ALESSANDRO PISTOLESI

Allenatore della Piazza

Castelfranco di sotto, 15 dicembre 2001
Fra le matricole della serie A 2001/2002 c'è anche La Piazza di Castelfranco di Sotto, a circa 30 km da Pisa. Questa squadra non ha vissuto una promozione sul campo ma ha comunque ottenuto la massima categoria dopo anni e anni di gavetta, partendo dai tornei Uisp, passando per i tornei regionali (più volte vinti rinunciando poi al passaggio di categoria) per finire agli ultimi due campionati di serie B disputati ad un buon livello. Parliamo con Alessandro Pistolesi che di questa squadra non è semplicemente l'allenatore ma (insieme a Spartaco Baldasserini dimessosi recentemente dalla dirigenza) il principale motore.
- Festeggiamo oggi la prima vittoria casalinga (Piazza-Milan 1-0, ndr), sarebbe bello festeggiarla con un folto pubblico, oggi per la verità piuttosto scarso. Che si può fare per aumentarlo?
- Siamo contenti che sia arrivata la prima vittoria in casa, certo, se fosse arrivata qualche settimana fa avremmo potuto mantenere intorno a noi un po' di entusiamo, oggi in particolare il freddo polare ha tenuto lontano la gente. In effetti è vero che ultimamente le presenze al campo sono diminuite. Magari adesso con questa vittoria, in una posizione di classifica un po' più prestigiosa,  potremo riguadagnare un pochino di pubblico. Oggi poi abbiamo giocato meglio di altre volte, se riusciamo a esprimerci sempre così..... Era un anno che non vincevamo in casa: abbiamo finalmente sfatato la "maledizione del Martini".
- La Piazza ha una storia interessante ci sono state tante vittorie nei tornei regionali, ma la decisione di dsputare la serie B è venuta dopo molte rinunce nelle precedenti stagioni, è stata in qualche modo pensata e valutata con grande prudenza. Ora questa squadra è una matricola in serie A senza aver ottenuto la promozione sul campo. C'è stata comunque una programmazione o si è vissuto di anno in anno prendendo quello che veniva?
- Be', quando io presi questa squadra nel lontano 1986, senza mai più lasciarla, la serie A per noi era un miraggio, un sogno. Per noi era già importante farci onore nel campionato Uisp. Un po' alla volta sono arrivate sempre più bambine, ragazzine,molte brave: le squadre di serie A cominciarono ad interessarsi a noi perchè avevamo numerosi piccoli talenti e il pensiero della serie A forse è arrivato allora. Abbiamo disputato una serie C con ragazze di 14-15 anni, le abbiamo cresciute noi, poi sono arrivate altre e le abbiamo fatte crescere in società vicine. Alle ragazze prospettavamo non tanto guadagni incredibili ma semplicemente il sogno di arrivare un giorno in serie A con una squadra costruita dal niente. Questo sogno si è avverato, adesso si sta addirittura concretizzando in noi la sensazione che ancora non abbiamo fatto tutto. Stiamo coltivando un altro sogno che non abbiamo il coraggio di svelare....ma è già importante salvarsi con onore quest'anno e comunque questa squadra ha ampi margini di miglioramento.
- Secondo me uno dei pregi della Piazza è proprio quello di aver sempre creduto nel settore giovanile. Questa è stata forse la vostra arma in più rispetto ad altre squadre....
- Secondo me il calcio femminile ha due difetti grandi: il primo è che pochissimi curano davvero il settore giovanile e questo spesso crea un vuoto dietro la prima squadra. Noi abbiamo la under 14, stiamo collaborando col S.Pierino, squadra di serie C, fornendogli il nostro vivaio; il prossimo anno parteciperemo sicuramente all'under 20 nazionale. L'altro grande difetto del calcio femminile è che chi si avvicina a questo mondo spesso vuole tutto e subito. Prende un sacco di giocatrici già formate, se non sulla via del tramonto, spende e spande, ma questi sono progetti destinati a durare poco tempo, dato che quando si esaurisce la vena, ovvero i soldi, tutto svanisce nel nulla.
- C'è anche da distinguere bene la causa dall'effetto: forse coloro che si avvicinano, lo fanno proprio sapendo che in questo mondo è molto facile emergere. In fin dei conti ci sono solo tre o quattro categorie di campionati. Forse questo ambiente dovrebbe cercare di essere un po' più "impermeabile" all'arrivo di eventuali "avventurieri".
- Secondo me sì, non è bello vedere squadre che vincono tutto e poi spariscono, se la stessa Morace ha vinto  13 scudetti in 11 squadre diverse c'è stata una ragione. Brava lei a girare l'Italia e a vincere sempre ma in un certo senso lei stessa era costretta a migrare perchè nel giro di uno o due anni sparivano le condizione per le quali poteva restare. A Castelfranco, le ragazze sanno che su di loro noi costruiamo il nostro futuro. Noi abbiamo due ragazzine che l'anno scorso facevano la serie D e oggi giocano con onore in serie A, ma loro sanno che qui hanno la possibilità di crescere con calma. Se un giorno per loro verrà la possibilità di andare magari in un'altra società a guadagnare dei soldi, nessuno negherà loro questa possibilità.
- Spesso succede che in queste società neo-promosse in serie A arrivino tanti neo-appassionati dall'esterno, mai visti prima, nascano inopinatamente contrasti fra persone che hanno vissuto la stessa avventura per anni all'interno della stessa società, in poche parole l'ambiente finisce in qualche modo per guastarsi....La Piazza per adesso sta avendo qualche sintomo di questa "maledizione della serie A"?
- Be', c'è stata una rivoluzione a livello societario ma nel bene, credo. Sono arrivate persone nuove che comunque hanno le caratteristiche di chi c'era prima e di chi è rimasto: credono nel settore giovanile e hanno fatto propri tutti quei principi che erano miei e di Spartaco (Spartaco Baldasserini, ndr) che comunque collabora ancora con noi, anche se non è più presidente. Secondo me, dato che una volta che siamo in serie A siamo un po' sotto i riflettori di tutti, nasce effettivamente la tentazione in persone anche non molto appassionate del calcio femminile, di usare comunque questo mezzo per farsi notare: magari arrivano offrendo dei soldi e dettando le proprie condizioni. Noi a questo non abbiamo ancora ceduto e non abbiamo intenzione di cedere. Continueremo a fare la nostra attività con le nostre forze e sono sicuro che con poche innesti, di persone giuste, persone motivate, questa Piazza potrà arrivare ancora più in alto.
- Spesso le altre squadre vi chiamano "Pisa", questo vi da fastidio oppure non ci fate caso?
- Il nome Piazza nasce dalla Piazza Nova, la piazza di Castelfranco di Sotto da dove è nato tutto. I primi tempi questo nome ispirava tanti sfottò, ma adesso possiamo essere orgogliosi del fatto che questo nome suscita rispetto da tutti. Se gli altri ci chiamano Pisa non è un problema, in fin dei conti siamo in provincia di Pisa, e non c'è nessun tipo di polemica o rancore ni confronti di Galeno Bianchi (presidente del Pisa, ndr) e di quello che ha fatto. Noi per ora abbiamo tutto da imparare da una società come il Pisa che per anni è stata ai massimi livelli della serie A. Speriamo di riuscire a fare come il Pisa, che è arrivato anche al terzo posto
- ...e magari fare quel passo in più che il Pisa non riuscì a fare....
- Lo speriamo, e speriamo di riuscirci senza disperdere quello che fino ad oggi abbiamo costruito.

foto di Maurizio Borsari