La presentazione dei campionati

Roma, 12 settembre 2002
Rieccoci a Roma per la presentazione dei campionati. Questa cerimonia si svolge tutti gli anni (non so da quanto tempo) prima dell'inizio del campionato di serie A. E' una via di mezzo fra una conferenza stampa e un'assemblea del calcio femminile nazionale, ma non ha mai i numeri per entrambe le cose (pochi giornalisti presenti, poche società presenti). Come in una conferenza stampa il presidente della Divisione Calcio Femminile e altre personalità fanno discorsi più o meno di circostanza, successivamente, come in una vera e propria cerimonia, si consegnano i trofei della stagione passata: scudetto, coppa disciplina, capocannoniera e altro. E già qui la cosa a volte si fa triste, perchè alcune società non ritengono la consegna di una coppa un motivo valido per andare a Roma. Non so se se la fanno spedire per posta o cos'altro. Chissà se si fanno fotografare mentre il postino la consegna.....
Quella del 2002 è stata però una cerimonia particolarmente riuscita: parecchi presenti, ricco buffet e persino cose interessanti da ascoltare.

ARBITRI
Tullio Lanese, presidente AIA, annuncia i cambiamenti nel settore arbitrale: non ci sarà più una "CAN-D femminile" ma un'unica CAN-D con arbitri e arbitre che indifferentemente dirigeranno partite di calcio femminile o maschile. Questo perchè, paradossalmente, utilizzando le donne solo nelle partite delle donne, il settore arbitrale in versione rosa non cresceva qualitativamente. Lanese fa qualche acrobazia retorica per non dire che il calcio femminile è ancora ad un livello troppo basso per pretendere di far crescere qualitativamente gli arbitri, ma tutti capiscono benissimo come stanno realmente le cose.

NOI GIOCHIAMO
Così come aveva già fatto nella conferenza stampa di Orvieto, Natalina Ceraso Levati, sottolinea che "noi giochiamo", in velata polemica col calcio professionistico maschile che si è appiattito sulla questione dei diritti TV posticipando l'inizio del loro campionato. "Noi siamo costantemente in calamità, affrontiamo quotidianamente i nostri problemi che sono problemi di strutture, di spazi, di visibilità, di attenzione della cultura politica, federale, in generale. Esigiamo ancora più attenzione."
Poi illustra le motivazioni della A2 come campionato "cuscinetto" per diminuire il dislivello fra le categorie; il torneo under 20 che non toglie spazio al SGS; la coppa Uefa con la Lazio che organizza il proprio girone. Le parole d'ordine sono: visibilità, ristrutturazione, consolidamento sul territorio.

TROFEI
Premiate la Lazio (campione d'Italia); Bergamo, Mantova, Lucca 7 e Isernia Donna (vincitrici dei propri gironi di serie B, ma non necessariemente neopromosse in A); Foroni, Bergamo, Venezia, Olimpia, Taranto (vincitrici dei rispettivi premi Disciplina); Patrizia Panico, ancora una volta capocannoniera della serie A.

CI SONO DOMANDE?
Si diceva prima che questa cerimonia somiglia ad una conferenza stampa ma non lo è. Non mi ricordo se negli anni precedenti fosse stato chiesto "ci sono domande?" come si fa alle conferenze stampa. Quest'anno l'hanno fatto: il bravo presentatore Giubilo chiede se ci sono domande, si alza il presidente della Fiammamonza, e fa la domanda: "ma qual è il rapporto fra la Divisione e la Nazionale? non è chiaro per noi società." Ottima domanda.
La parola va a Natalina Ceraso Levati che, sembra la meno imbarazzata fra i presenti. Da anni si mormora di una sua presunta accesa rivalità con l'attuale CT della nazionale Carolina Morace e quindi una sua risposta potrebbe essere interpretata in tal senso. La presidentessa si rivela abile nel dribbling: "prima abbiamo detto che il nostro è un lavoro di equipe, io ho già parlato tanto quindi faccio dare questa risposta dal vicepresidente".  Così la parola passa al vicepresidente della DCF, nonchè presidente della Torres, Leonardo Marras.

NAZIONALE E DCF: DIALOGO DIFFICILE. LA RISPOSTA DI MARRAS
"Bella domanda è questa - risponde Marras, che non dà l'impressione di essere sorpreso e meno che mai impreparato - diciamo la verità: non abbiamo un buon rapporto con la struttura della nazionale, c'è un dialogo difficile, subiamo continuamente prevaricazioni, continue schermaglie, esiste un conflitto che secondo noi è anche ingiustificato e comunque ritengo che sia dannoso per tutto il movimento. Non andiamo a cercare di chi sia la responsabilità, forse è anche nostra, che non siamo stati capaci di dialogare con la struttura della nazionale, il problema è che in questo paese nessuno si deve sentire il titolare esclusivo del calcio femminile. Il calcio femminile è questo: sono le società, è una Divisione che è stata democraticamente eletta ed ha la responsabilità di rappresentare il calcio femminile. Non possiamo permettere a nessuno che il nostro lavoro venga vanificato. La nazionale è il nostro punto di eccellenza e ci deve essere un dialogo continuo, e fino ad oggi non c'è stato. Quindi è necessario che questo dialogo riparta. Io credo che gli sforzi che le società hanno fatto in questi anni, che la Divisione ha fatto in questi anni, portino a collocare il calcio femminile italiano tra i migliori a livello europeo. Dobbiamo assolutamente riprendere un dialogo con la struttura della nazionale, perchè noi abbiamo bisogno della nazionale, ma soprattutto la nazionale ha bisogno delle società che sono titolari delle atlete che sono l'unico patrimonio vero che le società oggi hanno. Il mio messaggio, che non è mio, ma che è il pensiero di tutta la Divisione e anche delle società di cui la Divisione ha la responsabilità della gestione. E' un messaggio che vuole arrivare a chi poi ha la responsabilità della gestione della nazionale. Il dottor Pieri ha detto delle cose straordiarie: ha detto che le capacità professionali del calcio femminile sono cresciute in questi ultimi anni e per la federazione rappresenta una forte base che lo farà diventare un grande sport. Ed è un'esperienza sportiva per questo paese. Noi vogliamo continuare a fare dello sport vero, non accettiamo più le prevaricazioni, vogliamo aprire un dialogo con tutti, e quindi per rispondere al presidente del Monza, noi chiediamo al dottor Ghirelli che in questa fase ci dia una mano, perchè il dialogo con la nazionale diventi un dialogo positivo e costruttivo, non accettiamo più di essere bypassati da decisioni che passano sopra le nostre teste, perchè noi abbiamo la responsabilità delle società. Quindi questa non è un'accusa contro qualcuno, questa è una riflessione a voce alta, innanzi tutto è un auto analisi, forse anche noi abbiamo sbagliato: non è più tempo di tenere due strutture separate, il calcio femminile ha bisogno di unità, non ha bisogno di divisioni. Quindi il mio invito è quello che veramente si abbassino i toni, non si dia più spazio a chiacchere da bottega, ma si lavori seriamente perchè il calcio femminile, vista la crisi del calcio in generale, può essere un'opportunità in più per questo paese, per questa federazione del calcio italiano che si sta collocando tra le prime in Europa. Quindi l'invito è quello di abbassare i toni ma soprattutto il messaggio che noi vogliamo dare alla Nazionale è che noi siamo la Divisione, siamo a disposizione della Nazionale ma non accettiamo nessun tipo di prevaricazione. Grazie."
Applauso.

CONFERENZA STAMPA
A questo punto la cerimonia è una vera e propria conferenza stampa, un paio di giornalisti pongono altre domande sulla nazionale, sul contratto di Carolina come CT ma dalla presidentessa arrivano solo risposte di circostanza, niente di interessante. Marras ha già detto tutto e solo quello che la Divisione aveva intenzione di dire.

PS: la foto è della presentazione dell'anno scorso, quest'anno non avevamo portato la macchina fotografica....