ALLENARSI PER VINCERE

di Sonia Barbara Rosberti


“Più mi alleno, più divento fortunato”. (Gary Player)


L’allenamento necessita di una struttura forte e di una programmazione costante senza le quali diventa inefficace.
A tale proposito esistono molteplici fattori psicologici che garantiscono l’efficacia della preparazione.
L’ottimizzazione dell’allenamento deriva da un continuo desiderio di miglioramento da parte dell’allenatore e dell’atleta, attraverso la ricerca di tecniche innovative, di una migliore comunicazione e del cambiamento dello stile di coaching.
 

In generale gli atleti realizzano buoni risultati quando operano in un clima nel quale l’allenatore tende a INFORMARE, COINVOLGERE e INFONDERE FIDUCIA.

INFORMARE significa rendere noto anticipatamente ai giocatori il contenuto della seduta in modo da fornire un senso anche agli esercizi di base, apparentemente più inutili e banali, ma pedine importanti di un programma più ampio.
Significa inoltre rispettare la durata della sessione, comunicare le finalità e motivare i metodi prescelti per perseguirle al fine di, rispettivamente, incrementare la concentrazione e motivare gli atleti.
Risulta importante fornire istruzioni chiare, precise, semplici e costruttive che informino l’atleta su ciò che è necessario e opportuno per migliorare una tecnica o un gesto atletico, evitando quindi affermazioni precedute dal “NON” che invece tendono a focalizzare l’attenzione su quanto non si sa fare (ad esempio “Non alzare troppo la gamba” è un’affermazione che ricorda all’atleta di alzare la gamba).
Chiaramente la dimostrazione pratica e magari il supporto di alcuni filmati orienteranno maggiormente lo  sportivo.
L’allenatore deve anche saper COINVOLGERE attraverso una programmazione delle sedute che sia varia e individualizzata per ogni atleta oltre che mediante un incoraggiamento per il raggiungimento di obiettivi immediati.
Infine, capacità e compito primari del coach, è INFONDERE FIDUCIA stimolando la competitività (intesa come sfida per raggiungere un obiettivo), fornendo continui feedback durante la seduta e valutandola al termine.
La vera difficoltà per chi allena non è tanto riuscire a trasmettere  il desiderio di vincere bensì saperlo trasformare nel desiderio di PREPARARSI PER VINCERE.
Tale desiderio viene favorito da sedute di allenamento che prevedono dei momenti specifici.
In primo luogo è indispensabile che l’allenatore e l’atleta definiscano congiuntamente degli OBIETTIVI SIGNIFICATIVI E RAGGIUNGIBILI che prendano in considerazione una specifica area di lavoro e l’identificazione di ciò che può essere fatto per migliorare la qualità. (Ad esempio, evitare affermazioni negative che descrivono ciò che non si deve fare; definire gli obiettivi in termini di comportamenti necessari per raggiungerli e non in termini di risultati; assegnare un “compito” che possa essere monitorato dall’atleta; puntare verso specifici miglioramenti (circoscritti e ben definiti) e non verso grandi cambiamenti poco concreti o fuori portata.
Altra caratteristica che va ad incrementare il desiderio di prepararsi per vincere è la QUALITA’.
La sessione di allenamento deve essere  realistica, ovvero il più possibile simile alla situazione agonistica, compreso l’abbigliamento, la sequenza di riscaldamento e la preparazione psicologica dato che ciò che si impara durante la seduta viene poi trasferito in gara. Inoltre va ricordato che realizzare interamente un compito, una routine o una tattica attentamente una sola volta è  di gran lunga meglio che eseguirlo quasi bene più volte. Anche lo sforzo impiegato per perfezionare abilità complesse determina il grado di qualità della preparazione.
Risulta altrettanto importante, durante l’allenamento, fornire dei FEEDBACK (informazioni sulla prestazione) immediati agli atleti al fine di aumentare l’autoconsapevolezza. A tal proposito esistono differenti tipi di feedback quali: la conoscenza dei risultati, le misure obiettive ottenute, l’auto – monitoraggio, la valutazione immediata o la visione di filmati.
In ultima analisi risulta importante una VALUTAZIONE della seduta da parte dell’atleta e dell’allenatore allo scopo di preparare ancora meglio gli incontri successivi.
E non dimentichiamoci che un buon RIPOSO favorisce il recupero dopo un’attività intensa e tra una sessione e l’altra di allenamento.
In conclusione lo sportivo professionista costruisce la sua carriera e i suoi successi giorno per giorno, allenamento dopo allenamento, seduta dopo seduta.
La partita, la gara, l’incontro sono solo la punta dell’iceberg.
Ma si dice che le coppe, i trofei, le medaglie ripaghino ogni sforzo…

SONIA BARBARA ROSBERTI
Psicologa, esperta in Psicologia dello sport
LAUREATA ALL’UNIVERSITA’ DI PADOVA, MASTER IN “PSICOLOGIA DELLO SPORT”, DOCENTE DI PSICOLOGIA DELLO SPORT COLLABORA INOLTRE CON L’ASSOCIAZIONE ASSIST. PARTECIPANTE A CONVEGNI DEL SETTORE, SCRIVE PER SITI E RIVISTE SPORTIVE SPECIALIZZATE. CURA LA PREPARAZIONE MENTALE DI ATLETI DI SPORT INDIVIDUALI E DI SQUADRA.SI OCCUPA ALTRESI’ DI SELEZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE.
Per informazioni, consulenze e analisi d’intervento 
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