E NATALINA ALZA LA COPPA DEI CAMPIONI

La professoressa Natalina Ceraso Levati respinge ogni polemica con l’avversario politico Andrea Fagnani: le elezioni ci sono state, gli organi FIGC le hanno omologate, adesso si lavora. Proprio per questo andiamo subito a toccare un punto del programma già realizzato, la Coppa dei Campioni. Per la presidentessa si tratta di un motivo di orgoglio.

- La Coppa dei Campioni 2001/2002 è una nostra conquista. L’UEFA si è solo riservata di verificare l’attendibilità economica delle squadre partecipanti. La copertura economica in questo contesto viene da parte delle federazioni e non da parte delle singole società. Nizzola, da galantuomo qual è, prima di andarsene ha firmato e quindi l’Italia è coperta, qualunque squadra vinca lo scudetto. Ci sarà anche un rimborso per ogni società partecipante, basato sul numero di partite giocate. L’UEFA si è pure impegnata per la copertura televisiva: i diritti sono già stati venduti e con questi diritti televisivi le società potranno essere pagate. Questa è una conquista personale, che faceva parte del mio programma del 1997.
- Esiste da un po’ di tempo la figura del referente al calcio femminile nel SGS, non è questo sintomo di ulteriore frammentazione del movimento all’interno dell’organizzazione federale?
- E’ vero: la Divisione Calcio Femminile dovrebbe assorbire tutta l’attività femminile, per questo ho proposto un progetto per il raggiungimento di una reale autonomia ed indipendenza della Divisione Calcio Femminile. Ma ovviamente finché le cose restano in questa maniera dobbiamo adattarci. E’ vero che i referenti hanno le stesse difficoltà dei delegati regionali ma è anche vero che nelle regioni dove c’è un pizzico di sensibilità sono riusciti a fare tanto.
Se comunque per frammentazione intende anche la non competenza della Divisione sulla Nazionale io non la vedo in modo negativo: anzi, la Nazionale deve stare nel suo alveo naturale, insieme alle altre nazionali, altrimenti ci troveremmo di fronte ad una discriminazione.
Si tratta in generale di un processo naturale: è naturale che l’attività giovanile ritorni al SGS, è naturale che la nazionale ritorni integralmente alla FIGC ed è naturale che la Divisione curi, e ne ha già abbastanza, campionati, coppa, super coppa, coppa campioni, under 18.
- A proposito di Nazionale, c’è un appuntamento importante con le Olimpiadi del 2004, a 12 squadre…
- Sì, sono aumentati i posti alle Olimpiadi ma sono diminuiti i posti riservati all’Europa per la qualificazione ai mondiali. Adesso i paesi orientali e americani hanno maggiore peso politico, si stanno muovendo tutti, corrono come il vento, soprattutto l’America, dove sta addirittura partendo il campionato professionistico. Dobbiamo muoverci anche noi altrimenti è una tragedia…
- Forse, parlando in generale, manca un po’ la programmazione a lungo termine nelle società
- Non sta a me dirlo, ma per esperienza di vita vissuta posso dire questo: se uno deve giorno per giorno combattere con il pagamento del pulman, il pagamento del rimborso alle atlete e correre fino a giugno dietro alle 100.000 lire, non ha poi il tempo di fermarsi davanti allo specchio e chiedersi: “l’anno prossimo cosa faccio”. Questo è il problema di fondo. E non è un problema soltanto del settore femminile, riguarda tutto il settore dilettantistico. E forse sarà sempre peggio.
- Ma allora qual è la risposta da dare ? dobbiamo cercare di sopravvivere o cercare lo sviluppo ? Quale deve essere la scelta prioritaria?
- La scelta prioritaria deve essere fermarsi su quello che si è ottenuto e consolidarsi (ben scandito sillabando, ndr) sulle cose ottenute. Per esempio questa Coppa Campioni dovrebbe essere un bel ritorno di immagine, e allora consolidiamoci su questo, e facciamo fruttare questo. Facendo un po’ di autocritica devo anche dire che un campionato di serie A a 16 squadre è troppo dispendioso e anacronistico. Bisognerebbe avere il coraggio di prendere una decisione in merito, e questa decisione non può prenderla la signora Levati da sola ma tutto il consiglio di presidenza. Non si può progettare una serie A a 18 squadre e una serie B con due gironi da 16: significa essere fuori dalla realtà. In questi quattro anni ho cercato di far riflettere anche su queste cose ma ho trovato un muro, da parte di tutti, sia da parte di chi arriva primo, sia da parte di chi arriva ultimo.
- In effetti questa idea di alleggerire i campionati diminuendo il numero delle squadre partecipanti è una idea di minoranza, anche in serie C si sentono spesso lamentele nei confronti di campionati troppo corti…eppure si potrebbe per esempio giocare la Coppa Italia di sabato o domenica, aumentandone la visibilità e diminuendo l’impegno settimanale degli addetti ai lavori…
- …ma non solo questo, se “io” uso sia gli spazi che mi lascia il campionato, sia il tempo in più che rimane, per organizzare qualcosa e mi strutturo, ho poi la prospettiva di fare un salto di qualità nella stagione successiva. Ma questo ragionamento non si vuol fare: tutti vivono alla giornata. Invece un attimo di riflessione farebbe bene a tutti.
- Diventa pure sempre più difficile partecipare sia all’attività sportiva che alle varie riunioni organizzative.
- Anche questo è un problema di tutto lo sport dilettantistico, se poi andiamo a vedere bene per ogni società ci saranno due o tre persone che fanno tutto, il volontariato ormai sta finendo. Comunque voglio dire che ci sono anche tante cose che sono migliorate: per esempio se guardiamo l’albo d’oro del campionato possiamo vedere che in questi ultimi anni solo il Modena è poi sparito, le altre sono sopravvissute, per fortuna. Questo è sicuramente un segnale che qualcosa è migliorato a livello di società. Io in questi anni, onestamente, ho chiesto molto alle società, ponendo degli obblighi. Quando fui eletta solo cinque iscritte ai campionati nazionali avevano la seconda squadra, adesso ce l’hanno tutte. Pochissime avevano l’allenatore col “patentino” adesso ce l’hanno tutte o quasi, a meno di qualche deroga per casi particolari. So che questi sono sacrifici che io chiedo, ma proprio attraverso questi sacrifici si può riflettere se vale la pena partecipare ad un campionato nazionale. Così riusciamo ad avere un parco società qualificato, strutturato e chi ci dà la certezza di esserci anche per l’anno successivo.
 

LE INIZIATIVE POSTE IN ESSERE

Forse non tutti sanno che il documento intitolato “iniziative poste in essere dalla Divisione dal maggio 1997 al… (ci sono state varie versioni aggiornate) fu inventato da Natalina Levati e Patrizia Recandio nella primavera del 1998. Un simpatico giornalista dilettante aveva intervistato un dirigente di società che criticava aspramente la presidentessa in carica, preannunciando persino una mozione di sfiducia e pronunciando la fatidica frase “la Levati non fa niente”. Tale intervista comparve in versione “soft” su un settimanale toscano e in versione “hard” su Internet. A Natalina Levati bastò leggere la fotocopia della versione “soft” per arrabbiarsi. Sbollita la rabbia scrisse insieme alla segretaria Recandio la prima versione delle “Iniziative poste in essere” espressamente dedicata (e consegnata a mano) al nostro simpatico giornalista.
Nell’ultimissima versione, relativa al periodo maggio 1997 – ottobre 2000 viene elencata una notevole quantità di iniziative che riassumiamo sinteticamente:

ABBATTERE I COSTI
Gironi più corti in serie B ; designazioni arbitrali mirate geograficamente; convenzioni con Autogril
VISIBILITA’
Rubriche sul Nuovo Calcio con concorso abbinato; Serie B e Giudice sportivo su Televideo; risultati su varie emittenti e giornali; sito Internet ufficiale; alcune telecronache su Rai Sport Satellite; presentazioni alla stampa; Super Coppa; Tornei Spiaggia; trofeo Fair Play; Coppa dei Campioni.
AUMENTARE LE TESSERATE
Aggiornamento di alcune normative del SGS e della LND; torneo under 20; torneo di calciotto; rispetto dell’obbligo della seconda squadra; torneo delle regioni under 14; referente SGS del calcio femminile.
QUALIFICARE IL MOVIMENTO
Coinvolgimento dei tecnici federali; corsi di aggiornamento per i tecnici; controlli sull’agibilità dei campi; rispetto dell’obbligo dell’allenatore col “patentino”; incontri tra i tecnici e il CT della nazionale; selezioni regionali di calciatrici di C e D; stage under 18; tessera federale per le calciatrici con più di 50 presenze in nazionale.
COINVOLGERE LE SOCIETA’
Istituzione della Consulta delle Società.