ELISABETTA TONA

di Noemi Diamantini

La sua storia con il pallone a spicchi iniziò solo sei anni fa. Sembrerebbe un arco di tempo molto breve, che però la nostra giovane amica ha saputo sfruttare al meglio, cogliendo tutti i cosiddetti “attimi fuggenti”, o sia, approdando da prima alle giovanili del Fiammamonza, riuscendo da lì a breve a conquistare un posto fisso in prima squadra, fino a raggiungere la maglia azzurra dell’under 19, con la quale  è in lotta per l’Europeo di categoria. Adesso attendiamo con molta curiosità i prossimi sei anni (e non solo), per vedere se Elisabetta sarà proprio come il buon vino, che più “invecchia”, migliora..

Facevi le raccolte di figurine da piccola?
 Sì, con mio fratello…
Che effetto ti ha fatto vedere la tua squadra su un album che è comprato da migliaia di persone?
Non avevo mai pensato che questo potesse accadere, perciò sono rimasta sorpresa ma molto contenta.
Fai parte di un generazione di calciatrici fortunate; le tue colleghe di un po’ di tempo fa non  avevano tutti questi "privilegi" che avete voi  adesso, infatti il calcio femminile piano piano si sta facendo largo tra gli altri sport. Cosa speri per il futuro? Quale ulteriore progresso vorresti che compiesse questo movimento?
Grazie alle figurine e a qualche articolo sui giornali più importanti, sempre più persone che prima ignoravano la nostra esistenza, stanno imparando a conoscere il nostro sport e magari un giorno anche i nostri stadi saranno pieni! Penso che questo sia il sogno di tutte le calciatrici.
Secondo te il calcio femminile dovrebbe seguire le orme di quello maschile?
No, il calcio femminile dovrebbe crescere diversamente da quello  maschile corrotto dai soldi.
Il nostro movimento dovrebbe continuare a basarsi sul divertimento e sull’umiltà.
Qualcuno votandoti nel nostro sondaggio ha detto che sei brava in tutti gli sport, perché hai scelto proprio il calcio?
Fin da bambina ho sempre giocato a calcio, così per divertimento: con mio fratello, con mio cugino, con i miei compagni o all’oratorio. Il calcio da sempre mi affascina e mi piace un mondo, però prima che diventasse la mia vera passione ho praticato diversi sport: atletica leggera, pallavolo, nuoto ed è anche vero che me la cavavo bene in tutto.
La svolta  è stata dopo aver vinto a Catania nel 1997, la finale nazionale dei Giochi della Gioventù di calcio a 5 con la rappresentativa della scuola media, dopo quella vittoria ho voluto provare a giocare a calcio in una società. A settembre di quello stesso anno iniziò la mia esperienza calcistica con la società Fiammamonza, squadra nella quale milito tutt’ora.
Ti hanno paragonato persino a mostri sacri come un certo Nesta, perché tu puoi giostrare con successo anche a centrocampo. Dove ti senti più a tuo agio però? In difesa o 10 metri più avanti?
Mi piace giocare sia a centrocampo che in difesa. Quando gioco in mezzo al campo sono un po’ più libera di muovermi, di pensare, di costruire l’azione, al contrario in difesa mi sento più carica di responsabilità anche perché la porta è più vicina. Alla fine, in qualsiasi caso e in qualsiasi ruolo mi trovo, in ogni partita provo emozioni diverse ma altrettanto belle.
Da dove nasce quel tuo vizietto frequente per il gol? Forse da piccola eri ancora più avanti, magari punta?
A parte il titolo di capocannoniere nel girone finale dei Giochi della Gioventù di Catania, quando ho iniziato a giocare nell’under 15 della Fiammamonza, l’allenatore mi metteva  in mezzo al campo e riuscivo a segnare quasi in ogni partita. Adesso però che gioco in difesa, è molto più difficile buttare la palla oltre quella fatidica linea, comunque in questo campionato sono riuscita a segnare 5 gol perché vado a saltare sui calci d’angolo e sulle palle inattive. Il senso della posizione, la scelta di tempo e la buona elevazione mi hanno fatta trovare più volte al posto giusto nel momento giusto.
Parliamo del Fiammamonza. Sei cresciuta e ti sei confermata qui, ti consacrerai altrove?
A Monza mi trovo bene, lo spogliatoio è fantastico e siamo molto unite. Mi dispiacerebbe doverlo cambiare, ma il destino non si sa mai cosa riserva per il futuro. Se un giorno dovessi lasciare la Fiammamonza non lo farò certo per “mancanza d’affetto”, ma per puntare a qualcosa di importante per la mia carriera.
Considerando che l’età media dei difensori appetibili per le grandi squadre è un po’ elevata, potresti essere uno dei colpi del prossimo mercato. Cederesti alle lusinghe di una squadra più blasonata oppure faresti fatica a lasciare la tua famiglia,le tue compagne e i tuoi amici?
Come ho detto prima deve essere qualcosa di veramente interessante. Sinceramente ci ho pensato più di una volta , ma siccome l’occasione non si è ancora presentata, una decisione a tal proposito non l’ho ancora presa. Mi piacerebbe giocare in una squadra che lotti per obiettivi importanti nella quale posso continuare a migliorarmi e allo stesso tempo a divertirmi.
Quest’anno la tua squadra era partita molto bene, cosa gli manca e cosa gli è mancato secondo te per fare il cosiddetto salto di qualità e lottare per qualcosa di importante?
Secondo me non siamo state capaci di mantenere alta la concentrazione e la giusta dose “aggressività calcistica” per un intero campionato. Ha influito inoltre la non abitudine a lottare per qualcosa di grande, in questi frangenti l’esperienza è di rilevante importanza e noi che siamo una squadra giovane, sotto questo aspetto abbiamo ancora tanta strada da fare. Non dimentichiamoci però, che siamo ancora in lotta per la finale di Coppa Italia, una competizione importante nella quale io e le mie compagne vogliamo ben figurare.
Il sabato pomeriggio  che hai faticato di più, che attaccante avevi davanti?
Sicuramente entrambi i sabati contro il Foroni;  contrastare la Gazzoli non è stato certo facile, è veramente forte e inoltre al suo fianco gioca una certa Rita Guarino.
Qual è stato il momento più memorabile della stagione?
La qualificazione alla fase finale del Campionato Europeo Under 19 conquistata in Olanda e in particolare come l’abbiamo ottenuta, ovvero ottenendo 3 vittorie su 3 rispettivamente contro l’Olanda, la Slovacchia e l’Ucraina. Sono stati momenti fantastici, tutto è stato spettacolare, ma la cosa che non dimenticherò mai è il mio primo gol in Nazionale (contro l’Ucraina dopo appena 1 minuto, ndN): un’emozione immensa, impossibile da descrivere. Sono soddisfazioni che pochi possono provare, per questo mi ritengo veramente fortunata!
Hai un rapporto molto solido con la maglia azzurra delle rappresentative minori , dopo la convocazione di Sancassani, di appena un anno più grande di te, ti aspetti un’altra chiamata di Carolina ?(ha poi esordito nel giugno 2002 nell’amichevole Italia – Jugoslavia, ndN)
Io sono contenta e allo stesso tempo mi ritengo fortunata a giocare in nazionale under 19 dove sto vivendo un’esperienza fantastica ed unica. Essere convocate in nazionale maggiore è il sogno di tutte, comunque ho ancora molto da imparare, ma sono giovane e il tempo è dalla mia parte.
C’è una tua coetanea che apprezzi per il suo modo di giocare e che vorresti votare per il nostro sondaggio?
Voto per Chiara Marchitelli, portiere della Lazio e mia compagna di nazionale…diventerà molto forte.