L'ALTRA FACCIA DELLA CRISI
Le promesse del Foroni
C’è
chi di fronte ad un crisi si dispera, chi non sa da dove trarre altre risorse
e chi si lascia andare. C’è un’altra faccia poi di questa
crisi, quella che la supera con un dribbling fulminante e dopo si
volta per guardala dritta negli occhi con uno sguardo ridente di sfida.
Ecco a voi: Emanuela, Silvia, Elisa, Sara, Denise, Sara, Laura e Manu,
o meglio giovani calciatrici meritevoli che hanno smascherato il volto
meno negativo della crisi che sta investendo il mondo del calcio e che
con il loro prezioso contributo regaleranno un fetta di tricolore al Foroni…
E’un gran momento per voi ma avete incontrato qualche difficoltà
nel passaggio dal campionato giovanile a quello delle più grandi?
Tutte: Certo la categoria maggiore richiede un certo adattamento,
tutto è molto più veloce, devi in un certo senso prendere
il ritmo e questo richiede di conseguenza una preparazione maggiore.
Adesso è facile da parte delle persone esterne alla squadra
dire che siete forti e che avrebbero scommesso seriamente su di voi. Ma
ad agosto, quando tutto era ancora incerto, intimamente sentivate la pressione
dell’ambiente? Avevate paura di non essere pronte per affrontare un campionato
di serie A?
Crivellaro, Magnaguagno, Montanari, Valeri: Sinceramente ad
Agosto non ci pensavamo proprio, se qualcuno fosse venuto a dirci che all’ultima
giornata di andata sette di noi sarebbero scese in campo contro Bergamo
e due avrebbero anche segnato ci saremmo messe a ridere a gli avremmo chiesto
di curarsi. In quel periodo la pressione non si sentiva anche perché
noi pensavamo a prepararci per il torneo under 19.
Come vi hanno accolto le veterane all’interno del gruppo? Quali
sono le vostre guide? Se ne avete..
Tutte: Ci hanno accolto tutte molto bene, ci sentiamo di dover
ringraziare tutte quante perché si sono rivelate comprensive e disponibili,
magari qualcuna è più attenta e scrupolosa nel darci consigli
ma non sarebbe giusto fare nomi perché a modo sua ognuna di loro
ci è d’aiuto.
Giocate
in serie A con una tranquillità ed una sicurezza disarmante.Da chi
o da che cosa deriva questa mentalità?
Tutte: E’ un insieme di fattori e persone che fanno tutte parte
de segreto di questo ambiente. Un ambiente, quello del Foroni, dove la
mentalità vincente là si respira ovunque e in chiunque: dalle
giocatrici agli allenatori, dai dirigenti fino ai magazzinieri e ai sostenitori.
Non pensi mai di non vincere, c’è piena consapevolezza delle proprie
forze.
E pensare che due anni fa facevate parte dell’allegra troupe di
Katia Serra in serie D. Da qualcuno proprio per questo siete chiamati i
fiori di “Serra”, ma quanto vi sentite di dovere alla vostra ex allenatrice
dal punto di vista della vostra crescita calcistica?
Magnaguagno: Katia curava molto non solo l’aspetto pratico calcistico
ma faceva sempre attenzione al gruppo, alla correttezza tra noi e con le
avversarie, alla convinzione nei propri mezzi, trasmetteva la mentalità
vincente che come ditto prima è propria di questo ambiente,
facendoci capire che le vittorie si conquistano prima fuori e poi in campo.
Forse non l’abbiamo capito subito, ora però è molto più
chiaro.
Oltre a Katia avete avuto come allenatrici prima Adele Marsiletti
ed ora Fabiana Comin, passato e presente del calcio femminile, vi renderete
conto della fortuna di essere cresciute da calciatrici di questo calibro,
potremmo definirlo un “master calcistico”. Che cosa vi ha trasmesso ognuna
di loro?
Montanari: Io tutto quello che so di calcio lo devo ad Adele
Marsiletti, è lei che me lo ha trasmesso.
Tutte: Katia curava molto la tecnica ma soprattutto l’aspetto
comportamentale e teneva tantissimo al gruppo. Adele era molto professionale,
trattava tutte con molta serietà e non mescolava mai il suo lavoro
di mister con il resto, Fabiana invece trasmette una grande carica e una
grande energia.
Sicuramente avevate dei sogni a livello calcistico, si sono realizzati
prima di quanto immaginaste o devono ancora materializzarsi? In ogni caso
quali erano o quali sono?
Magnaguagno: Per me il massimo era già essere arrivata
a giocare a calcio perché a mia madre l’idea non era mai piaciuta,
così ho iniziato dopo le altre ma sono felice di essere qua adesso
e visto che ci sono non voglio precludermi alcun obiettivo, poi quel che
sarà sarà.
Tutte: Alcuni sogni si sono realizzati, però è
giusto, alla nostra età, continuare ad averne, la maglia Azzurra
è il punto di arrivo di tutte, per il momento però ci piacerebbe
vincere lo scudetto under 19, anche se dopo oggi è ancora più
difficile (al momento dell’intervista le ragazze erano appena state sconfitte
2 a 1 ad Imola).
Uno di
quelli realizzati sarà stato sicuramente l’esordio in serie A. Cos’avete
provato quando mister Donella vi ha chiesto di togliervi la tuta ed entrare
per la prima volta in campo?
Fraccaroli: Tanta emozione perché francamente non
me l’aspettavo, ma quasi subito l’emozione si è trasformata in gioia,
tanta gioia.
Carradore: Ero tranquilla, mi sembrava normale perché
in campo c’erano già le mie compagne dell’under 19 quindi l’impatto
non era così forte.
Valeri: C’è un retroscena simpatico perché io
e Carradore, che come me si chiama Emanuela, ci stavamo scaldando insieme,
Mister Donella si è girato verso di noi e ha detto: “Manu preparati”,
ma non avevamo capito a quale delle due si riferisse così abbiamo
risposto: “quale?” e la cosa si è sdrammatizzata, io difatti non
me ne sono resa conto, credo di non rendermene conto ancora adesso.
Qual è il complimento che avete ricevuto di recente e che
vi ha fatto più piacere perché magari vi ha colte di sorpresa?
Carraro: Il più bel complimento l’ho ricevuto dopo Mantova-
Foroni due domeniche fa, avevo sbagliato il rigore che poteva darci la
vittoria e Paolo mi ha detto: “grazie al cielo sei un essere umano, non
un robot infallibile”.
Tutte: Crediamo che il più bel complimento ci sia stato
fatto dopo la partita contro Bergamo, quando le ragazze della prima squadra
ci hanno voluto dire che in caso di vittoria finale lo scudetto sarebbe
anche nostro.
Qual è l’avversaria più forte che avete affrontato
o quella che magari vorreste in un futuro molto prossimo trovarvi davanti?
Tutte: Non ne ricordiamo una in particolare, spesso sono le
intere squadre a metterti in difficoltà e questo avviene di più
nel torneo under 19 dove c’è un discreto equilibrio tra i singoli
e la differenza la fanno di più i gruppi meglio organizzati o meglio
affiatati.
Silvia,
possiamo dire che sei la bestia nera del Torino. Infatti gli hai segnato
alla tua prima partita in Coppa Italia lo scorso anno ma contro le granata
hai realizzato anche il tuo primo gol in A. A livello emozionale che differenza
c’è stata tra queste due reti?
Carraro: Non c’è differenza, ogni volta che gioco per
me è già il massimo e quando segni diventa ancora meglio,
ma non sento emozioni diverse, nel momento in cui vedi la palla entrare
in rete non riesci a dare un peso diverso a questo o a quel gol.
Non è che all’interno del vostro clan si nasconde un fans
club segreto di Totti? Silvia ed Elisa, contro il Bergamo avete segnato
due gol che ricalcano lo stile del capitano giallorosso: un bel colpo
da sotto e una parabola da fuori area. Ci avete pensato su prima di aver
fatto partire quei due gioielli o sono stati gesti istintivi?
Carraro: Totti è bravo ma il mio idolo è Baggio,
però se serve fare un paragone con il mio gol mi piacerebbe venisse
paragonato al gol di Maddalena Gozzi contro la Torres.
Crivellaro: Totti è sicuramente un grande campione ma
non c’è desiderio di emulazione, io mi preparo molto in allenamento
a calciare a rete, è uno dei colpi che provo e riprovo quindi non
è casuale, quando ho visto la palla arrivare verso di me non ho
pensato a come avrei voluto calciare, ho calciato e basta e ne uscito quel
gol.
Qual è stata la vostra reazione dopo che avete visto la palla
insaccarsi?Vi siete date un pizzicotto per vedere se stavate sognando o
eravate effettivamente sul campo?
Carraro: E’ stato indescrivibile, non posso dirti cosa si prova
è una cosa troppo forte.
Crivellaro: Non me ne sono resa conto, poi mi sono voltata ed
ho visto tutte le compagne che correvano ad abbracciarmi, in un certo senso
quello è stato il pizzicotto.
Sempre
tu Silvia, nel suo primo campionato in biancoverde una certa Gazzoli portava
il tuo stesso numero 15 sulle spalle. Tu nelle movenze e nella duttilità
tattica le somigli. In un certo modo ti ispiri a lei e cerchi di imparare
qualcosa in allenamento guardandola?
Carraro: Chiara è ovviamente un esempio da seguire ed
imitare, è logico che io cerchi di rubarle qualche piccolo trucchetto
specialmente osservandola in allenamento ma lei è francamente troppo
forte, credo sia inarrivabile.
Dopo aver assaggiato i palcoscenici della serie A con che spirito
scendete in campo la domenica pomeriggio?
Tutte: Con lo stesso di sempre, la domenica si gioca il “nostro”
torneo, quello che teniamo di più a portare avanti perché
in fin dei conti se adesso ci stiamo togliendo la soddisfazione di aver
debuttato in prima squadra molto lo dobbiamo proprio alla partecipazione
ai tornei giovanili e all’impegno che mettiamo in questi. In prima squadra
poi c’è più tensione (almeno per noi) la domenica siamo con
il nostro gruppo, siamo più rilassate anche se concentrate allo
stesso modo.
Il vostro week end è interamente dedicato al calcio. Alla
vostra età in un certo modo vi pesa dover rinunciare a dei giorni
liberi da passare in compagnia degli amici o è un sacrificio che
fate volentieri per amore di questo sport?
Tutte: No, non pesa perché la passione per il calcio
è più forte di ogni altra cosa, anche allenarsi con la continuità
alla quale siamo sottoposte, ci sentiamo dire che sarebbe logorante, noi
invece non vediamo l’ora di scendere in campo. Poi di tempo ne rimane comunque,
ci sono le serate in compagnia e ogni tanto le soste. Un sacrificio? No,
non lo è, è un grande gioco.
Avete anche altri hobby oltre al calcio?
Magnaguagno : Il tennis.
Montanari: La danza classica.
( Paolo: “non lo direste
dopo averla vista in campo”)
Tutte: Gli amici e la lettura ma soprattutto
(quasi in coro)
per tutte c’è il calcio, calcio, calcio e ancora calcio.
Il punto di
vista di chi le ha “coltivate”: Katia Serra.
Che effetto ti ha fatto vedere le”tue ragazzine” protagoniste
in serie A?
Auguro a tutte di superare sempre il maestro perché vorrebbe
dire che ho dato loro molto. Mi hanno sicuramente fatto un effetto
positivo perché significa che i miei insegnamenti stanno dando i
suoi frutti e allo stesso tempo è gratificante vedere il rispetto
e l’affetto che nutrono ancora per me. Però l’idea di trovarsele
un domani davanti come avversarie o come compagnemi fa sorridere, perché
significa che sto invecchiando benché dentro di me mi senta come
una ragazzina.
Chi di loro ti ha sorpresa di più?
Non voglio fare una graduatoria anche perché in maniera differente
mi hanno colpito tutte. Più che una persona nella partita contro
il Bergamo, mi ha colpito un aneddoto: Elisa Crivellaro, mancina pura,
che calciava in porta, anche se con esito negativo, con il piede destro.
Mi ha dato molta soddisfazione perché significa che i miei insegnamenti
non sono caduti nel vuoto ma anzi le sono serviti molto. Infatti durante
gli allenamenti ero solita insistere affinché provasse ad utilizzare
anche l’altro piede.
Se tu dovessi rindossare per un attimo i panni dell’allenatrice
quale sarebbe il tuo ultimo consiglio per loro?
I consigli sono due: il primo è che devono fare tesoro di questa
esperienza perché non è da tutti avere l’opportunità
di giocare in serie A a quest’età. Però voglio dire loro
che il difficile arriva adesso, perché è facile
arrivare ma confermarsi molto spesso non è allo stesso tempo alla
portata di tutti. Non dovranno mai sentirsi arrivate e dovranno mettersi
alle spalle tutto quello che hanno fatto di buono fino ad adesso, perché
sarà nelle prossime partite ma soprattutto nelle prossime stagioni
che emergerà il loro vero valore che definirà la loro dimensione
calcistica.
…e anche quello
di chi le ha lanciate: Leo Donella.
Dica la verità…quando ad agosto le consegnarono queste ragazzine
pensava che fossero così forti ma soprattutto che sarebbero state
così decisive?
Ovviamente no, avevo avuto ottime indicazioni su di loro e quando le
avevo viste giocare mi ero accorto che avevano grandi qualità ma
non mi aspettavo di certo che fossero pronte ad un salto così importante.
Foroni-Bergamo rappresenta comunque un episodio dove tutto ha funzionato
a meraviglia, abbiamo fatto di necessita virtù e le ragazze hanno
risposto in modo più che positivo.
Dopo il recente exploit viene il difficile: come pensa di gestire
questi talenti affinché non si brucino?
Non esiste un vero problema di gestione in quanto si trovano di fronte
campionesse affermatissime, risulta pertanto facile per delle ragazze intelligenti
come loro capire che non possono ambire in questo momento ad una maglia
da titolare (es. quando si ha davanti una Chiara Gazzoli, una Silvia Carraro
non ci pensa nemmeno ad entrare in competizione) sanno aspettare il proprio
turno allenandosi con diligenza e sfruttando al massimo la grossa opportunità
che viene loro data facendo parte di un gruppo di atlete cosi brave.
Ringrazio immensamente Paolo per la collaborazione e per le foto
e Chiara per i suoi, sempre preziosi, consigli.
CARRADORE
EMANUELA
Centrocampista
Verona, 17/2/88
2002-2003 Foroni Verona A - -
2003-2004 Foroni Verona A 3 -*
CARRARO
SILVIA
Attaccante
Tregnago (Vr), 14/4/88
2002-2003 Foroni Verona A - -
2003-2004 Foroni Verona A 11 3
CRIVELLARO
ELISA
Centrocampista
Verona, 24/6/87
2002-2003 Foroni Verona A - -
2003-2004 Foroni Verona A 11 1
FRACCAROLI
SARA
Attaccante
Verona, 1987
2002-2003 Foroni Verona A
2003-2004 Foroni Verona A 1 -
GARDONI
DENISE
Attaccante
Verona, 27/11/86
2002-2003 Foroni Verona A - -
2003-2004 Foroni Verona A 8 -
MAGNAGUAGNO
SARA
Centrocampista
Verona, 21/3/86
2002-2003 Foroni Verona A - -
2003-2004 Foroni Verona A 5 -
MONTANARI
LAURA
Difensore
Verona, 16/2/88
2002-2003 Foroni Verona A - -
2003-2004 Foroni Verona A 3 -
VALERI
EMANUELA
Difensore
Verona, 20/4/85
2002-2003 Foroni Verona A - -
2003-2004 Foroni Verona A 1 -
· dati aggiornati al 07/02/2004