DANIELE PERINA segretario del Bardolino

Rieti, 1' settembre 2001
Anche se il Bardolino ha vinto un trofeo così importante per la prima volta, i dirigenti, per quanto evidentemente soddisfatti e felici, si comportano quasi come se fossero abituati a vincere. Daniele Perina, dirigente e anima di questa società, ci fornisce la ricetta di come vivere tranquilli e vincere una coppa.
- La nostra squadra non ha grandissimi nomi, andiamo in cerca di ragazze giovani, motivate, che vogliano fare un calcio di un certo tipo, ovvero il calcio che predica la Mega. Questa vittoria è il primo raccolto di ciò che abbiamo seminato in quattro anni.
- Il campionato però sarà molto più difficile, con Lazio e Foroni che partono favorite....
- I nostri vicini di casa del Foroni sicuramente hanno una rosa grandissima e sono obbligati a vincere tutto ciò che c'è da vincere. Ma forse la Lazio ha tutto sommato un undici titolare migliore. Se nell'arco del campionato la Lazio riuscirà a sopperire ad una rosa meno folta di quella del Foroni, potrà avere la meglio. Ma anche questa Torres, per quanto distratta dalla Champions Legue, è sempre molto forte e poi dalla sua c'è anche un certo timore reverenziale che le altre squadre hanno nei suoi confronti.
- Purtroppo, dal punto di vista del riscontro del pubblico questa è stata forse la peggior Super Coppa finora disputata.
- Sicuramente una sede molto lontana da entrambe le squadre è stato un fattore negativo, paradossalmente noi avremmo addirittura preferito andare a giocare sul campo delle nostre avversarie: forse a Sassari avremmo giocato di fronte a cinquemila persone e noi stessi forse avremmo avuto più stimoli.
- Ma sarebbe finita nello stesso modo?
- Sul campo può darsi di sì, perchè credo che sia stata meritata questa vittoria, a parte un po' di sofferenza nel primo tempo, non abbiamo poi corso grossi pericoli.
- Fra gli assenti della tribuna, oltre al pubblico locale, e i giornalisti "importanti", dobbiamo segnalare anche lo staff della nazionale, e anche questo è abbastanza sconcertante....
- Sì, ho visto solo il prepatore dei portieri, ma sai, la partita si può vedere anche in televisione, d'altra parte se facciamo un discorso di immagine del calcio femminile queste presenze sarebbero necessarie. Fra l'altro siamo solo a 50 km da Roma, non per criticare, ma anche su questo aspetto qualcosina manca ancora.
-...e poi ci sono persone che sembrano voler bene al calcio femminile un po' a corrente alternata, ci sono momenti sì e momenti no....
- Forse sì, ci sono delle cose strane, ma noi seguiamo la nostra strada, pensiamo alla nostra squadra, siamo al quinto anno di serie A e siamo il centro più piccolo rappresentato nella massima serie. Forse l'elogio più grande per noi l'ho sentito da un giornalista che penso possa dire la sua, Giancarlo Padovan, quando ci ha accomunato al Chievo per quello che è la nostra filosofia, per quello che è il nostro stare fra le grandi del calcio femminile.
- Sta per cominciare un campionato a 14 squadre: decisione giusta?
- Con quattordici può anche andar bene, però meno di quattordici no, altrimenti si perde credibilità, io sentito qualcuno che vorrebbe anche dodici squadre, ma in Italia c'è una mentalità che tende ad identificare la serietà di un campionato dal numero delle partecipanti. Il profano del calcio femminile ti chiede per prima cosa "quante squadre ci sono in A?" Forse sarebbe anche più giusto farlo a dodici squadre, magari con dei play-off o delle formule innovative per fare più spettacolo, ma per ora accontentiamoci del girone a 14.