LE DONNE E IL NUOVO STATUTO DELLA FIGC

Lo scorso 14 ottobre la FIGC si è dotata di un nuovo statuto che ha in parte risposto a chi sperava di poter dare al calcio femminile una maggiore autonomia.
In generale il nuovo statuto modifica il vecchio linguaggio e inserisce alcuni articoli nuovi, nell’intento generale di introdurre idee più democratiche e tolleranti: per esempio, se prima si scriveva che “la FIGC è la rappresentante esclusiva dell’attività calcistica italiana in campo internazionale” adesso si scrive che la FIGC è "l’unica federazione sportiva italiana riconosciuta dal CONI, dall’UEFA e dalla FIFA per ogni aspetto riguardante il giuoco del calcio in campo nazionale e internazionale”.
Altro esempio: all’ articolo 1 viene aggiunto un punto che recita: “L’ordinamento della FIGC si ispira al principio di democrazia interna e garantisce la partecipazione degli atleti e dei tecnici all’attività sportiva federale”.

In questa nuova versione lo statuto si preoccupa di alcuni principi etici che nel vecchio erano del tutto assenti:
- La formazione sportiva dei giovani calciatori non deve andare a svantaggio della formazione educativa e lavorativa.
- Viene rifiutata ogni forma di discriminazione sociale (anche se quella sessuale non viene citata esplicitamente).

La Divisione Calcio Femminile viene citata per la prima volta nell’articolo 7, che poi è l’articolo sul quale si basa il progetto di autonomia di Natalina Levati: la Divisione adesso ha autonomia amministrativa e gestionale, nel vecchio statuto veniva citata come semplice componente della LND col semplice compito di organizzare l’attività sportiva.

Una importante novità è quella dell’articolo 8 che prevede l’ingresso nel consiglio federale dei calciatori. Uno dei requisiti richiesti alle associazioni di calciatori è quello di rappresentare in forma equa atlete e atleti. Questo significa che il calcio femminile è esplicitamente riconosciuto nello statuto della FIGC: non è questa una conquista di poco conto.
Ma non solo: nell’articolo 17, riguardante la composizione dell’assemblea federale, si chiede espressamente che la rappresentanza degli atleti debba essere composta anche di atlete.

Insomma dal punto di vista di quella che è la “costituzione” del calcio italiano dobbiamo concludere che l’anno 2000 è stato l’anno del pieno riconoscimento del calcio femminile. Non è certo questo il traguardo definitivo: di strada da fare ce n’è ancora molta. Per esempio il professionismo al femminile viene implicitamente negato continuando ad inquadrare la DCF nella LND.
D’altra parte i maggiori spazi di autonomia e la considerazione che ormai il dilettantismo puro è soltanto quello degli enti di promozione, potrebbero comunque portare il calcio femminile italiano a diventare una Lega se non di nome almeno di fatto. Ma per questo è ancora presto, siamo soltanto nel 2001…
 

L’ARTICOLO 7 PUNTO 2 DELLO STATUTO FIGC

…La Divisione Calcio a Cinque e la Divisione Calcio Femminile, formate dalle Società ed associazioni disputanti i campionati corrispondenti a livello nazionale, sono inquadrate, con autonomia amministrativa e gestionale ed organi direttivi di natura elettiva, nella Lega Nazionale Dilettanti, salva diversa determinazione del consiglio federale adottata a maggioranza qualificata…

IL PROGETTO PER L’AUTONOMIA

Lo statuto FIGC apre una porta che per decenni è stata non soltanto chiusa ma a volte persino murata. Il Calcio a Cinque e il Calcio Femminile hanno già adesso maggiore autonomia e anche la possibilità di sfuggire dalla gabbia della LND.
Ma ovviamente una cosa sono le norme e un’altra è la prassi e la effettiva capacità e voglia di applicarle.
La presidentessa Levati ha allegato al proprio programma politico anche un progetto di attuazione di questo articolo 7, immaginando un settore autonomo per tutta l’attività femminile, tornei regionali compresi, per le calciatrici sopra i 16 anni. Le giovani calciatrici rimarrebbero competenza del Settore Giovanile e Scolastico che parallelamente si sta pure muovendo per incentivare la partecipazione delle ragazze.
 

IERI OGGI DOMANI

Fino al 1986 il calcio femminile aveva una (a volte anche due) federazione separata, fuori dalla FIGC e dal CONI. La DCF è parte della LND che è parte della FIGC che è parte del CONI. La DCF organizza solo i campionati nazionali, i Comitati regionali della LND organizzano i tornei regionali e il SGS organizza i tornei giovanili. Anche la Nazionale è formalmente fuori dalle competenze della DCF (anche se poi la DCF viene comunque delegata per le questioni logistiche). La DCF potrebbe adesso svincolarsi dalla LND e dipendere direttamente dalla FIGC. Organizzerebbe anche i tornei regionali. Il settore giovanile rimarrebbe comunque al SGS e la Nazionale rimarrebbe comunque nell’ambito delle squadre nazionali.
 

LEGENDA

FIFA Federation Internationale de Football Association, il massimo organismo calcistico mondiale.
UEFA Union des Association Europeennees de Football, il massimo organismo calcistico europeo.

CONI Comitato Olimpico Nazionale Italiano, il massimo organismo sportivo italiano;
FIGC  Federazione Italiana Giuoco Calcio, il massimo organismo calcistico italiano;
LND Lega Nazionale Dilettanti, l’Associazione delle società FIGC non professionistiche.
DCF Divisione Calcio Femminile, la struttura della FIGC che organizza i campionati nazionali del calcio femminile