CI SONO PALLONI E PALLONI

Pallone equo: una iniziativa di commercio equo e solidale

Tra tutte le differenze che ci si puo` mettere in testa di trovare tra calcio femminile e maschile non c'e` certo il pallone. Il pallone di cuoio, o pseudo-cuoio che sia, e` lo stesso sia per gli uomini che per le donne. Ora che vi ho sconvolto con questo scoop reggetevi forte, perche` sto per sconvolgervi davvero: per giocare a pallone sia le donne che gli uomini hanno bisogno, appunto di un pallone, e fin qui ci siamo, il pallone si compra al negozio di articoli sportivi, che lo compra dal grossista, che lo compra dalla fabbrica che lo produce e... alla fiera dell'est un topolino mio padre compro`.
- Va be`... e allora ?....- direte voi. C'e` un problema: alcune aziende non hanno molti scrupoli e producono i loro palloni all'estero dove la manodopera costa meno, dove le leggi sono piu` permissive, e dove anche i bambini lavorano per due soldi. Pensate: il pallone, questo oggetto che tanto ci appassiona, che ci regala queste emozioni cosi` intense, viene cucito dalla mani di un bambino, per giunta sottopagato, chissa` con quale orario, chissa` in quali condizioni. Il ricorso alla manodopera infantile e` piuttosto diffuso nel Sud Est asiatico, e riguarda in particolare i prodotti manifatturieri destinati all'abbigliamento e al settore sportivo. Per esempio i palloni. E pare che l'80% della produzione MONDIALE di palloni sia realizzata in Pakistan, da MIGLIAIA di bambini.
Non siamo certo i primi a parlare di questa cosa: per esempio sulla Gazzetta Dello Sport del 20 febbraio 1998 comparve un articolo intitolato: Platini scende in campo con Baresi contro i palloni realizzati dai bambini. Platini, in qualita` di presidente del comitato organizzatore di Francia 98, chiarisce che l'Adidas, fornitrice dei palloni per il mondiale, garantisce il non utilizzo di manodopera infantile nella propria produzione.
Il problema non si puo` certo risolvere in modo cosi` semplice: si puo` anche proibire in tutto il mondo il lavoro minorile, ma servirebbe a poco se poi i bambini morissero di fame. E` un problema di politica economica. E di etica.

Probabilmente avrete sentito parlare del commercio equo e solidale: in effetti vi verranno in mente quegli strani negozietti che vendono te`, caffe` e cioccolata. Adesso stanno arrivando anche i palloni! Proprio cosi`! Potremo giocare a calcio con palloni equi e solidali. Tutto cio` e` stato reso possibile dalla Transfair, una organizzazione nata in Italia nel 1994, che ha appunto avviato un progetto pilota in Pakistan, nella regione di Sialkot, per produrre palloni da calcio senza sfruttare nessuno, tanto meno i minori. Mi sono messo in contatto con la Transfair, chiedendo notizie sul loro progetto e mi hanno inviato diverse cose interessanti. Visto che il bello di scrivere su Internet e` che non deve per forza entrare tutto in mezza colonna vi riporto pari pari il documento redatto dalla stessa TransFair che descrive il progetto del pallone equo.

Per saperne sempre di più visitate la pagina dei palloni


TRANSFAIR ITALIA: PROGETTO PALLONE EQUO

STORIA, ORIGINI, EVOLUZIONE

Fin dal 1995 la struttura dei marchi TF International, ha condotto un approfondimento sulla possibilita` di introdurre marchi di garanzia, in settori non tradizionalmente legati al commercio equo, e uscendo dal campo tradizionale dei prodotti alimentari. Si e` avviato uno studio di valutazione, anche sull'esempio di altre esperienze gia` fatte in settori quali i tappeti con STEP, RUGMARK, ecc.........
La ricerca si e` rivolta in particolare ai mercati del Sud Est asiatico, in cui e` piu` diffuso il ricorso a manodopera infantile, in particolare nelle produzioni destinate alle esportazioni, di prodotti manifatturieri destinati all' abbigliamento ed al settore sportivo.
Nel 1996, TF Italia, anche in seguito alle campagne di pressione rivolte ad aziende coinvolte in produzioni in cui si e` documentato l'uso di manodopera infantile (vedi servizi comparsi sulla rivista Life), ha deciso di lanciare una campagna, destinata al Fund Raising per appoggiare la ricerca destinata ad avviare un progetto pilota in Pakistan, nella regione di Sialkot, che consentisse di produrre palloni da calcio nel rispetto della normativa ILO, nonche` attivasse, secondo i meccanismi consolidati del Fair Trade, dei benefici reali e diffusi per le comunita` locali coinvolte, tale progetto e` partito nella seconda meta` del 1997, consentendo l'avviamento di produzioni secondo le seguenti regole:

Nel corso della ricerca abbiamo avuto contatto e verificato ricerche e documenti di numerose organizzazioni tra cui: Pakistan Federation of Labour Rawalpindi; Human Right Commission Lahore; Save the Children Islamabad; Sialkot Chambre of Commerce; International Confederation of  Trade Unions Brussels; World Federation of Sporting Goods Industry Ginevra; Global Exchange Usa; Christian Aid; ecc.............

I PARTNER COINVOLTI IN EUROPA E IN PAKISTAN

Transfair Italia
Organizzazione non profit nata in Italia nel 1994, ad opera di numerose organizzazioni del volontariato e della societa` civile, e membro di FLO Fair Trade Labelling Organizations International, federazione europea dei marchi di garanzia, il cui operato e` segnalato anche in numerosi documenti del parlamento europeo, che da alcuni anni utilizza nei propri spazi di ristoro, prodotti garantiti dai marchi Fair Trade, e che in Italia garantisce gia` prodotti food, quali caffe`, te`, cacao, miele.
Transfair Italia e` responsabile nell'ambito di FLO del gruppo di lavoro sui prodotti manifatturieri.

FairTrade e.v.
Fondazione tedesca che opera nella ricerca di progetti innovativi nel Sud del Mondo, in particolare per combattere il lavoro minorile e quelle forme di sfruttamento intensivo dovute alla globalizzazione, sono socie di detta organizzazione alcune Ong della chiesa protestante e cattolica tedesca, la ass. Botteghe del Mondo tedesca, organismi di volontariato della societa` civile tedesca.

Geophile
ONG pakistana, con base a Sialkot, che si occupa di educazione alla salute, in particolare delle donne, istituzione, interventi sociali anche attraverso concessione di microcrediti alle famiglie, e` partner di alcuni progetti del programma delle Nazioni Unite UNPD, gestira` la parte di interventi sociali nella realta` locale pakistana, collaborera` al monitoraggio del progetto, insieme al Dr. Zia, esperto di auditing, che ha operato a lungo negli Stati Uniti, prima di rientrare in Pakistan.

Suore di S.Paolo
Attive da anni a Lahore, in particolare con attivita` rivolte all' infanzia, per alleviare le situazioni piu` brutali di sfruttamento minorile, ci hanno fornito supporto nell' ultimo viaggio, nonche` aiutato nella comprensione della realta` socio-culturale in Pakistan, sono supportate nella loro azione dalla Fondazione Cuore Amico di Brescia, che ha anche sostenuto economicamente il progetto in corso.

CTM
La CTM (Cooperazione Terzo Mondo) è una cooperativa senza scopo di lucro che importa e diffonde prodotti alimentari e manufatti artigianali/artistici dell'emisfero sud del mondo. Garantisce dei prezzi equi decisi dagli stessi produttori in base ai costi reali di produzione, includendo un margine per gli investimenti in progetti sociali autogestiti. Favorisce l'acquisto delle materie prime attraverso il pagamento anticipato delle merci. Intesse rapporti continui e diretti, basati sulla parità, con i gruppi di produttori organizzati comunitariamente. Offre strumenti di riflessione, pubblicazioni e occasioni d'incontro, sulle condizioni di vita di due terzi dell'umanità.

Hanno inoltre collaborato in modo attivo, anche con contributi finanziari, la fondazione S.Carlo, numerose Botteghe del Mondo, il Banco Ambrosiano Veneto, la Uisp e la Unione Sportiva Acli, la ANCC Coop, parrocchie e gruppi sportivi laici e cattolici, nonche` numerosi cittadini che hanno sostenuto l'azione di TF ITALIA attraverso la campagna 50.000 lire per un pallone equio e solidale, e campagne e iniziative informative nelle rispettive realta` locali.

I PARTNER COMMERCIALI

La ricerca svolta in questo periodo di sperimentazione ha portato alla adesione al progetto da parte di COOP ITALIA e di CTM s.c.ar.l. di Bolzano, quali partner per l'importazione dei Palloni Equi, essi hanno sottoscritto un agreement in cui si impegnano a rispettare le condizioni stabilite da TF ITALIA e FairTrade e.v., riconoscendo e accettando i controlli previsti per i licenziatari. Il pallone in questa prima fase non portera` il marchio direttamente applicato per problemi dovuti all'uso su un prodotto non-food, e per consentire di attuare una politica unitaria a livello di marchi in Europa, portera` comunque un riferimento al partner scelto per il progetto FairTrade e.v. nonche` materiale accompagnatorio concordato con TransFair Italia da parte dei licenziatari.
I palloni posti in vendita saranno di due qualita`, uno da allenamento (prezzo probabile intorno alle 20.000 lire), uno professionale (costo al pubblico circa 40.000 lire), comunque i prezzi vengono gestiti dagli importatori autorizzati, siamo in contatto con altre aziende che sembrano interessate, ma non esistono ancora ulteriori canali di vendita.
Per informazioni e approvvigionamenti:

CTM 0471/975333  fax 0471/977599  Email: marketing@altromercato.it

oppure

Coop 06/8610171  fax 06/86320033

Per ulteriori informazioni, contattare

TransFair Italia
Passaggio De Gasperi 3
35131 Padova
tel. 049-8750823
fax 049-8750910
e-mail: transfai@intercity.it



Questo e` il documento ufficiale della TransFair che gia` di per se` e` abbastanza esauriente. A completamento di quanto scritto sopra riporto alcune note: Sicuramente incontrerete il solito disfattista che la sa lunga e che vi sciorinera` tutte le contraddizioni del progetto; in effetti, da quanto ho capito dal materiale che ho letto le condizioni di produzione dei palloni non sono ancora ideali.
Per esempio leggo dall'articolo ripreso da Equonomia del marzo 98 che i palloni equi saranno commercializzati secondo ALCUNI criteri del commercio equo e ottenuti, ALMENO NELLA FASE FINALE DELLA CUCITURA, nel rispetto dei fondamentali diritti dei lavoratori. Al disfattista di turno potrete sempre dire che da qualche parte bisogna pur cominciare e che il progetto del pallone equo e` praticamente in una fase sperimentale: infatti la TransFair, come e` chiarito anche dal loro documento, intende lasciar passare un periodo di verifica e sperimentazione prima di giungere alla definitiva certificazione.

Le condizioni di produzione e commercializzazione del pallone equo non riguarda soltanto il lavoro minorile: e` chiaro che i bambini non devono lavorare alla produzione del pallone ma anche i salari  per gli adulti devono essere tali da non costringere le famiglie a mandare a lavorare i bambini da qualche altra parte per non morire di fame, e poi anche i lavoratori adulti hanno dei diritti che devono essere rispettati. Una delle principali condizioni di produzione del pallone equo e` poi che la lavorazione non deve essere preclusa alle donne (mi sembra giusto, no? sono lavoratori, o meglio lavoratrici adulte anche loro).

I costi di produzione vengono ridotti eliminando gli intermediari parassitari, cioe` quelli che prendono il lavoro in appalto e poi lo danno in sub-appalto, in parole terra terra possiamo definirli quegli intrallazzatori che non fanno un cavolo ma che si intascano i soldi lo stesso. D'altra parte in genere questo soldi recuperati eliminando i parassiti vengono poi impiegati per investimenti su iniziative sociali e su progetti di sviluppo alternativo. Insomma, alla fine il prodotto equo costa piu` o meno come quello non equo pero` i NOSTRI soldi vengono usati in modo ASSAI diverso.

La FairTrade ispezionera` i vari stadi della produzione per verificare che siano rispettate le condizioni di produzione, mentre la TransFair studiera` la questione per arrivare a rendere eque e solidali TUTTE le fasi della produzione. La TransFair ha calcolato quanto reddito servirebbe ad una famiglia media di Sialkot per (soprav)vivere: la produzione dei palloni equi sara` congegnata proprio in modo da fornire tale reddito senza mettere al lavoro anche i figli sotto i 14 anni. In pratica una famiglia media di Sialkot (6 persone) potra` tirare avanti con 2 adulti che cuciono palloni;

C'e` poi una differenza importante rispetto agli altri commerci equi: il partner locale non e` una cooperativa ma un'impresa, sottoposta comunque a regole precise e controllabili. Va infine ricordato che le regole del commercio equo e solidale, cosi` come l'Unicef,  fanno una distinzione tra sfruttamento infantile e lavoro dei bambini: ai bambini cioe` non e` proibito in assoluto il lavoro purche` questo sia lieve, d'aiuto ai genitori (quindi senza distacco dalla famiglia), non causi l'abbondono della scuola ma anzi integri l'apprendimento generale.

Direi che e` tutto. Per maggiori informazioni potete contattare direttamente la TransFair, per quanto mi riguarda direi che fra le tante idee che ci possono venire in mente per fare pubblicita` al calcio femminile (che sta crescendo ma di cui si parla troppo poco), una idea carina potrebbe essere quella di adottare i palloni equi, magari per le partite casalinghe della rappresentative nazionali. No?




 ANCORA SUI PALLONI EQUI

Giugno 1998

Torno a parlare di palloni equi dopo qualche mese dall'inizio della campagna della TransFair motivato da diverse questioni: prima di tutto avevo una mia curiosità personale sull' esito della campagna, in secondo luogo molte persone con cui ho avuto occasione di parlare o che mi hanno scritto tramite la posta elettronica hanno espresso il medesimo dubbio: "... e chi ci dice che questi non fanno come gli altri ?"
Ovviamente noi cittadini possiamo solo dare fiducia a chi ce la ispira, noi bravi giornalisti per quanto dilettanti e specializzati come me, possiamo solo cercare di raccogliere il più possibile informazioni. Sinceramente mi viene difficile immaginare le suore di S.Paolo che guidano macchinoni col sigaro in bocca e che dicono: "uelah...coi palloni equi ci abbiamo un bel rientro!", ma come dicevo prima è essenzialmente una questione di fiducia.
Comunque ho di nuovo contattato gli amici della TransFair e devo dire che le notizie che mi hanno dato sono decisamente buone: le vendite dei palloni equi vanno fin troppo bene, ovvero tanto bene da occupare tutta la capacità produttiva di Talon fino ad ottobre. I rivenditori, CTM e COOP hanno esaurito le prime forniture e ne attendono di nuove: inizialmente si pensava a 50.000 palloni in un anno ma ne sono già stati venduti 150.000 in pochi mesi, dei quali 25.000 in Germania e in Svizzera e il resto in Italia. Questo è stato possibile anche alla forte risposta di CSI, UISP e ACLI sia a livello nazionale che a livello locale, con l'adesione delle piccole squadre.
E la FIGC? c'è stata l'iniziativa del 19 aprile "questo non l'ho cucito io", ma non molto di più, purtroppo lo "sponsor degli sponsor" non gradisce che si parli troppo dei propri metodi di produzione. Comunque io, nel mio piccolo, per i prossimi mondiali, mi riprometto di guardare sempre da un altra parte quando Ravanelli mostrerà la canottiera, dopo un gol.

Visto l'esito positivo di questi primi mesi di produzione e vendita presto, settembre o ottobre, arriveranno anche i palloni da calcetto, da pulcini e anche da pallavolo. Ovviamente alla TransFair c'è euforia ma anche parecchio lavoro da fare. La cosa bella di questo tipo di organizzazione è che gli effetti positivi delle vendite si ripercuotono sulla mano d'opera: è stato avviato il progetto di microcredito, alcuni centri di formazione professionale, aiuti medici e un programma di aiuto alle comunità. Gli stipendi di chi cuce i palloni equi sono più alti rispetto a quelli che cuciono i palloni per le multinazionali e così la vita di molte famiglie è migliorata. Addirittura succede che i cucitori dei megacentri di Saga (subappaltatore di Nike) chiedono di passare ai centri di Talon ... (quello dei palloni equi).
I grossi numeri danno anche la possibilità a Talon e a Geophile di sopportare il peso delle minacce, degli attentati, della sorveglianza dei servizi segreti, delle pressioni da parte degli altri esportatori e della Camera di Commercio di Sialkot.

Per finire, a beneficio dei più diffidenti annuncio che presto saranno disponibili i rapporti sulle attività di Geophile e sull'uso del Fair Trade Premium.

Grazie a Tatjana della TransFair per le informazioni forniteci.