INTERVISTA A MARIA MARIOTTI

Ieri in nazionale, oggi allenatrice

Pisa, 15 aprile 2000

Chissà per quale motivo sono ancora così poche le allenatrici. Finchè pensiamo al calcio in senso globale la cosa non ci stupisce (purtroppo) ma anche nel ristretto ambito del calcio femminile le allenatrici sono paradossalmente ancora in minoranza rispetto agli allenatori.
Maria Mariotti guida il Geas da tre stagioni, negli anni 80 e 90 giocava in nazionale e vinceva gli scudetti, adesso porta con sè un vero e proprio tesoro di esperienze e di vita vissuta. Lei è sicuramente la persona giusta da ascoltare, soprattutto in questo periodo così travagliato per il calcio femminile.
Incontro Maria Mariotti nel dopo-partita di Pisa-Geas 1-2: una vittoria in trasferta sul campo della terza in classifica, ma la mistress (o la mister che dir si voglia) analizza la partita con lucidità e pacatezza.
- Abbiamo fatto un buonissimo primo tempo, poi nel secondo loro (il Pisa, ndr) avrebbero meritato il pareggio. Abbiamo avuto molta fortuna ma nel calcio serve anche questa....forse è la prima volta che vinciamo una partita con un po' di fortuna.....
- ...e avete avuto anche una grande Morin, 34 anni ma soltanto al secondo campionato di serie A...-
- ...ha fatto delle parate strepitose, ultimamente sta avendo un rendimento molto, molto alto. In effetti è arrivata tardi in serie A ma è una ragazza molto ambiziosa, come piace a me. Il fatto di abitare a Genova, dove non ci sono squadre di serie A da molti anni, l' ha probabilmente penalizzata. -
- Vorrei sentire la sua opinione su questo periodo così tormentato per il calcio femminile: cominciamo con i tormenti della nazionale.....
- Io sona stata parecchio in nazionale, ho passato cinque anni proprio col mister Reccagni. D'altra parte non sono molto a conoscenza dei fatti recenti. Ho solo letto sui giornali che ci sono alcuni problemi ma non mi piace esprimermi su cose che non conosco bene. Di certo occorre fare qualcosa per risolverli, anche a me dispiace vedere una nazionale dimezzata.
Per ogni atleta, per ogni sportivo la nazionale dovrebbe essere un motivo di orgoglio.....io in nazionale ci andavo anche a piedi, se mi chiamavano.....ho visto la partita con la Germania e sono sicura che le ragazze che erano in campo hanno cercato di dare il meglio, ma quando mancano così tanti titolari non è facile per nessun allenatore. Ma non posso pronunciarmi su cose che non conosco, sarei troppo superficiale.
- Nel primo periodo di Reccagni c'era già questo tipo di problemi, o è una cosa di adesso ?
- Io direi che problemi ce ne sono sempre. Io ora non so perchè queste ragazze non vogliono andare in nazionale, mi sembra strano. Reccagni è un ottimo allenatore, so che il suo lavoro è molto difficile perchè c'è stato un ricambio generazionale, poi c'è il problema dei centrocampisti. Il fatto è che per essere all' altezza di tutti i paesi europei noi dobbiamo programmare. È importante programmare ma invece mi sembra che attualmente, a livello di nazionale, non ci sia un programma vero e proprio.
- Tutto è partito dalle dimissioni di Vatta che hanno provocato un effetto domino. -
- Sì, è vero, ma è anche vero che per prepararsi ai mondiali le altre nazionali si preparavano da sei mesi e noi invece facevamo e facciamo raduni piccolissimi, stage di un giorno o due, una volta al mese. Le altre nazionali sono programmate in maniera diversa.
- D'altra parte anche sugli stage c'è stata polemica perchè c'era chi diceva che erano troppi, infrasettimanali, con tutti i problemi che ne conseguono, e alla fine sono stati ridotti.-
- Certo, noi abbiamo anche il problema che comunque le atlete lavorano e non tutti i datori di lavoro capiscono le esigenze di atlete che rappresentano la nazione e che hanno questi stage una volta al mese. E comunque per una nazionale lavorare una volta al mese per un giorno non è fruttuoso.
- E allora che cosa si potrebbe fare per trovare una soluzione ? -
-...eh....se avessi la bacchetta magica.... (risata)....
- ...forse con un campionato più corto, a 12 squadre.....
- No, non credo sia questo il discorso. Secondo me bisogna dare una struttura solida ai campionati. Il calcio femminile ha tutta una catena di problematiche: prima di tutto dobbiamo avere delle certezze nel campionato. Adesso ci sono ancora squadre che non si sa se si presentano oppure no. Bisogna strutturare le società: io ho la fortuna di avere un preparatore atletico, quest'anno ho anche inserito la psicologa dello sport. Nelle altre nazioni il preparatore atletico c'era già quando giocavo, noi non l' avevamo. Bisogna programmare tutto a partire dalle società: l' allenatore della nazionale può fare poco una volta al mese se le atlete non vengono seguite in una certa maniera nelle loro società.
- Parlando della psicologa, che tipo di lavoro state facendo ?
- Un lavoro molto utile. Serve a tutti, si fa lavoro di gruppo e lavoro singolo su varie problematiche. Ci sono atlete che hanno doti incredibili ma non riescono a metterle in campo. Si cerca allora di portare le atlete ad un certo equilibrio, ad una certa mentalità. C'è poi da curare la dinamica del gruppo. Le ragazze all' inizio erano un po' restie ma adesso rispondono molto bene. Secondo me il lavoro della nostra psicologa darà ottimi risultati l' anno prossimo.
- Ritorniamo ai tormenti: in questi giorni è in atto una vera e propria campagna stampa contro il calcio femminile, lo scandalo nato nelle Marche ha trovato grande risonanza sui quotidiani, guarda caso in coincidenza del ritorno del calcio femminile su Raisport.
- Io ho giocato vent'anni, ci ho rimesso le mie ginocchia, ho sempre creduto nello sport che facevo, l' ho sempre fatto in modo serio e quindi leggere queste prime pagine o comunque questi articoli sul calcio femminile visto solo in modo scandalistico, mi ferisce. Il problema dell' omosessualità esiste, non si può dire di no, saremmo delle bugiarde. È un po' come quando si parla di doping: tutti sanno ma nessuno parla. È anche l' ora di finirla con queste storie: chi sa di molestie dovrebbe fare nomi, cognomi e denunciare questi fatti. E se poi vogliamo andare a fondo delle cose ce ne sono tante da dire su quello che succede nell' ambito delle società e di quello che fanno presidenti e dirigenti e tanti personaggi che girano nell' ambiente
Certo che esiste l' omosessualità, così come esiste negli uffici, al livello di tutti i giorni, fra la gente comune. Fare sempre pubblicità solo a queste cose non è rispettoso nei confronti di ragazze che praticano questo sport molto seriamente, che fanno molti sacrifici, si allenano tre volte la settimana e giocano senza percepire una lira.
- La cosa che fa rabbia è vedere questi paginoni sugli scandali e non trovare mai i risultati delle partite, neanche in un piccolo paragrafo. A dir la verità, si potrebbe dire lo stesso a proposito del "caso D'Astolfo". Sul Corriere delle Sera si sottolineavano le contraddizioni di Reccagni ma non veniva riportato il tabellino della partita. E purtroppo quella era una polemica nata dall' interno dell' ambiente, c'è stata quindi una mancanza ma questa volta da attribuire al movimento stesso. -
- Sì, diciamo che noi dovremmo vincere un mondiale o un europeo per andare sulle prime pagine coi risultati. Questo è un po' il destino di tutti gli sport femminili. Di certe atlete che fanno un' Olimpiade una volta ogni quattro anni, che portano a casa delle medaglie d'oro, ne senti parlare solo quando vincono. E queste ragazze magari si allenano 6-7 ore al giorno. Di certo non vengono ricompensati i sacrifici ma soltanto i risultati che si ottengono. Da una parte può essere giusto anche così. Per adesso, per trovare i nostri risultati sui giornali importanti dobbiamo prendere la lente d'ingrandimento. Secondo me bisognerebbe inserire una partita del calcio femminile in schedina. Allora tutti i giornali sarebbero costretti a riportare le classifiche, a stabilire delle quote, ci sarebbe un riscontro diverso, sicuramente.....
- Forse ci vorrebbe anche un po' più di unione all' interno del movimento. Mi sembra che di questi tempi ci siano un po' troppe "fazioni" che si combattono tra loro, fra l' altro si avvicina luglio con l' azzeramento delle cariche....
- Io credo che ci sia confusione da tutte le parti: a livello federale, a livello di presidenti di serie A.... Io ho sempre auspicato maggiore collaborazione fra i presidenti e invece mi sono accorta che ognuno guarda il proprio orticello e quindi, così facendo, questo sport non migliorerà mai. Non ci possono credere solo le persone come posso essere io o come le persone che ci entrano e si innamorano di questo sport.
- Qualcuno dice: "meglio prima quando c'era la FIGCF" o FFIGC che dir si voglia....-
- Ma.... io in questi discorsi non voglio neanche entrare nel merito, io ho giocato in nazionale sia con la vecchia che con la nuova federazione, ho avuto soddisfazioni da entrambe.
- Ma c'era davvero più gente a vedere le partite ?
- Non credo che dipenda dall' epoca o dalla federazione. Più si va a Sud più si trovano spettatori. A Trani e Lecce c'era sempre lo stadio pieno, ma a Milano, dove ci sono tantissime manifestazioni sportive, a vederci vengono giusto quei venti affezionati. Anche cercare di portare gente a vedere le partite comporta dei costi alle società e sappiamo bene come navigano. Si ritorna al discorso di prima: occorre una struttura societaria forte, risolto questo problema si risolvono gli altri.
Io amo profondamente questo sport ma non credo che siamo pronte a livello di prodotto. Dobbiamo tutti migliorare.
- Pare che a partire dalla prossima stagione il Settore Giovanile e Scolastico darà parecchi incentivi alle squadre maschili per spingerle ad aprire settori giovanili femminili.....
- Certo, noi dobbiamo curare molto il settore giovanile, ma torniamo sempre lì, le scuole calcio costano e servono persone che le seguono. E allora occorre una struttura societaria solida, con tanta gente a disposizione e la disponibilità economica. Ci vogliono i quattrini, se non hai lo sponsor è difficile sopravvivere.