La Difesa a Zona: quando e come attuarla
Seconda parte: la didattica
allenatore di base
Nel mio precedente articolo mi sono soffermata sui vantaggi derivanti
all’attuazione della difesa a zona e sulle condizioni necessarie alla pratica
di questa tattica; ho brevemente descritto due geometrie difensive (diagonale
e piramide difensive) utili nell’applicazione di un comportamento difensivo
collaborativo.
Nell’apprendimento degli strumenti necessari al gioco a zona è
a mio parere fondamentale iniziare dalla situazione più semplice
del gioco del calcio: la situazione dell’uno contro uno, che nella difesa
a zona è fondamentale curare sia per attuare l’atteggiamento di
temporeggiamento necessario a permettere il rientro nel reparto difensivo
di tutta la squadra, sia per chiudere la visuale al portatore di palla
impedendogli di operare passaggi filtranti. E’ quindi opportuno far eseguire
delle esercitazioni di uno contro uno, in cui il difensore deve rapidamente
portarsi in posizione tale da chiudere l’avversario e non deve poi farsi
superare; nell’uno contro uno è fondamentale la posizione
dei piedi: quella che permette una migliore reattività di fronte
agli spostamenti dell’avversario è sicuramente la posizione in cui
un piede è davanti all’altro: in questo modo si originano un lato
forte e un lato debole: se il giocatore viene superato anche con una minima
finta sul lato debole difficilmente potrà recuperare; sul lato forte
invece potrà effettuare una immediata accelerazione data la presa
ottimale dei piedi sul terreno in riferimento alla direzione dello scatto.
(fig. 1)
Di conseguenza si può forzare il portatore di palla a scegliere
una direzione anziché l’altra.
Dopo aver affrontato le situazioni di uno contro uno sarà
necessario passare ad affrontare la situazione più semplice di inferiorità
numerica: il due contro uno, fondamentale nel gioco a zona per poter
fronteggiare situazioni di inferiorità numerica nella propria zona
senza costringere un compagno di reparto a venire in aiuto, lasciando libera
la propria zona di competenza. (fig.2)
E’ fondamentale invitare il giocatore a non farsi ”puntare” dall’avversario
e ad assumere una posizione intermedia che gli garantisca sia la chiusura
sul portatore di palla sia la copertura dell’altro giocatore; nell’esercitazione
è utile applicare la tecnica del fuorigioco.
In seguito sarà utile passare alle situazioni di due contro
due: sarà opportuno far svolgere un’esercitazione in cui due
giocatori si passano la palla: i due difensori devono eseguire un movimento
ad elastico grazie al quale a seconda della posizione del pallone ci sia
sempre un giocatore in chiusura e un giocatore in copertura (fig.3). In
questa esercitazione si inizia a parlare di atteggiamento collaborativo
tra difensori: è anche da evidenziare a questo punto una regola
fondamentale del gioco a zona: più copro, meno marco, più
marco, meno copro.
Infatti a seconda dalla posizione più o meno aggressiva che si va
ad assumere si determina un maggiore o minore marcamento ed una maggiore
o minore copertura. Questo concetto è fondamentale e scaturirà
poi, in relazione al tipo di giocatori allenati, nell’attuare ad esempio
un tipo di diagonale difensiva anziché un’altra o un minore o maggiore
uso della tecnica del fuorigioco o del pressing. Consideriamo ad esempio
nella fig.3 l’atteggiamento del giocatore B: questi può assumere
due posizioni: la posizione 1 garantisce più marcatura e meno copertura,
la posizione 2 garantisce minore marcatura ma maggiore copertura.
A questo punto si passerà ad esercitazioni di tre contro tre;
una squadra si trasmette il pallone linearmente e la squadra di difensori
dovrà assumere le giuste posizioni in relazione alla posizione del
pallone: si può iniziare a parlare di diagonale difensiva e di piramide
difensiva. (Fig. 3 e 4)
Dopo questa fase esplicativa si passerà al vero e proprio esercizio
di tre contro tre in cui la squadra conquista un punto se riesce a portare
il pallone oltre la linea di fondo; ovviamente si dovranno applicare i
concetti prima esercitati. Infine si eseguiranno esercitazioni di quattro
contro quattro, rispettando le diagonali e le piramidi difensive. (Fig.
5 e 6)
E’ ovvio che la diagonale può avere maggiore o minore inclinazione,
e il difensore più lontano dalla palla può posizionarsi o
in linea con il centrale che gli è accanto, o anche più in
alto (diagonale a L).
La scelta del tipo di diagonale (Fig. 7 e 8) dipende dal tipo di copertura
che si desidera avere (la diagonale vera e propria è quella che
ovviamente garantisce maggiore copertura) e dalla profondità che
si sceglie di concedere agli attaccanti avversari, nonché dall’uso
minore o maggiore che si desidera fare della tattica del fuorigioco. A
mio parere è opportuno, soprattutto se il portatore di palla non
è coperto, applicare la vera e propria diagonale, per poi magari
modificarla nel proseguire dell’azione concedendo minore profondità
all’attacco, qualora il portatore di palla venga coperto.
A questo proposito è necessario considerare che in caso di palla
scoperta (portatore di palla libero di agire) è necessario da parte
dei difensori accompagnare (seguire) i tagli degli attaccanti. (Fig. 9)
E’ fondamentale inoltre ricordare che negli ultimi venti metri, in
occasione i calci piazzati, falli laterali e calci d‘angolo etc.. si passa
dalla marcatura a zona a quella ad uomo.
Dopo aver abituato a un atteggiamento collaborativo linee di quattro giocatori
si potrà passare a lavorare sull’intera squadra, ripetendo più
volte gli spostamenti di tutta la formazione; a tal proposito risulterà
molto utile l’esercizio in cui si dispone la squadra secondo il modulo
abituale e si collocano sul campo 6 bandierine di colore differente, poste
ai vertici di un ipotetico esagono; il tecnico chiamerà i diversi
colori e la squadra si disporrà in rapporto alla bandierina che
rappresenta il portatore di palla avversario.
Si dovrà abituare la squadra a muoversi in funzione della posizione
del pallone restando sempre compatta, rispettando esattamente le distanze
tra i reparti; il reparto difensivo dovrà essere in grado di eseguire
abilmente il movimento a elastico, allungando la squadra seguendo in profondità
gli avversari, per poi, in caso di non verticalizzazione del portatore
di palla, risalire velocemente lasciandoli alle spalle e di conseguenza
in fuorigioco.
Sarà utile a tal proposito eseguire esercitazioni in cui la
difesa è invitata ad uscire rapidamente dalla zona difensiva in
caso di respinta del pallone o di retropassaggio della squadra attaccante.
(fig.10)
Altro aspetto che non andrà trascurato è l’allenamento
degli spostamenti a scalare, sia per righe sia per linee esterne; facciamo
un semplice esempio vedendo lo spostamento a scalare del centrocampista
esterno.
Gli argomenti da trattare sarebbero ancora numerosi, ma lo spazio a mia
disposizione è purtroppo terminato; non mi resta che accennare a
come può essere messa in difficoltà una difesa a zona: con
rapidi uno-due degli attaccanti, con tagli in profondità delle punte
e con lanci nella zona cieca, quella cioè che il difensore più
lontano dalla palla in una diagonale lascia libera sulla fascia.
A presto e buona zona a tutti!