta sono bravi tutti, poi però le promesse
vanno mantenute. In effetti io ho sempre preferito "pochi, sicuri e
vicino a casa" proprio per paura di ritrovarmi in una di quelle situazioni
che citavi.
- E comunque hai anche avuto la soddisfazione di vincere uno scudetto
nel 1995. In quegli anni bastava avere Carolina Morace in squadra per diventare
campionesse d' Italia.
- Sì, infatti, la cosa mi ha fatto indubbiamente piacere ma
era scontata fin dall' inizio dell' anno e quindi non mi sorprese più
di tanto. Ti confesso che mi fece più piacere vincere la Coppa Italia
nel 1997, proprio perché il risultato era meno scontato, anzi era
insperato, avevamo una squadra da metà classifica e non ci si aspettava
proprio di vincere una Coppa.
- Te hai l'aspirazione di diventare allenatrice ?
- No.
- ....eppure ci vorrebbero più allenatrici nel calcio femminile....
- Bravo ! Però guarda, andrebbero bene anche gli allenatori
purché abbiano la voglia di insegnare a calcio. In 17 anni che gioco
a calcio l' unico che mi ha insegnato qualcosa è stato Sergio Guenza,
in nazionale. Lui è veramente un allenatore che insegna a giocare.
Ce ne vorrebbero di più come lui.