TORRES CONTRO ITALIA?
Da Tuttosport del 22 settembre 2004
Scontro Morace-Torres: cinque giocatrici perdono l'azzurro
Fuori Conti, Cortesi, Tona, Guarino e Gazzoli.
Rita Guarino, capitano della nazionale, 98 presenze, oltre 30 gol: fuori!
Chiara Gazzoli, capocannoniere degli ultimi due campionati, titolare fissa
e autrice di una doppietta nel decisivo successo contro la Svezia (2-1):
fuori! Pamela Conti, talento riconosciuto del calcio femminile italiano,
premiata alla Womens Uefa Cup come migliore giocatrice della gara Torres-Montpellier:
fuori! Elisabetta Tona, giovanissima centrale difensivo, impostasi come
titolare proprio in maglia azzurra nell'ultima stagione: fuori! E con loro
fuori anche Martina Cortesi, chiamata nel giro della nazionale A proprio
prima dell'estate. Il c.t. Carolina Morace ha deciso di fare a meno di
loro, almeno per la prossima trasferta a Nis, contro la Serbia Montenegro,
ultima tappa della qualificazione che dovrebbe portare l'Italia allo spareggio
per un posto all'Europeo d'Inghilterra nel 2005. Una decisione che nel
microcosmo del calcio femminile ha destato sorpresa ma anche imbarazzo.
Interpellata da Tuttosport, il c.t. Carolina Morace ha preferito non rispondere,
delegando ogni motivazione al "nuovo capitano della nazionale" Manuela
Tesse. Racconta Tesse: "A giugno, prima della partita con la Svezia, ci
riunimmo per approvare un progetto documento articolato per punti. Uno
di essi esplicitamente recitava: <<non saranno convocate giocatrici
appartenenti a club che osteggino l'attività della Nazionale.>>"
Da ciò si deduce che la Torres ostacola la Nazionale. Il presidente
della società sarda e vice-presidente della Divisione Calcio Femminile,
Leonardo Marras, si limita a ribadire: "Sono finiti i monopoli del calcio
femminile che, al contrario, ha bisogno di essere rilanciato attraverso
un'operazione corale escludendo però chi vuole impossessarsi del
movimento. La recentissima qualificazione della Torres ai quarti di finale
della Womens Uefa Cup dimostra che le possibilità tecniche e organizzative
ci sono."
A lui replica ancora Tesse: "Marras dovrebbe decidersi: non si può
lamentare sia quando le sue giocatrici vengono convocate, sia quando vengono
escluse."
Cosa risponde Marras? "Il mio livello di interlocuzione non è
con le atlete ma con le istituzioni. Mi auguro che questa volta il Consiglio
Federale mi ascolti.
Qual è l'oggetto del contendere? Gira intorno ad una data e
a due partite: La data è il 4 settembre 2004 e le partite sono la
finale di Super Coppa Italiana, in calendario fin da marzo, e un'amichevole
della Nazionale con la Norvegia, la cui programmazione non venne comunicata
alla Divisione. Errore? Distrazione? Equivoco? Qualsiasi sia la ragione,
sta di fatto che la Divisione si impunta, ma si impunta anche Morace. L'accordo,
con la mediazione del Club Italia, sembra raggiunto in questi termini:
non verranno chiamate in nazionale le giocatrici di Torres e Milan, impegnate
in Super Coppa. In realtà l'accordo, ove ci sia stato, salta. Infatti
nella lista delle convocate per la Serbia Montenegro non ci sono Guarino,
Gazzoli, Conti, Tona, Cortesi tutte della Torres, mentre c'è Bernardi
del Milan. Perchè Bernardi c'à mentre quelle della Torres
no?
"Perchè il Milan" - spiega sempre Tesse, portavoce del gruppo
azzurro - "avrebbe anche accettato lo spostamento della Super Coppa, mentre
la Torres ha fatto opposizione ed è stata irremovibile."
In realtà qualche difficoltà è venuta anche dal
fronte milanista, se è vero che proprio Tesse e Panico (cfr. Guerin
Sportivo del 31 agosto 2004 pagina 14) si erano rifiutate di firmare proprio
con la squadra lombarda, almeno fino al 4 settembre e hanno poi dovuto
cambiare casacca passando al Torino.
Il fronte delle escluse ha in Rita Guarino il suo esponente più
prestigioso e rappresentativo: "Non è accettabile essere fuori per
ragioni diverse da quelle tecniche, anche se in ragione dell'età
e della crescita delle mie compagne a lasciare l'azzurro ci avevo pensato.
Ma non è giusto che sia esclusa perchè gioco in un club che
non collabora con la Nazionale o che la osteggia"
La Torres dunque osteggia?
"Al contrario" - spiega Chiara Gazzoli - "il nostro mister Gigi Casu,
non solo si è detto disponibile a concedere tre o quattro allenamenti
in più per chi va in nazionale, ma addirittura adegua i suoi programmi
alle esigenze di Carolina. Non è vero dunque, che alla Torres ci
ostacolano. Nel progetto del nostro c.t. di cui parla Tesse, ci siamo impegnate
afficnhè la società ci permettesse dei lavori supplementari
personalizzati".
L'amarezza è tanta, anche se composta: "Rinunciare alla Nazionale"
- spiega Guarino - "è un dolore, ma così è ancora
peggio.Ripeto: dopo 13 anni e 98 partite, 2 mondiali e 3 europei pensavo
ad un trattamento diverso. Però sia chiara una cosa: noi tutte speriamo,
vogliamo e crediamo che la Nazionale si qualifichi per l'Europeo. Con o
senza di noi non ha nessuna importanza. Comunque a 33 anni mi sto prendendo
ancora delle soddisfazioni. Sabato scorso, alla fine di Postdam-Torres
mi hanno premiata come migliore giocatrice della gara. Insomma, ho di che
consolarmi. Per esempio, fra un mese giocherò ad Highbury contro
l'Arsenal. Mi sembra un sogno, altro che Beckham."
Da Tuttosport del 23 settembre 2004
Donne. la D'Astolfo ci scrive
Divisione, Club e Nazionale, ciò che serve è il dialogo!
In merito alla vicenda Morace Torres ci ha scritto Federica D'Astolfo.
La centrocampista 37enne, ora in forza all'Oristano neo promosso in serie
A, è una veterana del calcio femminile. Ha vestito la maglia di
Sassari, Milan Salvarani, Agliana, Fiammamonza, Modena, Pisa e Foroni.
La D'Astolfo ha inoltre collezionato 86 presenze in Nazionale. La sua riflessione,
particolarmente gradita, si colloca come contributo alla chiarezza di ruoli
e rapporti all'interno del calcio femminile italiano.
In questa situazione particolare sono tutti a sbagliare. Da qualche
tempo esiste una frattura forte, netta, evidente tra la Divisione Calcio
Femminile, i club e la Nazionale. Ci sono e ci sono stati in passato scontri
senza esclusione di colpi, che non portano a niente, che fanno solo male
al movimento, che ha bisogno di tutto tranne che di beghe interne legate
ad interessi personali. Nessuno è disposta a dialogare, a togliere
qualcosa da sè a favore dell'interesse del movimento. Mi chiedo
ad esempio perchè la nazionale ha inserito un'amichevole proprio
il primo sabato di settembre quando questa data è da sempre assegnata
alla Super Coppa? Questa è la dimostrazione del mancato dialogo
fra le due componenti. E colpi bassi ce ne sono stati da entrambe le parti.
Carolina ha ragione quando pretende la maggior qualità e quantità
dei carichi di lavoro settimanali. Ho giocato quattordici anni in nazionale
e sono consapevole del gap fisico che ci divide da molti paesi, soprattutto
nord europei. E so benissimo che all'interno dei club non sempre noi atlete
abbiamo strutture, mezzi, tecnici qualificati per svolgere al meglio i
nostri allenamenti.
Ma non bisogna generalizzare, ci sono società che lavorano seriamente
e tecnici molto qualificati.
Carolina sbaglia quando pensa di risolvere i problemi consegnando ai
tecnici programmi di allenamento attraverso le atlete, giudicando la loro
competenza e mettendosi quindi in una situazione di scontro a priori, chiudendo
ogni forma di dialogo.
Carolina deve mettere il suo bagaglio di esperienza e di conoscenza
(che è notevole, ho avuto la fortuna di averla come allenatrice)
a disposizione del movimento in maniera positiva. E la Divisione, con l'aiuto
della Federazione deve ristrutturare la base, incrementando e sostenendo
il settore giovanile. E deve lavorare con la nazionale, che è il
veicolo più importante per promuovere il nostro movimento.
E le calciatrici? sono in mezzo a due fuochi, non sanno cosa fare e
il loro comportamento nel districarsi in questa situazione dipende esclusivamente
dalle loro capacità intellettive, d'equilibrio e morali. Spesso
scelgono di stare da una parte o dall'altra solo per interessi personali.
Non vogliono perdere la Nazionale, soprattutto per motivi di soddisfazione
personale, ma anche per motivi economici, visto che oggi c'è la
possibilità di guadagnare qualche soldino. Ed è per questo
che a volte scendono a compromessi, si schierano per poi tirarsi indietro
quando questi interessi cozzano contro gli interessi del club di appartenenza.
Altre si muovono con grande coerenza, passione e convinzione nel portare
avanti le loro idee, ma sono strumentalizzate e usate per fini diversi.
Queste riflessioni non vogliono essere accuse nei confronti di nessuno,
ma stamattina, leggendo l'articolo di Tuttosport, ho sentito il bisogno
di esprimere il mio pensiero. Nella convinzione, forse presuntuosa, che
possa essere utile, perchè espresso con serenità, senza nessun
interesse personale e al solo scopo di fare qualcosa per un movimento che
tanto mi ha dato e tanto continua a darmi.
Federica D'Astolfo
E questo è quanto ci scrive (a noi Calciodonne.net) Carolina
Morace, interpellata tramite posta elettronica:
Ti rispondo quello che ho gia risposto a Tuttosport e che, purtroppo
non è stato pubblicato. Sono disponibile a qualsiasi chiarimento
ma ritengo corretto e serio farlo solo nelle sedi opportune. Del resto
fino ad ora non ho ricevuto alcuna telefonata di eventuali chiarimenti...
forse e tutto chiaro e ovvio?
In questi anni ho, ampiamente, dimostrato di essere una professionista
seria e corretta, la totale sintonia con la Federazione, anche sull'argomento,
ne è testimone.
Colgo l'occasione per ribadire che, purtroppo, l'esiguo numero di giocatrici
di calcio in Italia, che ci fa, addirittura, essere al 12^ posto in Europa
-sic!- ci impone di valutare e ponderare bene le scelte che facciamo e,
ribadisco, sono pronta a qualsiasi serio e costruttivo chiarimento ma senza
alimentare polemiche e chiacchiere da bar... ognuno ha la sua educazzione
e la sua professionalità!
Cordiali saluti
Carolina Morace