Quattro chiacchere con Laura Teodori

Pisa, 11 gennaio 1998.

L.TeodoriAl campo degli Ospedalieri e` da poco finita una partita della serie C toscana. Le giovani locali hanno potuto far poco contro il piu` quotato Galleno. Ma per me la partita e` anche un'occasione per rivedere una vecchia amica: Laura Teodori, classe 1963, ha tante cose da raccontare sul calcio femminile.
A soli 14 anni faceva parte di quel Livorno che disputo` la serie A. La sua carriera di calciatrice pero` ha un paio di buchi, dovuto proprio al fatto che nella sua Livorno non sempre c'e` stata una squadra di calcio femminile. Si trasferi` nel Pisa nel 1991 e col Pisa torno` in serie A partendo dalla C. Col patentino di terza categoria (che non tutti i mister della serie A possiedono), adesso continua a giocare nel Galleno, in serie C (e` il mio ultimo anno dice ogni anno da quattro anni) ma, soprattutto, allena una squadra femminile giovanile che da un paio di anni si sta facendo onore in Toscana.

Cosa ti aspetti da questo torneo giovanile toscano ?
Niente di particolare, che le ragazze che alleno si migliorino, che comincino a pensare di essere una squadra competitiva, anche perche` avremo l'opportunita` di inserire qualche giocatrice piu` esperta della prima squadra.

Come sai bene io giro parecchio per i campi di serie A e serie C e osservando gli allenatori durante la partita ho notato una cosa: quelli di serie C sono molto piu` prodighi di direttive tecniche rispetto a  quelli della serie A e certe volte mi viene il dubbio che per qualche strano paradosso gli allenatori piu` capaci si trovino nella categoria inferiore.
No, credo che il discorso si debba basare sulle capacita` delle ragazze. In serie C si lavora su una base abbastanza giovane e puo` darsi che queste ragazze non siano in grado di tenere la posizione in campo. In fondo giocare a calcio e` anche giocare senza palla ed e` una questione di esperienza. Certo, ci sono gli allenamenti, le spiegazioni teoriche ma il bravo giocatore e` quello che ha la capacita`di  muoversi anche senza palla. Chi sa fare questo, anche se non tecnicamente perfetto puo` giocare in serie A tranquillamente.

Tutti gli anni si dice che il calcio femminile sta crescendo e effettivamente sembra che quest'anno si stia davvero muovendo qualcosa. Fra l'altro, restando nei posti che conosciamo bene, a Pisa c'e` l'effetto Romeo che sta portando al campo Abetone parecchia gente, a Lucca si sta lavorando molto con i media locali, anche in federazione c'e` fermento: insomma, questo sembra davvero l'anno buono, il guaio e` che si diceva anche l'anno scorso e anche l'anno prima....
Ascolta, e` tanto tempo che gioco e che sento questi discorsi. Sempre restando in Toscana quest'anno c'e` una serie C il cui livello e` piuttosto basso: forse i ricambi non sono quelli giusti, oppure le squadre sono troppo giovani, troppo inesperte. Il Pisa ha ottime calciatrici, non c'e` da meravigliarsi dei risultati che sta ottenendo, e di conseguenza del maggior afflusso di pubblico.

Comunque mi sembra che il cambiamento che sta avvenendo quest'anno vada al di la` dei risultati ottenuti dalle singole squadre. Ho cominciato a conoscere altri uomini sinceramente appassionati di calcio femminile. Questo discorso mi fa anche tornare in mente una mia vecchia idea: c'e` qualcosa che ci separa in qualche modo perche` noi uomini ci appassioniamo al calcio femminile mentre voi donne siete semplicemente appassionate di calcio e, essendo donne, non potete far altro che avvicinarvi al calcio femminile. Sei d'accordo con me ?
No, non e` vero. Chiaramente io posso parlare solo per me e ti posso dire che a me piace il calcio e il calcio femminile in particolare. Se non mi fosse piaciuto il calcio femminile non avrei allenato una squadra di ragazze giovani. Fra l'altro e` molto diverso allenare una squadra giovanile, a cui devi insegnare tutto, che una squadra che deve fare un campionato. Chiaramente desidero anche giocare ma voglio anche veder crescere il calcio femminile a tutti i livelli, a livello di federazione e a livello di societa`.

Detesto toccare argomenti triti e ritriti come parlare delle differenze fra calcio maschile e femminile, su cui tanti luoghi comuni, spesso falsi, si dicono. Pero` delle differenze ci sono e, secondo me, non tanto perche` le donne sono donne e gli uomini sono uomini ma perche` c'e` una differenza storica, c'e` stata cioe` una crescita diversa nel corso degli anni. Il calcio maschile e` cresciuto in modo continuo mentre il calcio femminile e` nato ed e` morto non so neanche quante volte. Probabilmente l' errore che fanno molte federazioni e anche molte societa` e` quello di inquadrare il calcio femminile nello stesso modo in cui si inquadra quello maschile. Ti faccio un esempio banale: tutto questo affetto per il girone all' italiana anche di fronte ad una serie C come quella toscana in cui si distinguono nettamente due gruppi di squadre, praticamente due categorie diverse: si potevano tranquillamente organizzare due gironi e dei play-off oppure creare una serie D, c'erano insomma tante possibilita` che avrebbero evitato quelle goleade che deprimono le piu` giovani e che mettono in cattiva luce tutto il movimento. Parlando piu` in generale mi sembra che spesso e in piu` settori si commetta lo stesso tipo di errore, cioe` quello di non inquadrare la situazione del calcio femminile come qualcosa di specifico, ma utilizzando invece criteri che sono sicuramente validi per il calcio maschile, ma non necessariamente per quello femminile.
Si`, in effetti si guarda troppo al calcio maschile e questo e` sbagliato. Al di la` delle differenze fisiche e psichiche che ci possono essere non ci sono neanche gli stessi supporti: vediamo squadre con 11 calciatrici contate, squadre che iniziano ma che non si sa se finiranno il campionato, girano molti meno soldi....occorre trovare una dimensione donna senza imitare il calcio degli uomini.

Secondo me pero` e` altrettanto sbagliato il discorso delle deroghe come quelle che si fanno su tesseramenti e limiti di eta`: ci vorrebbe un regolamento si` specifico ma pur sempre rigido, ben preciso.
In teoria si`, pero` purtroppo le deroghe devono essere fatte perche` altrimenti molte squadre non potrebbero neanche iscriversi al campionato: una squadra puo` anche vincere un campionato ma non avere i fondi necessari per fare il salto di categoria, e allora la federazione non puo` stare a guardare piu` di tanto le posizioni in classifica, altrimenti rischia di trovarsi senza squadre sufficienti per un campionato nazionale. Stesso discorso per i tesseramenti, ci sono dei regolamenti da rispettare ma per il calcio femminile a volte si chiude un occhio, soprattutto nel giovanile. Anch'io ho in squadra una bimba che teoricamente non potrebbe giocare ma il comitato di Firenze ha allargato i limiti di eta`. Ovviamente se arrivero` alla fase nazionale non potro` schierarla ma intanto posso almeno partecipare alla fase regionale. Coi limiti del regolamento ufficiale la mia squadra non si sarebbe neanche iscritta e sarebbe stato una svantaggio anche per la Federazione. Nel calcio maschile non esistono questi problemi perche` bimbi che vogliono giocare a pallone se ne trovano tanti, nel nostro caso invece le deroghe
Nel calcio maschile non esistono questi problemi perche` bimbi che vogliono giocare a pallone se ne trovano tanti, nel nostro caso invece le deroghe vengono incontro alle esigenze delle squadre.

Parlando di settore giovanile mi vengono in mente i genitori delle piccole calciatrici: in genere si dividono in due categorie ben distinte che io ho soprannominato gli entusiasti e i contrari. Gli entusiasti non si perdono una partita, qualcuno arriva anche a collaborare attivamente con la squadra, altri criticano le direttive del tecnico di turno. Ci sono pero` anche quelli contrari all'attivita` calcistica della figlia, io me ne stupisco ogni volta ma esistono ancora oggi. Tu hai mai avuto problemi con questi due tipi di genitori ?
Ti posso raccontare proprio un'esperienza diretta: mia madre era molto contraria al fatto che io giocassi a pallone, solo che io ho cominciato a giocare quando era gia` abbastanza grande per cui lei ha dovuto adeguarsi alla mia scelta personale; poi ha potuto rendersi conto che a me piaceva parecchio e che lo facevo volentieri. Effettivamente ci sono questi genitori "contrari".
Di solito sono le mamme anche se mi e` capitato ultimamente un babbo contrario non tanto al fatto in se` della figlia che giocava a pallone ma al fatto che frequentasse un ambiente che a lui non piaceva. Ultimamente invece si e` ricreduto perche` ha trovato l' ambiente della mia squadra ineccepibile, i genitori delle mie calciatrici sono tutte persone tranquille anche se magari ci sta che protestino, nei limiti della civilta`, se la figlia rimane in panchina. In passato ci sono stati dei problemi ma io ho subito chiarito ogni questione e adesso mi sembrano tutti soddisfatti. Per questo aspetto mi ritengo fortunata, molto fortunata.

Le calciatrici giocano e i loro genitori si appassionano al calcio femminile in virtu` del legame familiare. Pero` esistono anche persone, come me, che si appassionano al calcio femminile senza necessariamente essere un genitore o un marito o un fidanzato. Anni fa mi sentivo abbastanza solo ma negli ultimi tempi ho conosciuto sempre piu` appassionati, soprattutto uomini. Ho l'impressione che questi uomini appassionati di calcio femminile stiano aumentando.
Forse succede un po' come per il tennis: quello maschile e` all' esasperazione e il vero tennis e` quello femminile...

Stesso discorso per la pallavolo, anche se sinceramente non mi intendo di questo gioco, c'e` pero` chi dice che i maschi sono ormai troppo potenti e che la partite femminili sono piu` spettacolari.
Si puo` dire lo stesso anche per il calcio: quando si va a vedere una partita femminile bisogna valutare e apprezzare il gesto tecnico della donna e utilizzare un'ottica diversa, non cercare il paragone coi giocatori uomini; un tale paragone non mi sembra minimamente pensabile, soprattutto adesso che il calcio maschile e` sempre piu` esasperato: tutti questi cambi durante il campionato: uno inizia con una squadra, poi finisce con un'altra.....

A dir la verita` il calcio femminile e` stato un po' antesignano in questo, gia` da qualche anno e` possibile cambiare squadra nell'ambito dello stesso campionato anche se ci sono dei limiti di tempo...
...e poi c'e` il vincolo a vita, visto che siamo dilettanti. E` giusto fino ad un certo punto visto che alla fine solo le societa` vengono tutelate. Non vedo perche` un giocatore che dopo un paio di anni in una certa societa` senta il bisogno di cambiare non possa farlo senza trovarsi di fronte grosse difficolta`, ci possono essere tanti motivi per voler cambiare squadra, magari
una semplice incompatibilita` con il tecnico...

..e capita spesso...e poi c'e` anche il mercato, piu` o meno sotterraneo, dei cartellini...
Va bene, e` giusto chiedere una cifra, ma non e` giusto "sparare" delle cifre...

Mi sembra pero` che si possano fare delle scritture private, dei contratti per dare un termine al reciproco impegno tra calciatrice e societa`, mi sto pero` addentrando in un argomento che non conosco bene, ci vorrebbe un avvocato.
Il fatto e` che bisogna decidere una volta per tutte come considerare il calcio femminile: dilettante o professionistico ? Perche` in un ambiente professionistico si puo` parlare di contratti, di notai, di termini ma soprattutto di soldi. Visto che siamo dilettanti non capisco perche` la mia nuova societa` debba pagare il cartellino alla societa` da cui provengo. Una ragazza giovane, che gioca bene, che per qualche motivo si stufa della societa` a cui appartiene rischia di rimanere ferma.

...e il calcio femminile non puo` certo permettersi il lusso di lasciare a casa una brava calciatrice. Questo tema secondo me rientra in uno piu` generale e cioe` nella constatazione del fatto che ormai il dilettantismo vero e proprio non esiste piu`. D'altra parte e` ancora impensabile che una calciatrice viva solo di calcio, la stessa Carolina Morace non ha mai vissuto col solo calcio. Forse occorrerebbe trovare una qualche forma che anni fa avremmo chiamato semiprofessionismo e che oggi potremmo accomunare al cosiddetto lavoro part-time: ne guadagneremmo in trasparenza pero` le societa` si ritroverebbero qualche sgradita imposta da pagare...
Anche per i dilettanti esistono gia` delle norme e delle possibilita` di contratti, con cifre stabilite per regolamento, in genere pero` si preferisce limitarsi al rimborso spese. E` vero che il dilettantismo sta scomparendo e le societa` si devono adeguare ma mentre da una parte si tende a strutturare la societa` in termini "commerciali" dall' altra si continuano a tesserare le
calciatrici come dilettanti. E` una questione complessa e forse uno dei motivi principali per cui il calcio femminile non decolla.

L.Teodori con G.CecchiLa conversazione con Laura continua ma su questioni piu` personali, e poco interessanti per voi, cari visitatrici e visitatori. I temi da noi toccati pero` sono ben lungi dall'essere esauriti e magari a qualcuno di voi sara` venuta voglia di dire la sua opinione. Noi siamo pronti ad ascoltarla.