SILVIA PONTIL

di Gianpy

Verona, 6 aprile 2002
Nel calcio non occorre essere “famose” per rimanere nel cuore e nella mente delle persone. A volte basta fare il proprio lavoro con passione, sacrificio, umiltà e con la voglia continua di imparare, migliorandosi sempre attraverso il lavoro di gruppo e le persone che più esperte di te ti fanno crescere. Se poi hai a disposizione un’organizzazione e tanta materia prima pregiata tutto ciò viene semplificato. E’ il caso di Silvia Pontil, 21 anni, centrocampista del Foroni, studentessa in Scienze Motorie, 10 presenze in Nazionale under 18 e da tre stagioni nella squadra veronese. L’ho incontrata per la prima volta a Verona insieme ad una compagna “famosa” e mi ha subito colpito la sua disponibilità e la sua gentilezza, modi che lasciano trasparire uno stato d’animo dolce e pronto ad aiutarti. Successivamente qualcuna, sempre “famosa”, mi ha parlato di lei come una calciatrice con un forte potenziale di crescita e qualità tecniche di valore. Questo doveva essere per lei un anno costruttivo ma una fastidiosa pubalgia l’ha costretta a una lunga assenza dal campo ad inizio stagione. Ora la vedo finalmente giocare sprazzi di partite e la voglia di fare quattro chiacchiere con lei mi ha indotto a farle qualche domanda per conoscerla meglio…
Quando nasce calcisticamente Silvia Pontil?
I primi calci al pallone ho cominciato a darli a 8 anni nella squadra maschile dei pulcini del Belluno, città in cui sono nata e risiedo. Con loro mi sono fatta le ossa ed ho imparato i primi rudimenti. Poi sono passata, a causa dei limiti di età che vigono nel maschile, in una squadra provinciale femminile per poi accedere dopo qualche anno nel Belluno che militava in serie C. Sono stata in questa squadra per tre anni, passando dalla C alla B e di nuovo in C. Poi sono stata notata dal Foroni e nel 2000 sono entrata a far parte di questa squadra.
Come è nata in te la passione per questo sport, storicamente declinato al maschile?
Praticamente sono stata “educata” a questo sport da mio padre e dai miei cugini che giocavano sempre a pallone. Anche i miei amici vicini di casa giocavano tutti i giorni a calcio ed io non potevo far altro che adeguarmi se volevo divertirmi. Sono stati forse loro ad instillarmi questa passione o forse è una cosa innata che ho sempre avuto. E’ difficile dire che cosa sia nato prima…potrebbe essere un mix di entrambe…!
C’è stato qualche persona che ti ha mai ostacolata, che ti ha detto che non era uno sport da bambina?
Assolutamente no! Devo ritenermi fortunata d’avere avuto una famiglia che dà molta importanza allo sport, per cui i miei genitori mi hanno sempre supportata in quello che volevo fare, purchè tutto ciò non andasse a discapito degli studi. La scuola per me viene al primo posto perché da essa ho tratto molte soddisfazioni quelle che mi sta dando il calcio in questi tempi, anche se con qualche alto e basso. Entrambe le cose mi hanno aiutato a crescere e maturare perché frequentando sia le compagne di squadra che di classe aumenti le tue capacità di relazione interpersonale e quindi il tuo benessere psicofisico.
Come riesci a conciliare lo studio e l’attività calcistica, visto che abiti a Belluno, studi a Padova e ti alleni a Verona?
E’ più una fatica che un problema! Con un po’ di volontà comunque ti riesci a gestire…Alla fine poi ti prendi le tue soddisfazioni quando vedi che calendarizzando tutti i tuoi impegni riesci a fare tutto anche quando la fortuna ti è avversa.
Per fortuna avversa ti riferisci ai tuoi guai fisici di questa stagione…
Sì, come ti dicevo ho avuto una pubalgia durante la preparazione estiva di pre campionato che mi sono portata fino ai primi di gennaio. Poi ho avuto qualche problema a mettermi alla pari delle mie compagne a livello di preparazione. Infatti patisco ancora oggi di uno stato di forma non al top. Poteva essere un buon anno ma si è rivelato, con questi infortuni, un anno di transizione. Speriamo nel prossimo.
Che consigli ti sentiresti di dare ad una ragazza agli esordi?
Se ha voglia di giocare che lo faccia! Anche se qualcuno non la pensa come lei. Insistere per arrivare dove ti porta la tua passione ed il tuo cuore. Secondo la mia esperienza, una cosa fondamentale che a me personalmente è servita è quella di iniziare con i maschi. Parlandone con altre ragazze che come me hanno iniziato con loro, il calcio maschile ti forma e ti dà quelle basi che ti permettono di arrivare poi ad un buon livello tecnico in meno tempo delle altre che iniziano in una squadra femminile.
Parliamo del Foroni…Il campionato l’hai passato in panchina. Qual è il tuo stato d’animo nel essere a disposizione e giocare così poco?
Sì, mi pesa parecchio non potere dare un contributo alle vittorie della mia squadra, ma evidentemente non sono ancora pronta . Se lo fossi il Mister mi metterebbe in campo. Mi manca ancora la continuità e quei meccanismi tattici che ci metti un po’ ad imparare.
Sostieni che la causa potrebbe essere il fatto di non essere ancora pronta, ma non potrebbe essere che il Foroni ha una rosa talmente lunga e titolata che così rischi di non giocare mai?
E’ vero con questa squadra ho poche possibilità di essere una titolare anche senza la giustificazione dell’infortunio. In oltre ci sono 9 nazionali in squadra e quindi le mie possibilità si riducono ulteriormente. Ma vedi il bicchiere mezzo pieno…Per me è una grande soddisfazione giocare con ragazze di questa bravura, sai quanto impari? Amiche mie che giocano in altre squadre preferirebbero giocare in una formazione qualitativamente inferiore ma giocare sempre…
Scusa se ti interrompo ma la domanda sorge spontanea: tu te ne andresti pur di giocare sempre?
Assolutamente no! Io preferisco giocare meno ma in una squadra dove sono sicura di trovarmi bene come qui e rifinire la mia preparazione con atlete di indiscussa bravura.
Dimmi tre cose che ti piacciono del Foroni e tre che vorresti cambiare.
Parto dalle prime tre (furrrbaaa!! n.d.r.) La prima è l’organizzazione della società che è veramente eccezionale in tutto. La seconda è il calore delle persone che ti circondano del loro affetto e della loro disponibilità.Mi riferisco alla dirigenza ed alle compagne di squadra che sono veramente uniche…un bellissimo ambiente! Ultima cosa ma la più importante ai fini dei risultati: la mentalità vincente che mi è sempre piaciuta quando poi è applicata su ogni obiettivo che la squadra e la società si pone. E quest’anno ne abbiamo due immediati che speriamo di portare a casa.
Tre cose che vorrei cambiare? Non me ne viene in mente nessuna.
Premesso che come mi hai confermato tutte le compagne sono eccezionali, con quali di loro hai più feeling?
Io penso che ci siano tre persone che sono state fondamentali per la mia crescita fisica e motivazionale.La prima è Katia Serra che è una ragazza splendida, sempre pronta ad aiutarti e prodiga di consigli. Soprattutto nel momento del mio infortunio e per tutto l’arco dell’anno mi è sempre stata vicina. Sono stata veramente contenta della sua convocazione in Nazionale anche se per me la meritava già da tempo. Poi ci sono Federica D’Astolfo e Giorgia Brenzan che in campo mi supportano con consigli tattici e tenici. Infine Milena Bertolini che psicologicamente è quella che mi dà più morale di tutte, consigliandomi di stare pronta e di non perdermi mai d’animo che il mio momento arriva.
Come vedi questo campionato? Chi vincerà?
Foroni, naturalmente (tocchiamo ferro entrambi, n.d.r.) anche se andremo allo spareggio.
Pensi che ce la faremo, quindi…
Penso di sì, sono fiduciosa. Abbiamo un organico da paura, non possiamo perdere!
Un sogno nel cassetto?
Vincere lo scudetto e la Coppa Italia con il mio contributo.
Grazie Silvia…
…a te!