Chissà per quale motivo sono ancora così poche le allenatrici.
Finchè pensiamo al calcio in senso globale la cosa non ci stupisce
(purtroppo) ma anche nel ristretto ambito del calcio femminile le allenatrici
sono paradossalmente ancora in minoranza rispetto agli allenatori.
Maria Mariotti guida il Geas da tre stagioni, negli anni 80 e 90
giocava in nazionale e vinceva gli scudetti, adesso porta con sè
un vero e proprio tesoro di esperienze e di vita vissuta. Lei è
sicuramente la persona giusta da ascoltare, soprattutto in questo periodo
così travagliato per il calcio femminile.
Incontro Maria Mariotti nel dopo-partita di Pisa-Geas 1-2: una vittoria
in trasferta sul campo della terza in classifica, ma la mistress (o la
mister che dir si voglia) analizza la partita con lucidità e pacatezza.
- Abbiamo fatto un buonissimo primo tempo, poi nel secondo loro
(il Pisa, ndr) avrebbero meritato il pareggio. Abbiamo avuto molta
fortuna ma nel calcio serve anche questa....forse è la prima volta
che vinciamo una partita con un po' di fortuna.....
- ...e avete avuto anche una grande Morin, 34 anni ma soltanto al
secondo campionato di serie A...-
- ...ha fatto delle parate strepitose, ultimamente sta avendo un rendimento
molto, molto alto. In effetti è arrivata tardi in serie A ma è
una ragazza molto ambiziosa, come piace a me. Il fatto di abitare a Genova,
dove non ci sono squadre di serie A da molti anni, l' ha probabilmente
penalizzata. -
- Vorrei sentire la sua opinione su questo periodo così tormentato
per il calcio femminile: cominciamo con i tormenti della nazionale.....
- Io sona stata parecchio in nazionale, ho passato cinque anni proprio
col mister Reccagni. D'altra parte non sono molto a conoscenza dei fatti
recenti. Ho solo letto sui giornali che ci sono alcuni problemi ma non
mi piace esprimermi su cose che non conosco bene. Di certo occorre fare
qualcosa per risolverli, anche a me dispiace vedere una nazionale dimezzata.
Per ogni atleta, per ogni sportivo la nazionale dovrebbe essere un
motivo di orgoglio.....io in nazionale ci andavo anche a piedi, se mi chiamavano.....ho
visto la partita con la Germania e sono sicura che le ragazze che erano
in campo hanno cercato di dare il meglio, ma quando mancano così
tanti titolari non è facile per nessun allenatore. Ma non posso
pronunciarmi su cose che non conosco, sarei troppo superficiale.
- Nel primo periodo di Reccagni c'era già questo tipo di
problemi, o è una cosa di adesso ?
- Io direi che problemi ce ne sono sempre. Io ora non so perchè
queste ragazze non vogliono andare in nazionale, mi sembra strano. Reccagni
è un ottimo allenatore, so che il suo lavoro è molto difficile
perchè c'è stato un ricambio generazionale, poi c'è
il problema dei centrocampisti. Il fatto è che per essere all' altezza
di tutti i paesi europei noi dobbiamo programmare. È importante
programmare ma invece mi sembra che attualmente, a livello di nazionale,
non ci sia un programma vero e proprio.
- Tutto è partito dalle dimissioni di Vatta che hanno provocato
un effetto domino. -
- Sì, è vero, ma è anche vero che per prepararsi
ai mondiali le altre nazionali si preparavano da sei mesi e noi invece
facevamo e facciamo raduni piccolissimi, stage di un giorno o due, una
volta al mese. Le altre nazionali sono programmate in maniera diversa.
- D'altra parte anche sugli stage c'è stata polemica perchè
c'era chi diceva che erano troppi, infrasettimanali, con tutti i problemi
che ne conseguono, e alla fine sono stati ridotti.-
- Certo, noi abbiamo anche il problema che comunque le atlete lavorano
e non tutti i datori di lavoro capiscono le esigenze di atlete che rappresentano
la nazione e che hanno questi stage una volta al mese. E comunque per una
nazionale lavorare una volta al mese per un giorno non è fruttuoso.
- E allora che cosa si potrebbe fare per trovare una soluzione ?
-
-...eh....se avessi la bacchetta magica.... (risata)....
- ...forse con un campionato più corto, a 12 squadre.....
- No, non credo sia questo il discorso. Secondo me bisogna dare una
struttura solida ai campionati. Il calcio femminile ha tutta una catena
di problematiche: prima di tutto dobbiamo avere delle certezze nel campionato.
Adesso ci sono ancora squadre che non si sa se si presentano oppure no.
Bisogna strutturare le società: io ho la fortuna di avere un preparatore
atletico, quest'anno ho anche inserito la psicologa dello sport. Nelle
altre nazioni il preparatore atletico c'era già quando giocavo,
noi non l' avevamo. Bisogna programmare tutto a partire dalle società:
l' allenatore della nazionale può fare poco una volta al mese se
le atlete non vengono seguite in una certa maniera nelle loro società.
- Parlando della psicologa, che tipo di lavoro state facendo ?
- Un lavoro molto utile. Serve a tutti, si fa lavoro di gruppo e lavoro
singolo su varie problematiche. Ci sono atlete che hanno doti incredibili
ma non riescono a metterle in campo. Si cerca allora di portare le atlete
ad un certo equilibrio, ad una certa mentalità. C'è poi da
curare la dinamica del gruppo. Le ragazze all' inizio erano un po' restie
ma adesso rispondono molto bene. Secondo me il lavoro della nostra psicologa
darà ottimi risultati l' anno prossimo.
- Ritorniamo ai tormenti: in questi giorni è in atto una
vera e propria campagna stampa contro il calcio femminile, lo scandalo
nato nelle Marche ha trovato grande risonanza sui quotidiani, guarda caso
in coincidenza del ritorno del calcio femminile su Raisport.
- Io ho giocato vent'anni, ci ho rimesso le mie ginocchia, ho sempre
creduto nello sport che facevo, l' ho sempre fatto in modo serio e quindi
leggere queste prime pagine o comunque questi articoli sul calcio femminile
visto solo in modo scandalistico, mi ferisce. Il problema dell' omosessualità
esiste, non si può dire di no, saremmo delle bugiarde. È
un po' come quando si parla di doping: tutti sanno ma nessuno parla. È
anche l' ora di finirla con queste storie: chi sa di molestie dovrebbe
fare nomi, cognomi e denunciare questi fatti. E se poi vogliamo andare
a fondo delle cose ce ne sono tante da dire su quello che succede nell'
ambito delle società e di quello che fanno presidenti e dirigenti
e tanti personaggi che girano nell' ambiente
Certo che esiste l' omosessualità, così come esiste negli
uffici, al livello di tutti i giorni, fra la gente comune. Fare sempre
pubblicità solo a queste cose non è rispettoso nei confronti
di ragazze che praticano questo sport molto seriamente, che fanno molti
sacrifici, si allenano tre volte la settimana e giocano senza percepire
una lira.
- La cosa che fa rabbia è vedere questi paginoni sugli scandali
e non trovare mai i risultati delle partite, neanche in un piccolo paragrafo.
A dir la verità, si potrebbe dire lo stesso a proposito del "caso
D'Astolfo". Sul Corriere delle Sera si sottolineavano le contraddizioni
di Reccagni ma non veniva riportato il tabellino della partita. E purtroppo
quella era una polemica nata dall' interno dell' ambiente, c'è stata
quindi una mancanza ma questa volta da attribuire al movimento stesso.
-
- Sì, diciamo che noi dovremmo vincere un mondiale o un europeo
per andare sulle prime pagine coi risultati. Questo è un po' il
destino di tutti gli sport femminili. Di certe atlete che fanno un' Olimpiade
una volta ogni quattro anni, che portano a casa delle medaglie d'oro, ne
senti parlare solo quando vincono. E queste ragazze magari si allenano
6-7 ore al giorno. Di certo non vengono ricompensati i sacrifici ma soltanto
i risultati che si ottengono. Da una parte può essere giusto anche
così. Per adesso, per trovare i nostri risultati sui giornali importanti
dobbiamo prendere la lente d'ingrandimento. Secondo me bisognerebbe inserire
una partita del calcio femminile in schedina. Allora tutti i giornali sarebbero
costretti a riportare le classifiche, a stabilire delle quote, ci sarebbe
un riscontro diverso, sicuramente.....
- Forse ci vorrebbe anche un po' più di unione all' interno
del movimento. Mi sembra che di questi tempi ci siano un po' troppe "fazioni"
che si combattono tra loro, fra l' altro si avvicina luglio con l' azzeramento
delle cariche....
- Io credo che ci sia confusione da tutte le parti: a livello federale,
a livello di presidenti di serie A.... Io ho sempre auspicato maggiore
collaborazione fra i presidenti e invece mi sono accorta che ognuno guarda
il proprio orticello e quindi, così facendo, questo sport non migliorerà
mai. Non ci possono credere solo le persone come posso essere io o come
le persone che ci entrano e si innamorano di questo sport.
- Qualcuno dice: "meglio prima quando c'era la FIGCF" o FFIGC che
dir si voglia....-
- Ma.... io in questi discorsi non voglio neanche entrare nel merito,
io ho giocato in nazionale sia con la vecchia che con la nuova federazione,
ho avuto soddisfazioni da entrambe.
- Ma c'era davvero più gente a vedere le partite ?
- Non credo che dipenda dall' epoca o dalla federazione. Più
si va a Sud più si trovano spettatori. A Trani e Lecce c'era sempre
lo stadio pieno, ma a Milano, dove ci sono tantissime manifestazioni sportive,
a vederci vengono giusto quei venti affezionati. Anche cercare di portare
gente a vedere le partite comporta dei costi alle società e sappiamo
bene come navigano. Si ritorna al discorso di prima: occorre una struttura
societaria forte, risolto questo problema si risolvono gli altri.
Io amo profondamente questo sport ma non credo che siamo pronte a livello
di prodotto. Dobbiamo tutti migliorare.
- Pare che a partire dalla prossima stagione il Settore Giovanile
e Scolastico darà parecchi incentivi alle squadre maschili per spingerle
ad aprire settori giovanili femminili.....
- Certo, noi dobbiamo curare molto il settore giovanile, ma torniamo
sempre lì, le scuole calcio costano e servono persone che le seguono.
E allora occorre una struttura societaria solida, con tanta gente a disposizione
e la disponibilità economica. Ci vogliono i quattrini, se non hai
lo sponsor è difficile sopravvivere.