MICHELA ULIVIERI

a cura di Gianpy
Verona,23 gennaio 2002
Michela Ulivieri, 29 anni non ancora compiuti, di Pontedera (PI) è una delle attaccanti che può vantare la squadra del Foroni dalla scorsa stagione. Il bomber toscano, però, proprio dall’inizio dello scorso campionato è costretta a guardare le sue compagne di squadra dalle tribune dei campi dove il Foroni ogni sabato gioca le partite che Michi avrebbe sicuramente aiutato a vincere. Seguo la squadra veronese dall’inizio del campionato e quest’intervista era già nella mia mente da lungo tempo;cercavo solo il momento per concretizzarla attraverso una chiacchierata che mettesse in luce la calciatrice e spiegasse il calvario passato a causa anche di errori medici di valutazione di quello che a prima vista poteva essere un banale infortunio di gioco.L’ho trovato oggi, sugli spalti dello stadio veronese in occasione di una delle tante partite seguite in tribuna. Ecco cosa mi ha risposto Michela…
Ciao Miche come va?
Benino, grazie, sto recuperando ed il morale e più alto rispetto a qualche mese fa.
Iniziamo a parlare un po’ di te ai nostri lettori, per coloro che non ti conoscono o si stanno chiedendo che fine hai fatto.Come e quando hai cominciato a giocare a calcio, quando è nata in te questa passione?
Mah,… la passione è nata come molte ragazze che giocano con me, da piccola. Frequentavo una compagnia di coetanei dove io e la mia amica eravamo le uniche femmine su tredici maschi.
Fin dai tempi dell’asilo si andava con loro a giocare a pallone nel campetto dietro le suore.E con loro ho sempre giocato fino all’età di tredici anni quando entrai per la prima volta in una squadra di calcio di serie D. Mi ricordo che a quei tempi i miei amici litigavano per avermi in squadra e grazie alla copertura di mia nonna che mi proteggeva dai dissensi di mia madre che non voleva che io giocassi a pallone, riuscivo a passare interi pomeriggi con loro, tornando a casa infangata ma pronta a farmi trovare dai miei genitori sui libri non appena rientravano .
Quali sono le squadre con le quali hai cominciato?
Le squadre con cui ho cominciato a giocare sono state l’Ulivetese in provincia di Pisa dall’86 all’89. Poi fino al 92 ho giocato nel Prato Sport ,una formazione che militava in serie A.Quando entrai nel Pisa tornai nella serie cadetta per poi ritornare nella massima divisione nel 94 sempre con la squadra nerazzurra.
Nel Pisa sei rimasta otto lunghi anni…cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Mah…per ogni ragazza che gioca a calcio, cominciare nella squadra della propria città è quasi scontato.Io sono stata fortunata perché con il Pisa ho giocato subito in A e con le mie compagne siamo riuscite a tornarci dopo una parentesi in B e rimanerci per tanti anni. Mi ha dato tante emozioni, anche se non ho mai vinto niente, ed indossare la maglia della tua città che hai sempre visto addosso ai calciatori del Pisa che andavo a vedere tutte le domeniche, ti lascia segnata positivamente…Ti cresce, cambia la ragazza che è in te…L’unico rammarico è stato,forse, di non avere mai vinto nulla a Pisa ma con l’affiatamento che c’era nel gruppo, perché tale eravamo, ci siamo tolte molte soddisfazioni anche personali. Con loro mi sono trovata benissimo.Ad esempio con Pallotti mi trovavo ad occhi chiusi in campo;potevo restare mesi senza giocare con lei poi quando rientravo l’intesa di gioco era subito perfetta.
…ed arriviamo al 2000…come sei stata contattata dal Foroni?
Ero già stata contattata in modo informale dalla squadra veronese nel dopo partita di Foroni-Pisa, quando a detta di tutti giocai una splendida partita realizzando anche un gol. Giocavo sulla fascia sinistra come terza punta aggiungendomi a Sberti e Pallotti. Poi a fine agosto ricevetti la telefonata del presidente Fagnani che mi offriva questa possibilità. Penso di dover essere grata a Milena Bertolini e Federica D’Astolfo con le quali ho giocato nel Pisa e che mi hanno segnalata alla società scaligera. A quel punto mi sono presa un attimo di riflessione perché lasciare i tuoi affetti, il tuo lavoro (facevo la tipografa da sette anni) e le tue amicizie non era facile, mi pesava.Ma se a 27 anni non prendi il treno, forse l’unico, che ti passa davanti…rischi di rimanere in quella stazione per tutta la vita (calcistica,ovviamente). Ho pensato che avevo bisogno di altri stimoli, che cambiare realtà mi avrebbe fatto bene…
…bè visto la fine che ha fatto il Pisa direi che ti ha fatto sicuramente bene…
Sì è vero, ma quello che forse mi pesava un po’era perdere il feeling con le ragazze che però tutt’ora mantengo.
Non ti ha pesato lasciare la tua città?
No, quella non molto. La mia famiglia però mi manca. L’anno scorso tutti i weekend ero a casa, ora un po’ meno perché i miei, vista la distanza che ci separa e le strade del Nord spesso invase dal gelo e dalla nebbia, preferiscono che non corra troppi rischi. Sai, sono figlia unica e quindi ho tutte le attenzioni su di me.Ora poi ho un lavoro che la società mi ha trovato(lavora presso uno studio notarile,n.d.r.) e sono occupata per tutta la settimana.
Quindi sei arrivata dal Pisa al Foroni due anni fa. Hai disputato un buon inizio di campionato giocando 10 partite, l’ultima contro la Lazio il 6 gennaio 2001. Nella squadra toscana eri un bomber da 20 gol di media a stagione.Poi mentre stavi trovando il feeling giusto è arrivato l’incidente.Puoi dirci com’è avvenuto?
L’infortunio è avvenuto intorno al 25’ durante il derby col Bardolino. Avevo sbagliato un gol in precedenza e durante un ‘azione offensiva ho ricevuto una palla filtrante e stavo andando in porta.Ero quasi a tu per tu con Comin quando mi sono sentita falciare da dietro/laterale, un fallo da ultimo difensore ma normale, di come ne capitano tanti nella tua carriera. Placchi è entrata per rubarmi palla ed il fallo riconosco che è stato del tutto involontario. Lei è stata la prima a scusarsi ed a preoccuparsi che non mi fossi fatta nulla. Lì per lì non ho capito la gravità dell’infortunio, mi sono rialzata e appoggiando il piede a terra ho sentito una scossa tremenda alla caviglia.
Sono rimasta una settimana a riposo ed ho ripreso a giocare la successiva anche perché la caviglia non si era gonfiata e tutto faceva pensare solo ad una forte contusione. Ci ho giocato sopra altre partite, ho provato a fare delle cure senza risultato ed al 5 dicembre 2000 ho provato a fare una risonanza magnetica dalla quale è emersa questa osteo condrite con interessamento della cartilagine. La voglia di giocare era tanta e così ho fatto. Ma non riuscivo mai a finire un allenamento per i dolori ed alla fine ho dovuto mollare.
La seconda risonanza infatti dimostrò che l’infortunio non solo non era guarito ma era peggiorato. Con la società si decise, dopo un ennesimo consulto medico, di operarmi a Verona in modo tale che nel giro di due mesi sarei potuta tornare tranquillamente sui campi erbosi. E qui inizia il calvario…L’intervento non riuscì (non cerchiamo i colpevoli, per favore…n.d.r.). In questi casi la colpa è sempre dell’organismo che non ha reagito bene!! Il fatto è che la caviglia è rimasta dolorante e miglioramenti non ce n’erano. Si è deciso di rivolgersi a Maertens, il luminare belga che tanti calciatori famosi ha rimesso in sesto. E questo grazie alla società ed al presidente Fagnani che a spese proprie hanno tentato il massimo per rimettermi in grado di giocare e tornare ad avere fiducia in me. Dopo varie cure mediche e ripetuti esami clinici Maertens mi disse a novembre che se non volevo smettere di giocare avrei dovuto rioperarmi ed avere quindi una probabilità del 70-80% di ritornare in campo. Chiesi un consiglio al presidente Fagnani e lui mi rispose che dovevo farlo, assolutamente! Il 20 novembre ad Anversa in Belgio ero sotto i ferri di Maertens. Permettimi di ringraziare ancora a questo proposito il presidente Fagnani, la società, le ragazze che mi sono state sempre vicine, in particolar modo Federica (D’Astolfo, ndr) che nei momenti di sconforto che ho avuto mi ha sempre supportato moralmente e mi ha dato tanta forza per stringere i denti e continuare. Ora la caviglia sta riprendendo a comportarsi correttamente e dalle successive visite la speranza di riprendere al più presto si fa sempre più concreta.
Come sta andando la rieducazione?
Sta andando bene, pensavo già di cominciare a correre da questa settimana ma è meglio che aspetti ancora un po’.
Quando pensi di rientrare?
A questa domanda non ti voglio rispondere. Perché tante sono state le volte in cui avrei dovuto rientrare ed invece eccomi ancora qui. Maertens mi ha detto che dopo tre mesi dall’operazione dovrei tornare a giocare. Se il decorso va come deve andare, incrociando le dita, e fra una settimana comincio a correre dopo un mesetto di preparazione atletica chissà, potrei rientrare a metà marzo, primi di aprile.(visto che alla fine mi ha risposto? La voglia e la carica giusta ci sono! n.d.r.)
A quel punto ci sarà un problema: l’organico in attacco è già al completo. Pensi ci sarà spazio anche per te? Hai già parlato col Mister?
Si ho già parlato con Milena (Bertolini, ndr). L’importante per me ora è tornare a giocare, essere utile alla squadra per la conquista dello scudetto. Anche se dovessi giocare in difesa mi andrebbe bene ugualmente. Sarà loro la scelta. Vedremo…
Hai preso recentemente il patentino di allenatore. Potrebbe essere una tua aspirazione futura?
L’ho preso in questo periodo di infortunio perché mi è sempre piaciuto allenare e spero di poterlo fare in futuro con le giovanili del Foroni
Quindi l’hai preso per un tuo piacere personale non come ripiego se le cose non dovessero girare nel modo giusto…
No, l’ho preso per un mio piacere e per dare una mano alla società se avrò l’opportunita di farlo. Ma il mio obiettivo ora è tornare a giocare! Io posso essere solo riconoscente a questa società e sarò a sua disposizione fino a che i piani del presidente e del mister mi consentiranno di esserlo. Se non fosse stato per loro a quest’ora sarei rimasta zoppa!
Michela ti auguro di vederti presto giocare e segnare come ai vecchi tempi. Terrò periodicamente informati i nostri lettori sui tuoi progressi nel recupero e quando quel giorno scenderai in campo, saremo tutti in tribuna a tifare per te. Forza Miche…!!