Pensieri di Rita

Rita Guarino riflette sul calcio femminile italiano e mondiale all' indomani della vittoria in campionato

Torino, venerdì 19 maggio 2000
Il massimo campionato nazionale femminile di calcio 1999/2000, ha avuto inizio in un clima in cui risuonava ancora, nelle sensazioni di chi l’ha vissuto e di chi l’ha seguito, di assordanti ovazioni che gli spalti americani hanno saputo regalare al III campionato del mondo femminile di calcio U.S.A. ’99.
L’esordio al campionato fu disputato il 2 ottobre 1999 e la Torres affrontava in casa la neo-promossa Attilia Nuoro. La giornata era molto calda e un leggero soffio di vento inalava ancora i profumi dell’erba calpestata dalla nostra nazionale in campi importanti e famosi come il Rose Bowl di Pasadena in California, il Soldier Field di Chicago, e il Foxboro Stadium di Boston.
La gioia di aver partecipato ad un campionato del mondo che metteva finalmente in risalto, davanti a stadi sempre gremiti, il “vero” ruolo della donna nel calcio, si mescolava alla rabbia e al rammarico di non aver superato la qualificazione che ci avrebbe permesso di completare il giro del mondo sino alla Sidney Olimpionica.
Svanito l’echeggio mondiale, ritroviamo quindi il massimo campionato italiano e la Torres che sin dalle prime battute fa sentire attraverso il “grido di battaglia” del suo nuovo timoniere Tore Arca, di non voler avere più rimpianti ma solo soddisfazioni. La lotta al vertice era la stessa dell’anno precedente; una Torres agguerrita che voleva conquistare e scucire quello scudetto vinto dal Milan per un solo punto di distacco all’ultima giornata di campionato. Peraltro la Torres nell’anno 1998/99 perse solo una partita, pareggiandone tre e pur vincendo gli scontri diretti contro il Milan non ce la fece.
E’ proprio da lì che il viaggio delle Sarde ha inizio, marciare con un itinerario ben preciso, stampato nella memoria e nella mente di tutti, con la consapevolezza di dover affrontare qualsiasi partita con la massima concentrazione e determinazione. Una mentalità vincente che porta il nome di Tore Arca ed una forza nella solidità e nella coesione di un gruppo nato per vincere il II scudetto e per portare per la prima volta una squadra di club a rappresentare l’Italia ai primi campionati Europei 2000/2001. Il sogno “rossoblù” non finisce qui, ma pur riconoscendo la qualità e la veemenza del Milan, vuole conquistare la III Coppa Italia che avverrà il 3 giugno 2000 a Scafati.
Purtroppo il nostro campionato premia solo la vincente, tralasciando gli enormi sforzi e sacrifici che hanno impegnato squadre valorose e d’alto spessore tecnico, come ad esempio il Pisa, il Picenum, la Lazio e il Bardolino.
Nei prossimi anni probabilmente assisteremo all’ingresso in Coppa Europa di due squadre e ciò significherebbe dare la possibilità alle prime cinque classificate (esclusa la vincente), di aggiudicarsi un posto attraverso play-off giocati a fine torneo.
Questo chiaramente è un mio personalissimo sogno ed anche una speranza, che eleverebbe oltremodo lo spessore tecnico e che premierebbe lo sforzo di tutti (sponsors compresi).
Ho la netta sensazione, inoltre, che qualcosa da qualche parte nel mondo stia cambiando, e che qualcuno “finalmente” intravede sviluppo ed interessi nel nostro sport.
Negli Stati Uniti, laddove, infatti, la cultura stereotipata nei confronti del “gentil sesso” è stata superata, nascerà il prossimo gennaio 2001, avvalendosi delle migliori giocatrici al mondo, il primo campionato femminile professionistico di “soccer” (WUSA) e sembrerebbe aver già generato impulso e risonanza anche in Inghilterra dove il tempo d’attuazione previsto è di tre anni.
Consapevole del fatto che la nostra cultura “Italica” abbia radici molto profonde e fortemente pregiudizievoli, ritengo con assoluta presunzione che qualcosa va cambiato e ricostruito. Soltanto una compatta sinergia tra atlete, federazione e clubs può nell’interesse di tutti, adoperarsi affinché questo avvenga. La valorizzazione dei settori giovanili (scuola calcio in primo luogo), la sensibilizzazione e la pratica nelle scuole e il professionismo sono secondo il mio parere, tappe fondamentali ed obbligatorie per dare valore, importanza e definizione di ruolo alla donna nel calcio. Se ciò non avverrà, assisteremo inerti al decadimento del settore e all’espatrio delle migliori giocatrici italiane che poiché tali vogliono fare del loro ruolo, una professione decorosa.
Nel libro “la donna nel pallone”, Angelo Caroli scrive: “……giorno verrà in cui camminerete al sole e farete ombra”. Questa speranza nasce dalla consapevolezza e dalla presa di coscienza del valore che ognuno di noi (operatori compresi), possiede ma non esprime.

                                                                                                                              Rita Guarino

NOTA: (Non appena saranno concluse le ultime due partite della nazionale italiana alle qualificazioni degli Europei 2001 che saranno disputati il 7 giugno 2000 ad Urbino contro l’Islanda ed il 17 giugno in Ucraina, Rita Guarino intraprenderà in collaborazione con la “Robe di Kappa” un viaggio di due mesi negli Stati Uniti che la vedrà impegnata a disputare il finale di campionato americano (W-league) nelle file della squadra Maryland Pride di Washington).