Probabilmente avrete sentito parlare del commercio equo e solidale: in effetti vi verranno in mente quegli strani negozietti che vendono te`, caffe` e cioccolata. Adesso stanno arrivando anche i palloni! Proprio cosi`! Potremo giocare a calcio con palloni equi e solidali. Tutto cio` e` stato reso possibile dalla Transfair, una organizzazione nata in Italia nel 1994, che ha appunto avviato un progetto pilota in Pakistan, nella regione di Sialkot, per produrre palloni da calcio senza sfruttare nessuno, tanto meno i minori. Mi sono messo in contatto con la Transfair, chiedendo notizie sul loro progetto e mi hanno inviato diverse cose interessanti. Visto che il bello di scrivere su Internet e` che non deve per forza entrare tutto in mezza colonna vi riporto pari pari il documento redatto dalla stessa TransFair che descrive il progetto del pallone equo.
Per saperne sempre di più visitate la pagina dei palloni
Fin dal 1995 la struttura dei marchi TF International, ha condotto un
approfondimento sulla possibilita` di introdurre marchi di garanzia, in
settori non tradizionalmente legati al commercio equo, e uscendo dal campo
tradizionale dei prodotti alimentari. Si e` avviato uno studio di valutazione,
anche sull'esempio di altre esperienze gia` fatte in settori quali i tappeti
con STEP, RUGMARK, ecc.........
La ricerca si e` rivolta in particolare ai mercati del Sud Est asiatico,
in cui e` piu` diffuso il ricorso a manodopera infantile, in particolare
nelle produzioni destinate alle esportazioni, di prodotti manifatturieri
destinati all' abbigliamento ed al settore sportivo.
Nel 1996, TF Italia, anche in seguito alle campagne di pressione rivolte
ad aziende coinvolte in produzioni in cui si e` documentato l'uso di manodopera
infantile (vedi servizi comparsi sulla rivista Life), ha deciso di lanciare
una campagna, destinata al Fund Raising per appoggiare la ricerca destinata
ad avviare un progetto pilota in Pakistan, nella regione di Sialkot, che
consentisse di produrre palloni da calcio nel rispetto della normativa
ILO, nonche` attivasse, secondo i meccanismi consolidati del Fair Trade,
dei benefici reali e diffusi per le comunita` locali coinvolte, tale progetto
e` partito nella seconda meta` del 1997, consentendo l'avviamento di produzioni
secondo le seguenti regole:
I PARTNER COINVOLTI
IN EUROPA E IN PAKISTAN
Transfair Italia
Organizzazione non profit nata in Italia nel 1994, ad opera di numerose
organizzazioni del volontariato e della societa` civile, e membro di FLO
Fair Trade Labelling Organizations International, federazione europea dei
marchi di garanzia, il cui operato e` segnalato anche in numerosi documenti
del parlamento europeo, che da alcuni anni utilizza nei propri spazi di
ristoro, prodotti garantiti dai marchi Fair Trade, e che in Italia garantisce
gia` prodotti food, quali caffe`, te`, cacao, miele.
Transfair Italia e` responsabile nell'ambito di FLO del gruppo di lavoro
sui prodotti manifatturieri.
FairTrade e.v.
Fondazione tedesca che opera nella ricerca di progetti innovativi nel
Sud del Mondo, in particolare per combattere il lavoro minorile e quelle
forme di sfruttamento intensivo dovute alla globalizzazione, sono socie
di detta organizzazione alcune Ong della chiesa protestante e cattolica
tedesca, la ass. Botteghe del Mondo tedesca, organismi di volontariato
della societa` civile tedesca.
Geophile
ONG pakistana, con base a Sialkot, che si occupa di educazione alla
salute, in particolare delle donne, istituzione, interventi sociali anche
attraverso concessione di microcrediti alle famiglie, e` partner di alcuni
progetti del programma delle Nazioni Unite UNPD, gestira` la parte di interventi
sociali nella realta` locale pakistana, collaborera` al monitoraggio del
progetto, insieme al Dr. Zia, esperto di auditing, che ha operato a lungo
negli Stati Uniti, prima di rientrare in Pakistan.
Suore di S.Paolo
Attive da anni a Lahore, in particolare con attivita` rivolte all'
infanzia, per alleviare le situazioni piu` brutali di sfruttamento minorile,
ci hanno fornito supporto nell' ultimo viaggio, nonche` aiutato nella comprensione
della realta` socio-culturale in Pakistan, sono supportate nella loro azione
dalla Fondazione Cuore Amico di Brescia, che ha anche sostenuto economicamente
il progetto in corso.
CTM
La CTM (Cooperazione Terzo Mondo) è una cooperativa senza scopo
di lucro che importa e diffonde prodotti alimentari e manufatti artigianali/artistici
dell'emisfero sud del mondo. Garantisce dei prezzi equi decisi dagli stessi
produttori in base ai costi reali di produzione, includendo un margine
per gli investimenti in progetti sociali autogestiti. Favorisce l'acquisto
delle materie prime attraverso il pagamento anticipato delle merci. Intesse
rapporti continui e diretti, basati sulla parità, con i gruppi di
produttori organizzati comunitariamente. Offre strumenti di riflessione,
pubblicazioni e occasioni d'incontro, sulle condizioni di vita di due terzi
dell'umanità.
Hanno inoltre collaborato in modo attivo, anche con contributi finanziari, la fondazione S.Carlo, numerose Botteghe del Mondo, il Banco Ambrosiano Veneto, la Uisp e la Unione Sportiva Acli, la ANCC Coop, parrocchie e gruppi sportivi laici e cattolici, nonche` numerosi cittadini che hanno sostenuto l'azione di TF ITALIA attraverso la campagna 50.000 lire per un pallone equio e solidale, e campagne e iniziative informative nelle rispettive realta` locali.
I PARTNER COMMERCIALI
La ricerca svolta in questo periodo di sperimentazione ha portato alla
adesione al progetto da parte di COOP ITALIA e di CTM s.c.ar.l. di Bolzano,
quali partner per l'importazione dei Palloni Equi, essi hanno sottoscritto
un agreement in cui si impegnano a rispettare le condizioni stabilite da
TF ITALIA e FairTrade e.v., riconoscendo e accettando i controlli previsti
per i licenziatari. Il pallone in questa prima fase non portera`
il marchio direttamente applicato per problemi dovuti all'uso su un prodotto
non-food, e per consentire di attuare una politica unitaria a livello di
marchi in Europa, portera` comunque un riferimento al partner scelto per
il progetto FairTrade e.v. nonche` materiale accompagnatorio concordato
con TransFair Italia da parte dei licenziatari.
I palloni posti in vendita saranno di due qualita`, uno da allenamento
(prezzo probabile intorno alle 20.000 lire), uno professionale (costo
al pubblico circa 40.000 lire), comunque i prezzi vengono gestiti dagli
importatori autorizzati, siamo in contatto con altre aziende che sembrano
interessate, ma non esistono ancora ulteriori canali di vendita.
Per informazioni e approvvigionamenti:
CTM 0471/975333 fax 0471/977599 Email: marketing@altromercato.it
oppure
Coop 06/8610171 fax 06/86320033
Per ulteriori informazioni, contattare
TransFair Italia
Passaggio De Gasperi 3
35131 Padova
tel. 049-8750823
fax 049-8750910
e-mail: transfai@intercity.it
Le condizioni di produzione e commercializzazione del pallone equo non riguarda soltanto il lavoro minorile: e` chiaro che i bambini non devono lavorare alla produzione del pallone ma anche i salari per gli adulti devono essere tali da non costringere le famiglie a mandare a lavorare i bambini da qualche altra parte per non morire di fame, e poi anche i lavoratori adulti hanno dei diritti che devono essere rispettati. Una delle principali condizioni di produzione del pallone equo e` poi che la lavorazione non deve essere preclusa alle donne (mi sembra giusto, no? sono lavoratori, o meglio lavoratrici adulte anche loro).
I costi di produzione vengono ridotti eliminando gli intermediari parassitari, cioe` quelli che prendono il lavoro in appalto e poi lo danno in sub-appalto, in parole terra terra possiamo definirli quegli intrallazzatori che non fanno un cavolo ma che si intascano i soldi lo stesso. D'altra parte in genere questo soldi recuperati eliminando i parassiti vengono poi impiegati per investimenti su iniziative sociali e su progetti di sviluppo alternativo. Insomma, alla fine il prodotto equo costa piu` o meno come quello non equo pero` i NOSTRI soldi vengono usati in modo ASSAI diverso.
La FairTrade ispezionera` i vari stadi della produzione per verificare che siano rispettate le condizioni di produzione, mentre la TransFair studiera` la questione per arrivare a rendere eque e solidali TUTTE le fasi della produzione. La TransFair ha calcolato quanto reddito servirebbe ad una famiglia media di Sialkot per (soprav)vivere: la produzione dei palloni equi sara` congegnata proprio in modo da fornire tale reddito senza mettere al lavoro anche i figli sotto i 14 anni. In pratica una famiglia media di Sialkot (6 persone) potra` tirare avanti con 2 adulti che cuciono palloni;
C'e` poi una differenza importante rispetto agli altri commerci equi: il partner locale non e` una cooperativa ma un'impresa, sottoposta comunque a regole precise e controllabili. Va infine ricordato che le regole del commercio equo e solidale, cosi` come l'Unicef, fanno una distinzione tra sfruttamento infantile e lavoro dei bambini: ai bambini cioe` non e` proibito in assoluto il lavoro purche` questo sia lieve, d'aiuto ai genitori (quindi senza distacco dalla famiglia), non causi l'abbondono della scuola ma anzi integri l'apprendimento generale.
Direi che e` tutto. Per maggiori informazioni potete contattare direttamente
la TransFair, per quanto mi riguarda direi che fra le tante idee che ci
possono venire in mente per fare pubblicita` al calcio femminile (che sta
crescendo ma di cui si parla troppo poco), una idea carina potrebbe essere
quella di adottare i palloni equi, magari per le partite casalinghe della
rappresentative nazionali. No?
Giugno 1998
Torno a parlare di palloni equi dopo qualche mese dall'inizio della
campagna della TransFair motivato da diverse questioni: prima di tutto
avevo una mia curiosità personale sull' esito della campagna, in
secondo luogo molte persone con cui ho avuto occasione di parlare o che
mi hanno scritto tramite la posta elettronica hanno espresso il medesimo
dubbio: "... e chi ci dice che questi non fanno come gli altri ?"
Ovviamente noi cittadini possiamo solo dare fiducia a chi ce la ispira,
noi bravi giornalisti per quanto dilettanti e specializzati come
me, possiamo solo cercare di raccogliere il più possibile informazioni.
Sinceramente mi viene difficile immaginare le suore di S.Paolo che guidano
macchinoni col sigaro in bocca e che dicono: "uelah...coi palloni equi
ci abbiamo un bel rientro!", ma come dicevo prima è essenzialmente
una questione di fiducia.
Comunque ho di nuovo contattato gli amici della TransFair e devo dire
che le notizie che mi hanno dato sono decisamente buone: le vendite dei
palloni equi vanno fin troppo bene, ovvero tanto bene da occupare
tutta la capacità produttiva di Talon fino ad ottobre. I rivenditori,
CTM e COOP hanno esaurito le prime forniture e ne attendono di nuove: inizialmente
si pensava a 50.000 palloni in un anno ma ne sono già stati venduti
150.000 in pochi mesi, dei quali 25.000 in Germania e in Svizzera e il
resto in Italia. Questo è stato possibile anche alla forte risposta
di CSI, UISP e ACLI sia a livello nazionale che a livello locale, con l'adesione
delle piccole squadre.
E la FIGC? c'è stata l'iniziativa del 19 aprile "questo non
l'ho cucito io", ma non molto di più, purtroppo lo "sponsor degli
sponsor" non gradisce che si parli troppo dei propri metodi di produzione.
Comunque io, nel mio piccolo, per i prossimi mondiali, mi riprometto di
guardare sempre da un altra parte quando Ravanelli mostrerà la canottiera,
dopo un gol.
Visto l'esito positivo di questi primi mesi di produzione e vendita
presto, settembre o ottobre, arriveranno anche i palloni da calcetto, da
pulcini e anche da pallavolo. Ovviamente alla TransFair c'è euforia
ma anche parecchio lavoro da fare. La cosa bella di questo tipo di organizzazione
è che gli effetti positivi delle vendite si ripercuotono sulla mano
d'opera: è stato avviato il progetto di microcredito, alcuni centri
di formazione professionale, aiuti medici e un programma di aiuto alle
comunità. Gli stipendi di chi cuce i palloni equi sono più
alti rispetto a quelli che cuciono i palloni per le multinazionali e così
la vita di molte famiglie è migliorata. Addirittura succede che
i cucitori dei megacentri di Saga (subappaltatore di Nike) chiedono di
passare ai centri di Talon ... (quello dei palloni equi).
I grossi numeri danno anche la possibilità a Talon e a Geophile
di sopportare il peso delle minacce, degli attentati, della sorveglianza
dei servizi segreti, delle pressioni da parte degli altri esportatori e
della Camera di Commercio di Sialkot.
Per finire, a beneficio dei più diffidenti annuncio che presto saranno disponibili i rapporti sulle attività di Geophile e sull'uso del Fair Trade Premium.
Grazie a Tatjana della TransFair per le informazioni forniteci.