STACEY JANETOS

di Mario Rimati

[english version]
Abbiamo fatto una chiacchierata l’altro giorno con Stacey Janetos, la greco-canadese che gioca con la nuova squadra di Serie C, Udine Calcio Femminile.  Stacey e’ nata il 18 luglio del 1978 a Toronto di genitori greci.  Si e’ laureata in psicologia alla “Lincoln Memorial University” nel Tennessee dove ha anche giocato a calcio (Stacey gioca da quando ha piu’ o meno 5 anni).  Il suo ruolo e’ di centrocampista.
MR:  Sei arrivata da una metropoli di circa 5 milioni di persone (Toronto) ad un “villaggio” di 95.000 anime.  Come diavolo sei arrivata a Udine?
SJ: Be’, dovresti saperlo dato che sei tu che mi hai portata qui (risata da parte di Stacey dato che il sottoscritto era il primo allenatore di Udine Calcio Femminile e suggeri’ a Stacey di venire a giocare a Udine)! In realta’, come tu sai, abbiamo un’amica in comune, il CT della Grecia, Xanthi  Konstantinidou, e siamo stati anche in contatto tramite e-mail. Era pero’ l’anno scorso al torneo della Coppa Algarve in Portogallo dove ci siamo conosciuti (la CA e’ organizzata da 11 anni e dopo i Mondiali, le Olimpiadi e gli Europei, e’ il torneo di calcio femminile piu’ prestigioso al mondo).  Ho poi chiesto a Xanthi se aveva dei contatti in Europa per poter giocare a calcio e mi diede il tuo nome quindi eccomi qui!
MR:  Perche’ l’Italia e non la Grecia?  In fin dei conti, non fai anche parte della nazionale greca?
SJ:  Si’, e vero, ma sentivo che fosse forse meglio giocare in Italia che in Grecia per via di alcuni problemi…
MR: Tipo?
SJ: Be’,  no comment!
MR:  Giochi in Italia da settembre del 2003.  Quali sono state le tue prime impressioni e le maggiori differenze che hai notato tra il c.f. italiano e quello del Toronto Inferno (la tua ultima squadra), l’Universita’ del Tennessee e la Bundesliga dove hai pure giocato?
SJ: Avendo giocato per il Toronto Inferno e all’universita’ americana lo stile di gioco e’ piu’ o meno identico.  Avevo dei bravi allenatori in entrambe le squadre e entrambi credevano piu’ nei passaggi e nel gioco piu’ tecnico che nel “calcia e pedala”.   Pure nella Bundesliga erano molto preparati.   Lavoravano molto sulla tecnica individuale dei giocatori pero’ non tanto sui passaggi.  C’era molto buona tecnica individuale tra le giocatrici e avevano molto, molto talento pero’ a volte i passaggi non erano precisi.  Questo pero’ era due anni fa e credo che ora sono molto migliorate dato che sono diventate campionesse del mondo.
MR: E per quanto riguarda l’Italia?  So che non sei qui da molto tempo per poter giudicare ma finora hai visto qualche partita della Serie A. Che cosa pensi el livello confronto all’estero?
SJ: Credo che quando parliamo di alcune squadre della Serie A siamo agli stessi livelli. Ci sono delle giocatrici di grande talento.
MR: Uguale all’Inferno, al Tennessee e alla Bundesliga?
SJ: Si’, direi uguali a tutti.  Da un punto di vista tecnico, nella Bundesgliga le piu’ brave giocatrici sono forse le piu’ brave di tutte ma complessivamente parlando potrei dire che sono abbastanza simili.
MR: Il Canada e’ arrivato 4° ai recenti Mondiali negli USA dietro gli USA, la Svezia e la Germania.  Non male per il Canada.  Considerando che hai anche giocato insieme ad alcune giocatrici della nazionale canadese nell’Inferno (per esempio Diana Matheson), qual’e’ il tuo parere di come fara’ il Canada alle Olimpiadi?  Hai anche incontrato il Canada l’anno scorso nella vostra ultima partita alla CA dove purtroppo avevate perso 7-1 quindi hai una buon’idea di come gioca.
SJ:  E’ un’ottima domanda.  Credo che se continuano con il loro stile di gioco avranno gli stessi risultai pero’ nel calcio qualsiasi cosa potrebbe succedere, forse arriveranno di nuovo quarti oppure potranno anche vincere la medaglia d’oro.    Personalmente, non e’ il tipo di gioco che preferisco perche’ il loro CT preferisce il “calcia e pedala” piuttosto che piu’ passaggi come la scuola brasiliana.  Per me non e’ il calcio che preferisco’.
MR:  Questo ci porta alla seguente domanda. Parlando del canadesi, le ho viste giocare diverse volte alla CA e in video.  Non pensi che sotto il CT norvegese Even Pellerud (n.b. vincitore nel 1995 del Mondiale con la sua Norvegia) che il Canada giochi ancora a quello che chiamerei “calcio flipper”,  cioe’, il “calcia e pedala come un forsennato”?  Sembra invece che gli USA e la Germania giochino un calcio piu’ controllato e tecnico, non ti pare?
SJ:  Si’, sono d’accordo.  Credo che le migliori squadre giochino un calcio piu’ tecnico perche’ il livello del c.f. e’ migliorato molto.  In passato il “calcia e pedala” andava bene quando ci riuscivi ma non era molto bello da vedere.  Per me, il calcio significa senz’altro che devi vincere ma voglio anche giocare un bel calcio, piu’ tecnico, non solo “calcia e pedala”.
MR: Even Pellerud comincio’ ad allenare il Canada nel 2000 dopo che il Canada arrivo’ 12° a USA’99 (su 16 nazioni).  Il Canada non solo potrebbe vincere una medaglia ad Atene ma potrebbe anche essere un ottimo pretendente per il titolo Mondiale nel 2007 in Cina (n.b. la FIFA sta forse pensando di organizzare il Mondiale del 2011 proprio in Canada).   Ha senz’altro rivoluzionato il c.f. in Canada.  Che cosa ne pensi del suo lavoro?
SJ:  Penso che Even abbia finora fatto un ottimo lavoro basato su quello che hai detto, che eravamo 12° a USA’99 e praticamente eravamo dei “nessuno” nel mondo del calcio.  C’e’ tantissimo talento in Canada. Questo e’ probabilmente la maggior differenza fra il calcio canadese/americano e quello europeo.  C’e’ molta piu’ concorrenza in Canada e ci sono molte piu’ donne che giocano ora a calcio (n.b. ci sono ora piu’ di 300.000 ragazze che giocano a calcio in Canada confronto alle circa 25.000 in Italia).   Complessivamente il livello delle ragazze e’ aumentato in tutto il paese, anche nelle serie piu’
inferiori.  Credo che Even abbia fatto un ottimo lavoro pero’ e’ difficile che riesca a vedere tutte le giocatrici (n.b. il Canada e’ il secondo paese piu’ grande al mondo, dietro la Russia).  Ha pero’ migliorato molto il livello delle ragazze.   Mi piacerebbe solo se lui potesse cambiare un po’ lo stile che ha scelto.  Pero’, e’ il suo stile personale e in fin dei conti finora ha avuto successo, quindi…
MR: Parliamo ora della Grecia e delle Olimpiadi che sono dietro l’angolo.  L’anno scorso eri alla CA dove ci siamo incontrati.  La Grecia ci sara’ di nuovo quest’anno.   Che possibilita’ hai di nuovo di esserci alla CA e ad Atene per i Giochi?
SJ: Per essere sincera, non sono 100% sicura.  Faccio parte della squadra pre-Olimpica come la chiama Xanthi.  Siamo in 26 per questa squadra pero’ solo 22 andranno ad Atene.  Credo che ho una buona possibilita’ di andare sia alle Olimpiadi che alla CA.
MR: Che ne pensi della CA?
SJ: Mi sono veramente divertita.  Era un bellissimo torneo. I portoghesi sono favolosi.  E’ un ottimo torneo che si svolge in un’atmosfera molto tranquilla dove puoi vedere le migliori del mondo (Hamm, Wen, Prinz, ecc.).  Puoi anche incontrare molte giocatrici senza lo stress della stampa.  Il torneo si svolge in un modo molto rilassante (n.b. alle partite che si svolgono durante la settimana sugli spalti di solito non ci sono piu’ di 300-400 spettatori e si puo’ praticamente entrare in campo a giocare con le ragazze).
MR: Da quando giochi con la squadra di Serie C, “Udine Calcio Femminile”, raramente avete perso e segni di solito almeno una tripletta.  Qual’e’ la tua opinione del livello della Serie C e vedendo che alla fine della stagione avrai lo svincolo, che fine fara’ la società dato che il suo presidente ha detto pubblicamente che vorrebbe andare nella Serie B in 3 stagioni?
SJ:  Il livello della Serie C e’ molto basso.  Sicuramente NON ci sono abituata.  Ci e’ voluto un po’ di tempo per abituarmi.  Spero pero’ nella prossima stagione di giocare ad un livello piu’ alto.
MR:  Che cosa potrebbe succedere alla squadra se te ne andrai?  Come vedi il futuro della societa’ vedendo che sei una pedina molto importante, se non forse LA piu’ importante della squadra?
SJ:  Non sono 100% sicura che cosa succedera’ senza di me.  La societa’ continua a far venire nuove ragazze.  Dipende quanto successo avranno nella seconda stagione.  Se vanno bene le cose forse piu’ ragazze verranno e anche se me ne andro’ faranno lo stesso bene.
MR: Ho visto il livello del management della tua squadra e di molte altre in Italia. Francamente, non e’ tra le migliori scuole di management che abbia mai visto.  Come lo paragoni al management delle squadre in Nord America?
SJ: L’unica grande differenza in Nord America e’ che non abbiamo grandissimi societa’ con il presidente, vice presidente, ecc.  Le societa’ hanno un team manager, il mister e il suo vice.
MR: Non pensi che in Italia ci siano troppi “cuochi in cucina”?
SJ: Senz’altro.  E’ piu’ difficile quando c’e’ una societa cosi’ grande. Credo pero’ che tutti dovrebbero svolgere solo quello che sono portati a fare.  Con l’Inferno c’era il general manager e ovviamente la societa’ ma tutti facevano i fatti loro.  Facevano solo quello che richiedeva il loro ruolo.
MR:  Mi vuoi dire che il mister non aveva tante interferenze come succede sempre in Italia?  Conosci la battuta dove si dice che in Italia ci sono 57 milioni di CT--la popolazione dell’Italia--dove TUTTI hanno un parere sul calcio?
SJ: Se fai il mister in Nord America almeno arrivi fino alla fine della stagione.  Non vieni esonerato di solito in mezzo alla stagione come succede qui.  Tutti gli allenatori che ho avuto sono arrivati alla fine della stagione (n.b. il mister della squadra universitaria del North Carolina, Anson Dorrance, quello che aveva scoperto una giovane Mia Hamm, allena la squadra da circa 20 stagioni.  E in 20 stagioni avra’ vinto si’ e no 16/17 titoli nazionali).
MR:  Dei pro e contro di vivere in un paese come Udine.  Hai fatto degli amici finora?
SJ:  Si’, sono stata fortunata che tramite il calcio ho fatto degli amici.  Se non fosse per il calcio sarebbe stato piu’ difficile perche’ non conosco ancora bene la lingua.  Tutti sono stati molto gentili e molto accoglienti.
MR: Come sta andando il tuo italiano?
SJ: “Non c’e’ male”! (Stacey lo dice in italiano).  Non ho molto tempo per seguire delle lezioni (n.b. attualmente Stacey vive alla pari con una famiglia udinese).  Cerco un po’ di impararlo per conto mio.  La famiglia con cui vivo e’ sorpresa di come sto imparando velocemente la lingua.  Per me è la prima volta che mi metto ad imparare un’altra lingua ma ce la metto tutta!
MR:  Alcune differenze fra la societa’ nordamericana e quella italiana?
SJ: Credo che la societa’ italiana sia piu’ “rilassata” e’ piu’ amichevole.  Un esempio e’ quello di uscire in mezzo alla giornata a
prendere un caffè oppure vedersi un momento dopo il lavoro, sempre per un caffè, con gli amici.
MR: O magari per un buon bicchiere di vino rosso!
SJ:  Si’.  In Nord America non vedi molte persone che si vedono solo per un bicchiere di vino o che escono per un aperitivo prima di cena.  Mi piace molto lo stile di vita qui.
MR: Se ti offrissero l’occasione di giocare con una squadra di Serie B, A2 oppure A, rimarresti a giocare in Italia oppure te ne andresti in un altro paese?
SJ: Mi piace molto l’Italia e se avessi una buona proposta rimarrei sicuramente qui.
MR: Pero’ non necessariamente a Udine?
SJ: Esatto.  Vedro’ quello che succedera’ perche’ non sono quel tipo di persona che fa troppi piani nel futuro anche perche’ non si sa mai quello che potrebbe succedere ma senz’altro mi piacerebbe stare in Italia e giocare a calcio.
MR: Mi hai detto che di solito non guardi le partite di c.f. ma preferisci invece le partite maschili.  Come mai?
SJ:  Forse perche’ mi piace guardare il calcio per il piacere di guardarlo e anche per imparare qualche cosa.  Quando per esempio guardi gli uomini i passaggi sono piu’ veloci e il gioco e’ anche piu’ “intelligente”.  Sfortunatamente, il c.f. confronto a quello degli uomini e’ ancora relativamente nuovo.  Credo che pero’ fra un decina di anni il c.f. sara’ ancora piu’ evoluto.
MR:  La tua squadra maschile preferita e perche’?  Hai anche qualche giocatrice che ammiri?
SJ:  Sono “juventina”!  Mi e’ piaciuta la Juventus ai tempi di Ravanelli-Vialli.  Credo che avevo 15 anni. Per me era molto eccitante vederli giocare e giocavano molto bene insieme.  Volevo giocare come loro.  Ed e’ da quella volta che mi e’ piaciuta la Juve.
MR: Ora e’ invece per via di qualcuno, vero?
SJ: Si’, alcuni giocatori come Zambrotta e Tacchinardi!  Non solo sono dei bravi giocatori ma sono pure belli!   Per quanto riguarda invece le donne,  ammiro la forza e la passione di Charmaine Hooper (capitana del Canada).  Ha un carattere molto forte ed e’ una donna che a circa 35 anni gioca ancora ad altissimi livelli (n.b. secondo la rivista americana “Sports Illustrated” la Hooper e’ una delle migliori atleti in America, in tutte le discipline.  Ha giocato per l’Atlanta Beat della WUSA insieme alla stella cinese, Sun Wen).  Se dovessi giocare come un’altra donna, mi piacerebbe essere Charmaine.
MR:  Senz’altro avrai sentito che il presidente della FIFA, Joseph Blatter, vorrebbe che le donne giocassero con dell’abbigliamento piu’ “sexy”. Che cosa ne pensi di quello che molti nel mondo dicono che sia l’ennesima trovata di Blatter?
SJ:  Si’, e’ un po’ strana.  Non puoi giocare a calcio se non ti senti a tuo agio e per me non lo sarebbe con abbigliamento piu’ stretto.  Non vedo il motivo almeno che non facciamo giocare pure gli uomini con pantaloncini piu’ corti.
MR:  Ovviamente attirerebbe piu’ donne allo stadio come sta cercando di attirare piu’ uomini allo stadio per vedere giocare le donne in abbigliamento piu’ sexy.  Non e’ forse solo una manovra di marketing da parte di Blatter secondo te?
SJ: Credo di si’. Perche’ tanti uomini vanno a vedere le donne giocare a pallavolo? Perche’ indossano pantaloncini corti.  Il calcio e’ uno sport diverso.  Non va giocato con abbigliamento cosi’ stretto perche’ richiede dei movimenti diversi da uno sport come la pallavolo.  Non mi sembra giusto giocare con abbigliamento piu’ stretto.
MR: Un’ultima domanda: onestamente, come fara’ la Grecia ai Giochi di Atene?
SJ: Credo che il nostro CT Xanthi ha fatto finora un ottimo lavoro nel formare la squadra. Ho iniziato con la nazionale due anni fa quando iniziarono a formare la squadra per le Olimpiadi.  Ho visto dei grandi miglioramenti e abbiamo fatto molta strada  ma com’e’ il caso con qualsiasi squadra ci sono ancora margini di miglioramento, come potrebbe sempre migliorare l’America.  Tutti possono migliorare.  Abbiamo solo bisogno di lavorare piu’ insieme e aver piu’ fiducia in noi stessi.  Credo che faremo un
buon lavoro.
MR:  Avrete il vantaggio di giocare in casa ma allo stesso tempo lo svantaggio di avere piu’ pressione non solo perche’ tutto il mondo avra’ gli occhi puntati sulla Grecia ma perche’ questi giochi saranno i VOSTRI giochi.
SJ: Sono d’accordo ma quel tipo di pressione puo’ non solo interferire con il gioco ma potrebbe anche far aumentare la tua performance e farti giocare ancora meglio.  Io per esempio gioco meglio quando sono sotto torchio.  Piu’ duri sono gli avversari e meglio gioco.
MR: Pensi che ce la farete sul podio oppure la possibilita’ e’ molto remota?
SJ: Il calcio (e lo sport) e’ uno strano gioco.  Qualsiasi cosa puo’ succedere.  Se sei positivo non si sa mai mentre se sei negativo non ce la farai.   Se affrontiamo il discorso pensando che non arriveremo al podio non arriveremo ma se pensiamo il contrario qualsiasi cosa potra’ succedere. Non si sa mai!
MR: Stacey, grazie.
SJ: Grazie a te!

Stacey Janetos davanti al Castello di Udine
Stacey Janetos puo’ essere contattata alla sua e-mail: blondie20@rocketmail.com