INTERVISTA AD ALESSANDRA NAPPI

Allenatrice per vocazione, portiere per forza

Agliana, 29 aprile 2000
Alessandra Nappi, trentaquattrenne poliziotta romana, ha passato un vita nella Lazio, concedendosi qualche parentesi in altre squadre, fra le quali il Modena scudettato della stagione 97/98. Il patentino di allenatrice lo aveva già preso da diversi anni ma lo aveva usato solo per squadre giovanili. Adesso ha l' opportunità di allenare una squadre di serie A, proprio la sua Lazio, ed ha a sua disposizione gente del calibro di Panico, Zorri e Frollani. Per lei rilasciare interviste dopo la partita non è mai stato un problema, magari anche dopo cocenti sconfitte: proprio il tipo di atleta che riesce simpatico ai giornalisti. Per rompere il ghiaccio le chiedo un commento alla partita appena giocata contro l' Agliana (1-1), Alessandra risponde col tono di chi allena in serie A da anni.
- Abbiamo giocato bene, è una delle migliori partite che abbiamo fatto fino a adesso. Un po' per la bravura del loro portiere, un po' per nostra imprecisione, non siamo riuscite a raddoppiare ed abbiamo preso il gol del pareggio. La squadra sta crescendo e mi piace come riusciamo a muoverci e come troviamo le occasioni.
- Hai la fortuna di avere a disposizione questo trio Panico-Zorri-Frollani
- Sì. l'ho un po' inventato perché Tatiana Zorri giocava esterno destro e giocando di punta è portata ad andare a destra, e poi ho inventato Monica Caprini esterno destro. Purtroppo quest'anno, con tutti gli infortuni che abbiamo avuto, non avevamo più punte e ho dovuto inventare qualcosa.
- Com' è questa tua avventura di allenatrice ? Io mi sono ripromesso di "dare la caccia", come intervistatore ovviamente, alle allenatrici perché.....
- ....perché è una cosa buona ! -
- Sì, e poi perché ce ne sono ancora troppo poche. -
- Ce ne sono poche nonostante che il patentino l'abbiano preso già diverse ragazze. È una buona cosa perché noi conosciamo l' ambiente, noi conosciamo le ragazze, sappiamo qual è la realtà del calcio femminile e come va condotto l' allenamento.... Le ragazze, devo dire, che mi aiutano parecchio, anche Patrizia Panico ha accettato volentieri la situazione. Io avevo iniziato allenando la "Primavera", poi mi hanno chiamato per la prima squadra e adesso ci provo.
- Magari è difficile allenare e giocare contemporaneamente.-
- Sì, infatti, avevo subito detto che rinunciavo a giocare, solo che l' altro portiere si è rotto il legamento, la ragazza di riserva ha solo 15 anni e così ho dovuto di nuovo tornare fra i pali. Giocare diventa più difficile perché devo rimanere lucida come portiere ma anche pensare alle difficoltà della squadra e a trovare le soluzioni.
- Forse però la posizione del portiere ti dà la migliore visuale possibile per esaminare l' assetto tattico.
- Ma sono anche sempre lontana dall' azione e quindi ho difficoltà a comunicare con le ragazze, a far loro capire cosa devono fare, per esempio oggi abbiamo alzato troppi palloni, bisognava giocare di più con la palla a terra..... Comunque sia è una cosa buona che l'allenatore sia una donna, anche il CT della nazionale dovrebbe essere una donna.
- Una donna qualunque o una donna in particolare ?
- Noi siamo l' unica nazione che tiene fuori dal giro grandi ex-giocatrici come per esempio Betty Vignotto, che attualmente è presidentessa della Reggiana. Perché non sfruttare questa grande esperienza per la nazionale ?
- A proposito di nazionale, c' è stata molta polemica fin dai mondiali, te sei stata in passato in nazionale e nella squadra che ora alleni ci sono alcune ragazze che vanno in nazionale e altre che non ci vogliono andare....
- No, hanno avuto problemi di studio, Adele Frollani per esempio si è diplomata adesso, alla prossima convocazione andranno tutte. Logicamente loro sono rimaste scontente della situazione che si è creata dopo i mondiali, del "caso D'Astolfo" e del resto. Loro si chiedono: "Facciamo dei sacrifici, ma a che pro ?", sono tutte ragazze che studiano o lavorano, devono rinunciare ad esami o ad ore di lavoro senza avere alcun vantaggio dalla nazionale. E questa è  una situazione un po' dura.
- Però, facendo così, non rispondendo alle convocazioni, forse ci facciamo del male da soli.
- Sì, ma io infatti ho detto loro che devono andare in nazionale, perché la nazionale è un prestigio per l' Italia e non andare all' Europeo sarebbe un duro colpo per tutto il calcio femminile italiano.
- Ti ringrazio personalmente di questo perchè per me la partita della nazionale è sempre stato un evento. E poi ci vorrebbe un po' più di spirito costruttivo da parte di tutti.
- Tutto il movimento insieme, a partire dal settore giovanile, deve crescere. Il settore giovanile della Lazio, che io ho guidato finche non sono passata alla serie A è secondo me un buon esempio.
- Che differenza c'è fra allenare le giovani e allenare le calciatrici già affermate ? Immagino che nel giovanile tu faccia più l' insegnante e nella serie A tu sia più una specie di commissario tecnico.
- È vero, qui le ragazze devono capire dove bisogna insistere, quali sono gli errori, trovare i rimedi, con la "Primavera" c'è un discorso didattico diverso, bisogna partire da zero, qui invece sanno già quello che devono fare.
- E le maggiori soddisfazioni dove si trovano ?
- Le soddisfazioni si trovano qui, quando il gruppo ti segue, e in "Primavera" quando vedi le ragazze che giocano a calcio. Qualche giorno fa ero a Reggio Emilia (per la Coppa Tricolore, ndr), ed era bello vedere Milena Bertolini che allenava, e anche il mister dell' Agliana (il grande Armando Esposito, ndr) che seguiva le sue ragazze molto bene. Quando avevo io 14 anni non avevo persone che mi insegnavano a stare in campo in questo modo. È molto bello poter trasmettere la propria esperienza, anche alle ragazze più grandi. Con l' età si riesce a capire certi errori fatti in gioventù e io spero di riuscire nel non farli fare a loro.
- Dall' alto della tua esperienza, se tu adesso fossi a capo della FIGC cosa faresti ?
- Io, in questo momento, darei delle chance a "chi sappiamo noi".
- A "chi sappiamo noi" ? Non la nominiamo ? (Voi avete capito di chi stiamo parlando, vero ? ndr)
- Io ho avuto contatti coi ragazzi che l' hanno avuta come allenatrice e dicono che è brava. Io ho l' ho avuta personalmente sia come compagna di gioco che come allenatrice. Può dare un qualcosa in più, in termini di mentalità diversa, al calcio femminile. Reccagni aveva già avuto esperienza nel calcio femminile ma poi ne era uscito e nel frattempo molte cose sono cambiate. Magari adesso si trova di fronte una realtà che ancora non riesce a capire.
- D'altronde è anche vero che Reccagni non può obiettivamente lavorare con serenità, avendo questa ombra di "chi sappiamo noi" che gli sta addosso.
- Ma....il primo compito del Mister di una squadra è cercare la serenità, sinceramente non mi sembra che lui abbia cercato l' appoggio delle calciatrici. Per esempio c'è stata la questione della D'Astolfo che non si è capito come è finita.
- Io stesso, a tutt'oggi, non ho ancora capito niente di questa cosa: ci sono due versioni completamente diverse dalle due parti in causa.
- Comunque sia, la D'Astolfo io l' ho vista giocare e anche se ha la mia età è ancora da nazionale. E poi un' altra cosa assurda è stata la convocazione della Colella che nel Milan fa il secondo portiere......
- ...sì, ma è un secondo portiere di lusso......-
- D'accordo, ma in serie A ci sono 16 portieri titolari, anzi, io mi tiro fuori, ce ne sono 15. Non vedo perché si debba convocare un secondo portiere: è una politica assurda che io non concepisco.