La stagione 97/98 si sta concludendo portandosi dietro l'immancabile
strascico di polemiche. I problemi del calcio femminile sono tanti, le
idee su come rimediare forse persino di più: probabilmente è
proprio per questo motivo che i problemi finiscono sempre col rimanere.
Su questo e su altro volevamo sentire l'opinione di Armando Esposito,
quaranteseienne calabrese trapiantato in Toscana ormai da trenta anni,
che con le squadre minori dell'Agliana è sempre protagonista nei
tornei regionali e giovanili. Calciatore dilettante (III categoria), poi
allenatore UISP, Armando si avvicinò al calcio femminile (come succede
a molti) tramite la figlia Luana, tesserata per la Pistoiese (oggi Agliana).
Poi, guarda un po' i casi della vita, la figlia si è stancata del
calcio ma Armando non si è stancato del calcio femminile e adesso
è considerato uno dei migliori allenatori in Toscana, se non in
Italia. Negli ultimi tre anni la sua Agliana è arrivata alla fase
nazionale del torneo giovani calciatrici e nell'Agliana di mister Esposito
sono cresciute calciatrici come Elisa Forlucci e Francesca Ascani, più
volte azzurine, e molte altre giovani che hanno fatto da valido supporto
per la prima squadra biancoverde in serie A.
Incontriamo Armando ai bordi del campo di Uliveto, dove si sta svolgendo un torneo: il mister aglianese non è certo avaro di parole e col suo carattere estroverso finisce col coinvolgere chiunque passi da quelle parti: così l'intervista diventa quasi una tavola rotonda, o meglio: un capannello.
Come ti sei avvicinato al calcio femminile ?
Seguivo il calcio femminile tramite mia figlia che giocava nella Pistoiese;
avevo ottenuto buoni risultati con la mia squadra UISP (maschile, ndr)
e i dirigenti della Pistoiese già mi chiedevano di entrare a far
parte della società in modo attivo. Quando l'esperienza UISP si
esaurì dovetti cedere a quelle pressioni. Così, circa sei
anni fa cominciai ad allenare una squadra di calcio femminile. Iniziai
facendo il torneo giovanile come fuori classifica, dato che avevo diverse
fuori quota, poi però volli fare la serie C, sempre fuori classifica,
perchè il giovanile giocava solo da febbraio ad aprile e in così
poco tempo non si può costruire una squadra. Poi da tre anni a questa
parte ho partecipato ai tornei giovanili, quasi sempre vincendo. La prima
volta neanche mi aspettavo di passare alla fase nazionale, anche perchè
in quel torneo battemmo una Piazza che era veramente forte, certamente
più forte di squadre che incontrammo dopo. Anzi, già allora
mi resi conto che qualcosa non andava nel meccanismo del torneo: eliminammo
una grande Piazza ed una grande Torres e poi ci ritrovammo in semifinale
delle avversarie assolutamente inferiori, vincemmo 6-1 senza problemi e
più che altro mi preoccupai di non far vedere alla Lazio, che aveva
vinto con una goleada l'altra semifinale, la vera forza della mia squadra.
E' ridicolo lasciare a casa Piazza e Torres e trovare in semifinale chi
può perdere 15 a 0.
Va anche detto che è un po' difficile stabilire a priori un
tabellone, in un mondo come quello del calcio femminile in continuo cambiamento
...
Sì, ma è pure vero che la partita con la Torres fu una
battaglia, a noi bastava il pareggio e finì 2-2, mentre la semifinale
fu troppo facile. Anche l'anno dopo secondo me la Federazione fece degli
errori: io ero sicuro di arrivare fino in fondo con la mia squadra ...
L'Altavilla però si è dimostrata molto forte ...
Sai, non me la sento di giudicare l'Altavilla perchè non ci
giocai contro: certo è che la federazione sbagliò a farci
giocare il giorno prima: mi ricordo che si finì tardissimo (la
semifinale Agliana-Lazio vinta dalla Lazio ai rigori, ndr), eravamo
alle 22 e 30 a cena, andammo a letto verso mezzanotte e la mattina si doveva
giocare la finale per il terzo posto. La Lazio giocò di pomeriggio
la finale con l'Altavilla, andò in vantaggio nel primo tempo e si
vedeva, anche dal possesso di palla, che era più squadra, poi però
crollò nella ripresa; la stanchezza della semifinale contro di noi
si fece sentire.
Parliamo un po' dei prestiti, un argomento piuttosto caldo di questi
tempi: qui in Toscana c'è stata la polemica col Lucca, che non ha
utilizzato prestiti e non ha digerito la sconfitta da parte di un' Agliana
rinforzata all'ultimo momento. Io personalmente sono favorevole ai prestiti
perchè si può dare l'occasione a ragazze che giocano in squadre
piccole di mettersi in luce fino ai livelli nazionali ...
Proprio così, infatti si tratta sempre di ragazze le cui squadre
non partecipano ai tornei giovanili e quindi si dà loro la possibilità
di parteciparvi ugualmente.
D'altra parte penso anche che bisognerebbe cercare di rendere i regolamenti
più omogenei, nel caso specifico, se si sa che nella fase nazionale
non sono più concessi i prestiti e bene non concederli nemmeno a
livello regionale, proprio per non creare le situazioni che si sono verificate
quest'anno, con strascichi polemici e squadre che si trasformano da una
fase all'altra.
Sì, può essere tutto giusto ma io dico questo: sono tre
anni che partecipo al torneo giovanile, due anni fa si potevano schierare
cinque fuori quota, cioè classe 1978: guarda caso io avevo solo
una '78, mentre la Lazio ne aveva cinque e la Torres ne aveva pure cinque;
poi si potevano chiedere due prestiti; l'anno scorso non si potevano più
tenere i fuori quota, cioè classe 1979, guarda caso io ne avevo
diverse e tutte brave, le altre squadre no, in compenso erano aumentati
i prestiti, quattro. Poi l'Altavilla batte in finale la Lazio grazie anche
a calciatrici prese in prestito dal Foroni: così quest'anno, guarda
caso, non ci sono più prestiti. Io a livello regionale non
ho niente da recriminare, il Comitato è stato disponibile nel permettere
i prestiti, anche perchè noi avremmo anche potuto scegliere di non
partecipare sapendo fin dall' inizio che non erano permessi. Guarda, onestamente
devo confessare che io non sapevo che nella fase nazionale avrei dovuto
rinunciare ai prestiti, un po' perchè non è, e non deve essere,
compito mio ...
... e probabilmente non lo sapevano neanche a Roma. E' paradossale,
ma uno dei più grossi problemi del calcio femminile è l'informazione
interna all'organizzazione, ancora di più di quella esterna per
il pubblico.
...io fino a lunedì, due giorni prima della partita col Torino,
non sapevo ancora se era stata accettata la nostra richiesta di spostare
la partita e se i prestiti potevano giocare. Si pensava eventualmente di
partire il pomeriggio del giorno prima, sia che si giocasse di mercoledì
o di domenica come avevamo chiesto ma ci occorreva conoscere l'esito delle
nostre richieste in tempo utile per organizzarci ... questi fenomeni
che decidono i calendari hanno fatto fare a noi dell'Agliana un viaggio
da 5 ore nel turno infrasettimanale e quelli che dovevano fare 2 ore di
auto li hanno fatti giocare di domenica.....
Secondo me tutte le partite dovevano essere giocate di domenica,
indipendentemente dalla trasferta, si tratta di un torneo giovanile e si
presume che le giovani calciatrici vadano a scuola; Maggio e Giugno sono
i mesi delle interrogazioni e dei compiti decisivi, come si può
non tenere conto di tutto ciò ?
La stessa Federazione raccomanda, a livelli ufficiali, di non organizzare
tornei che comportino la perdita di giorni di scuola ai giocatori, poi
invece ... per esempio a me è mancata la nazionale under 18 Francesca
Ascani proprio per via della scuola; la Pucci invece siamo riusciti a recuperarla
all'ultima momento: siamo andati a parlare col preside che, essendo per
nostra fortuna un grande appassionato di calcio, si è incaricato
lui stesso di parlare con la professoressa per spiegare la situazione.
Ma adesso basta col passato, parliamo del futuro, magari aspiri ad
allenare la prima squadra dell' Agliana ...
No, no ... io non ho neanche il patentino di allenatore, non ho mai
avuto il tempo per ottenerlo, anche se il Castriotta (presidente della
vecchia Pistoiese, ndr), mi spingeva, mi portava sempre tutti i fogli
... sinceramente io non ho particolari obbiettivi, se non quello di divertirmi
e fare bene con queste ragazze e migliorare con loro. So che possiamo ancora
migliorare ma penso di aver fatto comunque qualcosa di buono fino
ad ora ...
I numeri parlano chiaro su questo ...
... eppure sono costretto ad una sfida continua con certe persone:
voi forse non lo sapete, ma io sono stato criticato proprio perchè
ho voluto vincere il titolo toscano: secondo queste persone così
facendo avrei perso delle ragazze per strada. Non ha senso, o forse sarò
io che vedo le cose in un altro modo, ma le partite bisogna vincerle e
chi non è bravo sta in panchina finchè non viene il suo momento.
Visto che stasera stiamo affrontando i temi caldi, c'è
un aspetto assai delicato su cui mi piacerebbe sentire la tua opinione:
nelle società che schierano più di una squadra si crea una
vera e propria rivalità interna, fra gli allenatori ma anche fra
i diversi ambienti. Mi sembra che pure la tua Agliana non sia rimasta immune
a questa circostanza.
Sì, è perfettamente collegato al discorso che stavo facendo
prima, ci sono queste gelosie interne, dettate magari anche dal diverso
esito delle squadre: finchè le cose vanno bene non ci sono problemi
ma se poi a qualcono vanno male e a qualcun altro vanno bene allora vengono
fuori anche queste ridicole rivalità interne.
Queste situazioni sono poi un piccolo modello di quello che succede
anche a livello federale: le varie società sembrano più interessate
a cercare di approfittare della momentanea debolezza delle rivali invece
che ad unire le forze, per costruire qualcosa da cui tutti avrebbero da
guadagnare. Poi chiaramente si va in campo e ci si giocano le partite,
ma solo allora si dovrebbe cercare di vincere, non prima, o dopo ...
Già, alle riunioni si espongono tanti bei progetti e tante belle
intenzioni ma poi alla fine ognuno torna a parlare delle sue piccole cose.
E poi si dà troppo credito a persone che non hanno mai costruito
niente e non hanno mai vinto niente solo perchè portano il nome
di una grande città. Io per esempio ammiro molto il Marinari e il
suo Megis Latignano (una società della provincia di Pisa che
nel calcio femminile fa soltanto attività giovanile, ndr), ha
una squadra che può migliorare, non ha una grossa base a cui attingere,
però nella sua umiltà accetta tutto e continua il suo lavoro
da anni. Al contrario di chi ha a disposizione una metropoli e non fa molto
di più.
Ogni anno io ho la sensazione che si ricominci da capo. Sembra che
nel calcio femminile le esperienze del passato non contino: ogni anno si
cambiano le regole ma i problemi rimangono; questa instabilità nelle
regole è una causa ma anche un effetto, sembra che nessuno sappia
esattamente cosa fare, nessuna ha un progetto, o meglio nessuno mette in
atto un progetto che guardi le cose in prospettiva, nel tempo.
Come dicevamo prima, si pensa ai propri piccoli interessi e non al
Calcio Femminile in generale. Io penso di aver fatto qualcosa per il Calcio
Femminile, se non altro perchè non ci guadagno neanche 5 lire, anzi
ci rimetto dei soldi, ci metto tutta la mia passione e ... mi prendo anche
del deficente (risate)
Cerchiamo adesso di entrare in questioni più tecniche, visto
che della Federazione abbiamo già detto tutto il male possibile.
Secondo me, con tutti questi tornei federali e non, autorizzati e non,
va a finire che si gioca troppo e ci si allena poco, danneggiando il livello
tecnico sia delle giovani che devono imparare e, in prospettiva, anche
il livello dei campionati maggiori. Non so se sei d'accordo con me in questo
... probabilmente no ...
No, ben vengano i tornei, non ci sono più tatticismi, ci si
diverte di più ...
Sì, questo è vero, però quest'anno, a causa
di Francia 98, i principali tornei estivi sono stati spostati alla primavera,
col campionato che doveva ancora finire; a livello nazionale si gioca la
Coppa Italia quasi sempre con turni infrasettimanali; a livello regionale
qui in Toscana il campionato si è fermato solo per Natale e per
Pasqua, il sabato si giocava il giovanile, il martedì o il mercoledì
c'erano gli stage della reppresentativa: consideriamo che ci sono ragazze
che giocano sia in serie C che nel giovanile ... insomma, per farla breve,
non si rischia di svalutare l'allenamento in questo modo ? Praticamente
la partita è routine e l'allenamento è l'evento ... Il sospetto,
anche se qui non lo dico esplicitamente, è che gli allenatori in
realtà non abbiamo la capacità di gestire un allenamento
e per questo preferiscano far giocare molto e allenare poco ... e in un
certo senso nascondersi ...
No, non sono d'accordo su questo. Certo, l'allenamento è molto
importante: e' nell'allenamento che si trova la posizione del giocatore.
Io fra l'altro ho il pallino di far giocare le ragazze in diversi ruoli,
in modo che sappiano adattarsi con facilità a soluzioni di emergenza
che occorono spesso; lavoro molto anche sui calci piazzati, che possono
risolvere le partite ...
Più nel femminile che nel maschile ...
... però per costruire un giocatrice bisogna farla giocare,
non si può non farla giocare, quindi ben vengano le partite ...
Sì, ma si pretende comunque troppo da una ragazza appassionata
di calcio: campionato, tornei, rappresentativa, allenamenti ... l'impegno
diventa prioritario su tutto il resto e il sacrificio secondo me è
eccessivo, soprattutto in un mondo, come quello del calcio femminile, in
cui la base è ancora numericamente scarsa ...
Se si vuole arrivare bisogna fare delle scelte: e la scuola non può
essere sempre presa come pretesto per smettere o per farle smettere, nella
mia squadra ci sono diverse ragazze che vanno a scuola, vanno bene a scuola
e giocano bene e non mancano mai un impegno. Certo, se la prima squadra
le convoca per una trasferta, essendo di sabato ci può essere il
problema del giorno di scuola, ma già la partita in casa non crea
nessun problema. Per me questi sono dei sacrifici normali per coloro che
sono appassionati di calcio, per le ragazze come per i ragazzi ... quello
che mi dispiace è che quando una ragazza comincia ad essere brava
la prima squadra la reclama, e per me è sempre troppo presto, se
potessi lavorare di più con alcune ... ma del resto il nostro compito
è proprio quello di aiutare la prima squadra ... Ho comunque avuto
molta soddisfazione nel vedere ragazze allenate de me arrivare fino alla
nazionale giovanile: Forlucci, Ascani e altre ...
A proposito di nazionale, che ne pensi dell' attuale attività,
anche in questo caso torniamo a parlare di stage, amichevoli e persino
partite di qualificazioni ai mondiali e agli europei under 18 giocate durante
la settimana, fra l'altro tu conosci personalmente ragazze che hanno dovuto
scegliere fra il lavoro e la nazionale, come l'Afflitto.
A questo livelli ci vuole il professionismo, e quando parlo di professionismo
non intendo che le calciatrici debbano aricchirsi, sarebbe sufficiente
un'onesto stipendio che ti possa permettere di fare una scelta: una ragazza
invece di andare subito a lavorare in una stireria può farsi 10
anni di calcio, vivendo di calcio, allora sì che si potrà
avere una nazionale competitiva. Le società fanno anche troppo mentre
la federazione fa troppo poco dal punto di vista pubblicitario, ci vorrebbe
un piccolo spazio su un'emittente nazionale, basterebbe quello ad evitare
situazioni tipo quella dell'Agliana che dopo aver vinto lo scudetto non
riusciva a trovare uno sponsor.
Praticamente la Federazione fa la nazionale coi soldi degli altri,
per questo dico che per farsi sentire tutte le società dovrebbero
mettersi d'accordo e non mandare più nessuna calciatrice in nazionale,
allora sì che la Federazione si troverebbe in difficoltà,
allora sì che i giornali parlerebbero della questione ... e allora
nei quartieri alti si chiederebbero perchè ... e si muoverebbero
i pezzi grossi ...
Non sono sicuro che una protesta del genere funzionerebbe ...
Io dico di sì. E poi non c'è solo la FIGC. Io l'anno
passato ho assistito a Viareggio alle fase nazionali del calcio femminile
UISP e ti assicuro che l'organizzazione era nettamente migliore di quella
FIGC. Se l'UISP giocasse di domenica pomeriggio nessuno farebbe più
la serie C.
La tua Agliana fa la serie C fuori classifica. In Toscana questo
significa che le partite contro l'Agliana non danno punti. Però
in alcune regioni come in Veneto e in Trentino, le squadre fuori classifica
fanno parte integrante del campionato regionale con l'unico, ovvio, vincolo
che in caso di vittoria non hanno comunque diritto alla promozione, che
ne pensi di questo ? Ti piacerebbe fare una cosa simile anche in Toscana
?
Guarda, che di fatto noi ci siamo già in classifica perchè
noi giochiamo per il risultato e anche chi viene a giocare contro di noi
cerca il risultato, nessuno ci regala niente. Lo dimostra anche il fatto
che anche giocando contro di noi fuori classifica si beccano le
squalifiche e mandano a quel paese l'arbitro ...
Ma quello è più che altro per l'animo della calciatrice
e degli sportivi in generale ... una partita è sempre una partita,
classifica o no, il problema più urgente è forse riuscire
a non far degenerare una sana rivalità agonistica in piccole
guerre
fredde.
Sì, è quello che dico sempre anch'io: siamo tutti nella
stessa barca, siamo tutti insieme a tirare questo carrozzone e bisognerebbe
riuscire a limitare la rivalità ai 90 minuti della partita e rimanere
tutti amici.
Ed è davvero difficile non essere amici di Armando Esposito, col suo carattere schietto, con quel suo modo di parlare calabro-toscano, ma soprattutto con quella sua grande e, concedetecelo, incontenibile passione per il Calcio Femminile.