MADDALENA GOZZI
Spopolava in serie
B con al maglia del Foroni ed era la stellina dell’attacco della
Nazionale under 18 a soli 16 anni,la sua tecnica aveva conquistato proprio
tutti e la strada verso il successo sembrava spianata,quando sul più
bello questo meccanismo che sembrava perfetto s’è inceppato e dei
dottori poco competenti le hanno tarpato le ali…con uno stop all’idoneità
sportiva che sembra, anzi è, irrazionale e illogico ma che stava
per mettere in pericolo una delle speranze di casa Italia.
Cinque anni di silenzio, cinque anni per smentire quella stupida
sentenza, lontana dai campi di gioco, o meglio, vicina per gli allenamenti
ma completamente estranea alle partite. E poi quando meno te l’aspetti,
arriva l’ennesima svolta della carriera:l’incontro con un dottore
molto qualificato, l’idoneità ritrovata, la possibilità di
giocare che si rimaterializza e il Foroni che la riaccoglie a braccia aperte
per catapultarla sul palcoscenico della serie A.
Storia di una ragazza che è scesa dalle stelle alle stalle
ma che piano piano si sta riaffacciando nell’universo del calcio che conta…
Rispetto a quando hai smesso di giocare ad adesso hai trovato diverso
il calcio femminile?
Non avevo mai giocato in serie A però ho notato che rispetto
a qualche anno fa c’è sicuramente più attenzione verso questo
movimento, le figurine sul noto album dei calciatori, la presenza di calciatrici
come ospiti a programmi televisivi importanti e gli articoli presenti sui
giornali, sono la conferma che qualcosa è cambiato, in positivo.
Hai scelto di portare un numero piuttosto importante sulle spalle,
il 10, è stata una scelta casuale o c’è qualcosa dietro?
Il dieci è un numero al quale sono affezionata fin da
piccola perché me lo hanno sempre dato tutti i miei allenatori e
poi è anche il numero del mio idolo: Maradona, quindi non è
una scelta casuale.
La tua carriera è stata interrotta per cinque anni, vuoi
spiegarci il perché?
E’ più una questione burocratica che altro:ero in ritiro con
la Nazionale under 18 in procinto di partire per gli europei di categoria,
quando dopo alcuni esami, mi furono diagnosticate delle aritmie al cuore.
Mi sottoposero a delle analisi, ma essendo la partenza per il torneo molto
vicina, non c’era il tempo necessario per aspettarne i risultati
e così mi fu data la “Non idoneità”. Questo si rivelò
un grande problema, perché benché i risultati e le successive
analisi fossero positive, ormai era stato certificato che non ero idonea.
Per cinque anni ho girato tutti i migliori centri e i migliori dottori
senza esiti positivi, quando un giorno, per fortuna, ho incontrato un medico
che collabora con il Coni, che ha dimostrato la mia idoneità e ha
sciolto tutti i problemi burocratici.
Come sono stati quei momenti? Cos’hai provato? Hai avuto paura che
non saresti più tornata a giocare?
Sono stati dei momenti davvero difficili, tante volte ho avuto paura
di non poter tornare, ma la voglia di giocare era tanta, superiore a tutto,
poi gli esami andavano bene quindi ero fiduciosa. Inoltre ho avuto una
famiglia meravigliosa e tutta la squadra che mi sono stati vicini ed è
stato molto importante.
In questi cinque anni di fermo forzato, ci sono stati dei momenti
nei quali hai pensato di gettare la spugna? Cosa ti ha dato la forza per
continuare?
Sì, ci sono stati dei momenti nei quali ho pensato di smettere,
ma come ho già detto prima ho avuto la fortuna di avere molte persone
intorno che mi hanno fatto forza. Su tutti però mio padre, che per
me ha fatto cose che non so quanti padri avrebbero fatto; è lui
che mi ha portato in giro per tutti i centri e infatti si è commosso
quando sono tornata a giocare e il presidente Fagnani, il quale ogni volta
che stavo per abbandonare mi fissava sempre un appuntamento con un nuovo
dottore, dimostrando di credere molto in me.
Potresti immaginare la tua vita senza il calcio?
Adesso come adesso no, ASSOLUTAMENTE NO. Penso solo a giocare,per me
è un po’ come ripartire, in futuro non lo so, mi piacerebbe formare
una famiglia e forse mi piacerebbe allenare ma è ancora prematuro
da dire. Penso giorno dopo giorno, non si sa mai. Carpe Diem!
Cos’hai provato la prima volta che sei tornata in campo?
La prima volta è stato a settembre in Supercoppa ed oltre all’emozione
incredibile per il mio rientro,ero ancora più felice perché
abbiamo vinto! Inoltre le mie compagne mi hanno fatta commuovere perché
alla fine della partita mi hanno buttata in alto e negli spogliatoi e in
pullman hanno intonato molti cori per me. Sinceramente tutto non mi sembrava
ancora vero.
Non pensi che tu più di ogni altra giovane avresti
bisogno di giocare con più continuità magari in una
squadra minore oppure pensi che anche lo stare a contatto con tante
campionesse possa aiutarti a crescere?
Ho ricominciato in questa stagione e sarà un’anno molto importante
per me perché devo pensare soprattutto a recuperare. Il Foroni ha
fatto tanto per me e ha tanta fiducia nelle mie capacità, quindi
se ci sarà un prestito sarà per il prossimo anno. Ma a me
va benissimo anche così, l’importante è essere tornata in
campo.
Pensavi che ti saresti ritagliata tutto questo spazio in squadra?
Sono arrivati perfino i gol in Coppa Italia e in campionato, ti aspettavi
di più o di meno?
Sinceramente non avevo mai pensato a quanto spazio avrei avuto, penso
solo ad allenarmi e a ritrovare la condizione. Ho avuto paura di non tornare
più come prima, e ci sono cose che prima facevo ma che per adesso
non riesco ancora a fare, ma do sempre il massimo in allenamento per tornare
nella condizione ottimale.
Sogni di riprenderti prima o poi quella maglia azzurra che ti fu
strappata via alla vigilia degli europei?
Per adesso non ci penso, penso solo a riprendermi la maglia da titolare
qui, ovvio che tutti sperano di vestire al maglia della Nazionale, ma c’è
tempo.
Cosa ti auguri e ti aspetti per il tuo futuro?
Mi auguro di essere felice e se un giorno smetterò di giocare
sarà una mia scelta e non dovuta a forze maggiori.
C’è una giovane che più ti ha impressionata e per
la quale voteresti per il nostro sondaggio?
Voto per Pamela Conti. Mia sorella mi aveva parlato molto bene di lei,
ma solo quando l’ho vista giocare ho potuto realizzare quanto fosse brava:
ha giocato una buona partita in difesa e ha fatto delle belle giocate.
Prima di salutarci, vuoi aggiungere qualcosa?
Sì,vorrei mandare un GRANDISSIMO RINGRAZIAMENTO a tutte le persone
che in un modo o in un altro mi sono state vicine in questi anni.
Grazie Maggie,In bocca al lupo….