Padova, 1 febbraio 2001

 

               All’attenzione del

 

Sign. P.Cavallari –Ufficio Tesseramento

                                                                        

   COMITATO REGIONALE VENETO

                VENEZIA-MESTRE

 

               F.I.G.C.- L.N.D.

 

A seguito di quanto da voi comunicatomi in merito alla persistenza del mio vincolo con la società “Esedra D.B.” – settore calcio femminile - di Padova desidero segnalare il comportamento scorretto da essa tenuto nei miei confronti , dopo un rapporto durato ininterrottamente dal settembre 1994.

Prima della fine del campionato scorso (1999-2000), a cui ho attivamente partecipato, era stata fatta in sede una riunione nella quale veniva chiesto alle atlete la propria intenzione a riguardo dell’anno successivo, al fine di avere un quadro preciso sulle persone che avrebbero continuato l’attività nella stessa società. In tale riunione espressi per la prima volta la mia ferma volontà di cessare i miei rapporti con la società visto l’evolversi della situazione, ben diversa da quella di inizio campionato e visto il comportamento talora offensivo nei miei confronti da parte di alcuni dirigenti e dell’ ”allenatore”, il quale si è dichiarato di fronte ad alcune atlete come una persona non esperta di calcio.

Al termine del campionato ho parlato personalmente con il Presidente ribadendo e confermando la mia richiesta di essere sciolta dal legame con la società, e chiedendogli se fosse più opportuno inserirmi subito nella lista di svincolo o aspettare un eventuale passaggio ad altra società. Egli optava per quest’ultima soluzione, senza peraltro mostrarsi contrario alla mia volontà di cessare i rapporti con loro. In giugno 2000 ebbi conferma che i miei impegni personali per l’anno futuro sarebbero aumentati e che probabilmente non avrei ricominciato a giocare, così non volevo impegnarmi con un’altra società, pur riservandomi di decidere in settembre-ottobre. 

Telefonai quindi al presidente che mi rispose che non c’erano problemi e che mi avrebbe inserito nella lista di svincolo quando gli avessi confermato l’inattività oppure sarei passata ad un’altra società ,mi propose di aspettare fino a novembre ed accettai. L’ultima telefonata la feci dunque, sempre al presidente, tra fine ottobre e novembre per confermare che non avrei giocato e che mi poteva dunque  inserire nella lista di svincolo, come promessomi. La sua risposta fu affermativa ed addirittura mi disse che vi aveva già provveduto precedentemente.

 

Sono consapevole del fatto che sarei dovuta essere più tempestiva e agire secondo le n.o.i.f. ed allora avrei ottenuto concretamente qualcosa a mia tutela , tuttavia ritengo opportuno far presente quanto può accadere nel calcio femminile a seguito dell’inadeguato e irrispettoso sistema del “cartellino a vita” .

Rimane comunque il fatto che nel comportamento della società è mancata quella

correttezza e onestà, che ,personalmente, dopo diversi anni di conoscenza ,mi aspettavo nel rapporto meramente umano.

 

Inoltre faccio presente che tali valori si ritengono comunemente presupposto di qualsiasi rapporto di natura giuridica , pur non essendoci alcuna espressa previsione legislativa a sancirli né sempre una sanzione diretta a salvaguardarli .

Credo che spetti al Comitato un certo controllo sulle Società al fine di tutelare le atlete da soprusi che vanno da incresciosi episodi come il mio, a pratiche ai limiti della legalità, attuate arbitrariamente con giri di denaro, per il passaggio delle atlete da una società all'altra pur non essendoci una regolamentazione specifica ufficiale.

       

Cordiali saluti

 

Giulia Drioli