Roma,
9 dicembre 2000
La
partita è finita da poco, le squadre sono ancora sotto la doccia,
ma fuori dagli spogliatoi c'è già un nugolo di ragazzine
che la aspettano per un autografo, una foto, per scambiarci due parole.
E' un personaggio, Patrizia Panico, non è solo la più forte
giocatrice italiana. Alla bella età di venticinque anni ha già
vinto diversi scudetti e segnato montagne di gol. Quando esce non ha alcuna
difficoltà a rispondere anche alle nostre domande, taccuino alla
mano: il campionato, i gol, l'America. Il presidente laziale Pino Insegno
se la coccola, e passandole a fianco le sussurra: -Daje, Pani'!- Quest'anno
la sua Lazio non ha iniziato il campionato con il piede giusto: le ambizioni
di primato sembravano stroncate già alla seconda giornata, con la
severa lezione subita dalla Torres in casa, e con la successiva sconfitta
di Monza. Ora la Lazio è decisamente in rimonta sulle prime: questo
coincide con lo stato di forma di Patrizia Panico?
Direi
piuttosto che è l'intera squadra a giocare meglio rispetto all'inizio.
Tutte insieme stiamo crescendo sia come convinzione sia, soprattutto, come
fiducia nei nostri mezzi. Dopo la sconfitta con la Torres abbiamo cercato
di tirarci su, e da allora siamo nettamente migliorate; diciamo che ora
ci crediamo.
E
comunque tu hai ripreso a segnare con regolarità, hai addirittura
fatto una cinquina al Palermo…
Direi
di sì; quello di oggi è stato il mio quattordicesimo gol,
ma è più facile segnare quando gli schemi vengono applicati
con continuità: la squadra mi aiuta molto.
Patrizia
si dimostra diplomatica anche quando le chiediamo come ha visto l'Atletico
Oristano, che oggi non ha fatto una grande gara.
Sono
molto aggressive, ma ce lo aspettavamo; è una squadra che concede
pochi spazi agli avversari. Hanno fatto la loro partita, giocando soprattutto
di rimessa, come è normale per una neopromossa che va a giocare
in trasferta. In più credo che si sia sentita molto l'assenza dell'americana
Rutten, visto che spesso e volentieri erano costrette a saltare il centrocampo
con dei rilanci.
Tornerai
a giocare in America?
Ancora
non si sa niente. Certo, l'esperienza è stata molto positiva: se
dovessi essere richiamata penso che non avrei esitazioni a tornare negli
States.
La
risposta è talmente convinta che non lascia dubbi: per giocare nel
campionato professionistico farebbe le valige anche ora.ARomasela
tengono stretta; mai e poi mairinuncerebberoagridareancora
unavolta dagli spalti: - Daje, Pani'!-
Andrea
Sini