INTERVISTA AL FORONI

di Roberto Coronato

Ce l’abbiamo finalmente fatta, dopo tanta rincorsa siamo riusciti a fermarlo per avere una sua intervista. Cosa difficile certamente,  considerato che è una persona che non è…!?! Forse non sono stato molto chiaro. Protagonista di quest’intervista è un’entità astratta, una cosa che non esiste, ma… eccome se esiste!!

Signore e signori, sportive e sportivi, appassionati e non, abbiamo qui nientepopodimenoche… IL FORONI.

Avremmo mille e mille domande da fargli o fa farle, non è nemmeno chiara a noi la sua vera natura. A volte c’è chi lo chiama IL FORONI, altri la chiamano LA FORONI, ma soprassediamo, queste non sono che bazzeccole, noi useremo comunque il genere maschile che più gli si addice, più gli si confà.
Dicevamo, avremmo molte questioni da porgli, ma per ovvi motivi di spazio, non vogliamo esagerare, per cui, ordunque,  che l’intervista abbia inizio; un’intervista di un genere che nessuno credo abbia mai provato, per cui addentriamoci in cotanto terreno misterioso quantanche per noi.
D. Si sieda caro Foroni e si tranquillizzi pure. Siamo qua solo per cercare di aiutare la gente a farla conoscere meglio.
R. Ah! Mi scusi se sembro sempre agitato. Ma sa com’è, tranquillità quest’anno non è che ne abbia passata molta.
D. Bene, iniziamo, allora. Partiamo dalla domanda canonica. Caro Foroni, finalmente è fatta. Con addirittura tre giornate di anticipo lo scudetto resta cucito almeno per un altro anno sulle vostre maglie.
R. Eh, caro signor Coronato è proprio così. Ce l’ho fatta, ma posso assicurarle che non è stata per niente facile. Nonostante il grande vantaggio che ho sempre avuto in classifica, pensi che addirittura dopo sole due giornate di campionato ero già solo in testa, ogni successo, ogni affermazione, mi è costata grande sacrificio e grande fatica. Era come se continuassi a remare controcorrente. Per poco lo puoi fare, ma dopo diventa sempre più difficile. Pensare di essere riuscito ad arrivare alla fine del torneo così bene mi riempie veramente di felicità.
D. Come è stata portare a termine una stagione così?
R. Forse lei ha voglia di scherzare, signor Coronato. Come è stata mi chiede? Se avessi dovuto fare i conti solo con me stesso sarebbe stato semplicissimo. Io sono formato da un gruppo di ragazze che definire fenomenale è riduttivo. A partire dalla parte di me più affermata sino alla parte di me che si è fatta vedere quest’anno per la prima volta, che ha avuto la prima esperienza di calcio di serie A. Se fosse stato solo per questo non avrei avuto grossi problemi le dicevo. Però ho dovuto fare i conti con un mare di gente e di persone, molte delle quali neanche conosco, che hanno voluto  esprimere la loro opinione. Persone che si interessavano dei fatti miei senza avercene nulla a che fare, insomma volevano comunque dire sempre la loro. E  guardi, rare volte era una voce a favore. Parlavano, parlavano e parlavano. Spesso senza cognizione di causa. L’importante era riempire di fango (guardi che sono una persona di classe, eh!) il mio nome. Si, me ne rendo conto che il nome Foroni magari non è bellissimo, ma mi creda, per me questo è il nome più bello del mondo. Ho lottato tutti i giorni ed alla fine sono arrivato in fondo. Grande forza di volontà caro lei. Però oggi mi piace ancora di più.
D. Va bene. Tanti hanno espresso opinioni negative. Però non crede che quando tante voci vanno nello stesso senso qualcosa di vero ci sia?
R. Mi hanno sempre insegnato a non nascondermi mai dietro ad un dito. E non lo ho mai fatto. Vuole che cominci adesso che mi avvicino alla maggiore età? (il Foroni nasce nel 1987, però tenete presente che le  età di queste nature astratte sono un po’ diverse dalle nostre, ndr)
E’ sicuramente vero che mi sono trovato sommerso da mille problemi. E quanti ne vedo attorno anche a me pure adesso. Però vede signor Coronato, dobbiamo fare un distinguo. Io sono il Foroni e vivo per giocare a calcio. Il pallone è la mia vita. A me sarebbe piaciuto leggere su quotidiani, riviste e quant’altro articoli positivi verso di me. Guardi sa che mica è facile riuscire a scendere in campo con la concentrazione al massimo, quando ti senti vituperato e preso in giro continuamente. Io mi sono rinchiuso nel mio piccolo mondo e sono andato avanti. Pensa addirittura mentre correvo in campo, i tifosi delle squadre ospiti, a volte,  mi insultavano. A me!! Ma cosa possono dire ad uno come me che ha sempre fatto vedere, ha sempre fatto capire a tutti che il mio unico interesse era pigliare a calci quell’odiosa palla rotonda. Ignoranza al mondo ce ne sta tanta.
D. In effetti non me la sento di darle torto. Mi dica però ad inizio stagione come pensava che potesse andare.
R. Dopo aver fatto così bene la Champions League in Russia (me la lasci chiamare così che mi piace di più, anche s il nome corretto è Womens Uefa Cup), avevo capito che potevo togliermi delle buone soddisfazioni in campionato. Non credevo però sicuramente di dominare in questo modo. Anche perché il mio insieme non era all’altezza dei quello di altre realtà come Lazio e Torres. Loro mi sembravano molto superiori a me. Ma sa, quando uno le cose le sa, non resta male dopo. Illudersi di essere i più forti e poi cadere fa male. Io da questa stagione sapevo di poter avere solo delle soddisfazioni.
D. E che razza di soddisfazioni. A Settembre la Supercoppa. Adesso il Campionato. Ci avrebbe scommesso?
R. Ma sulla Supercoppa forse sì. Fra me e me pensavo che in una partita unica una super squadra come la Lazio avrei anche potuto batterla con un po’di fortuna. Per il campionato speravo in un dignitoso piazzamento. Magari secondo. Le cose invece sono andate in modo diverso. La Supercoppa l’abbiamo stravinta 6-1 e mi ricordo il telecronista alla televisione su Rai Sport: continuava a dire che la Lazio era giù di corda, che non giocava bene, che non era ancora a punto con la preparazione atletica. Mai una volta che dicesse  che io avevo fatto una partita, ahò, veramente gajiarda!! Mah! Forse anche a lui non piaceva il mio nome.
Per il campionato, sapete tutti come è finita.
D. Come ha convissuto con la partenza di così tante ragazze ad inizio stagione?
R. Dire che mi dispiace è ancora poco. Però sa, la vita è questa. Ogni persona deve fare i suoi conti, valutare le proprie necessità e decidere quello che per lei pensa sia meglio. Io ho sempre guardato il lato positivo della cosa e, a differenza di tanta altra gente, io non ho il dovere di giudicare, ma solo di giocare. Devo però dirle che, ad esempio, vedere giocare Rita Guarino  è stata una piacevolezza, e vederle addosso la mia maglietta bianco-verde mi ha sempre riempito il cuore. Vuole che le dica che sono stato contento quando è andata via? Mentirei. Sarebbe come dire che 1+1 è uguale a 3.
D. Cosa le è piaciuto di più di questa annata? E’ vero che non è ancora finita, ma penso che si già il tempo per fare qualche bilancio.
R. Bravo signor Coronato. E’ proprio così. Non è finita ma qualcosa posso già dire. Credo che la cosa che ho preferito in tutta questa stagione  è stato vedere l’affiatamento fra tutte le ragazze  che avevo. Sa io ero l’unica realtà un po’ particolare, ma le ragazze hanno proprio fatto quadrato fra di loro. Vederle sempre molto unite mi è piaciuto. Mi resterà impresso, anche perché è più recente, quello che hanno  fatto quando Daniela Tavalazzi ha segnato la rete del 5-0 contro il Torino sabato 3 Aprile. Tre giorni prima le era morto il padre e appena ha segnato l’hanno letteralmente sommersa di abbracci e baci. Anche il pubblico, signor Coronato. Tre minuti di applausi.  Io mi sono commosso e ho fatto una lacrima. Che gioia vedere  quella scena.
D. Invece Foroni cosa le è piaciuto di meno? Cosa le ha dato veramente fastidio?
R. Questa è una domanda molto difficile. Voglio però citarle due episodi. Il primo riguarda la mia partita a Como. Stavo giocando con la mia solita grande voglia e negli spalti c’era il Presidente del  Como che per tutta la partita è andato avanti e indietro insultandomi e pigliandomi in giro. Ma dico, ci pensi? Io manco lo conosco e lui invece conosceva così bene me da offendermi per tutta la partita. Alla fine mi è stato detto che aveva dei problemi col mio presidente e lui come li risolveva? Prendendosela con me. Addirittura chiedeva alle sue ragazze di farmi male durante la partita. Spero che personaggi così spariscano in fretta dal mondo del calcio.
L’altro episodio riguarda una giornalista di Tuttosport. Durante la partita di campionato col Milan ho iniziato con 45 minuti di ritardo perchè qualcuno doveva saldare delle pendenze economiche per l’iscrizione al campionato. Sa, io di queste non ne capisco, capisco però che non è giusto che nell’articolo si metta nome e cognome della persona che aveva pagato l’assegno per garantire la citata copertura. Sarebbe stato giusto dire che io, il Foroni avevo pagato, invece no, questa giornalista aveva pensato bene di dire nome e cognome di chi aveva emesso l’assegno. Mi dicono che in Italia esiste una legge sulla privacy, forse lei è di San Marino.
D. Quale è stato il momento topico di questa annata. Il momento in cui hai pensato: ”Vuoi vedere che ce la faccio anche quest’anno?”
R. In genere in questi casi si risponde sempre rimanendo sul vago. Si dice sempre che non c’è stato proprio un momento ben definito in cui si capisce che una cosa sta andando in un  certo verso. Per me invece quest’anno c’è stato, e c’è stato di brutto. L’ultima partita del girone di andata che abbiamo giocato col Bergamo. Durante la settimana ero stato poco bene e ho perso in un colpo solo quattro giocatrici, sa com’è l’influenza. Oltre a queste, altre due avevano la febbre ma sono andate comunque in campo insieme ad un manipolo di giovanissime. Il Bergamo era una squadra indubbiamente solida e forte. Non le racconto tutta la gara le dico solo che ho vinto 3-1, con due reti segnate da due ragazzine di 15 e 16 anni. Sono stato proprio bravo. Lì ho pensato: ”Vuoi vedere che ce la faccio?” Ed infatti…
D. Lucca ad inizio anno non ha neanche cominciato a giocare. Lazio si è sfaldata a metà campionato. Tu, guarda quanti problemi hai. Ne veniamo fuori?
R. Sì.
D. Scusa, cerca di essere un po’ più esplicito.
R. Sì per tutta una serie di motivi. Non ultimo il fatto che dobbiamo venirne fuori. Non esiste un campionato senza la Lazio che è la storia del campionato, io al massimo sono la geografia.
D. ???
R. Scusa  ma questo era uno striscione che i tifosi della Lazio avevano portato quando erano venuti a Verona. Sono sincero mi è piaciuto anche se adesso credo che un po’ di storia sto facendola anch’io. Pensa i tifosi della Lazio  hanno intonato cori per tutta la partita. Ammirevoli. E’ facile essere grandi quando la squadra è grande e va a mille.
D. Ultima domanda. Cosa farai adesso?
R. Semplice, risponderò a questa tua domanda. Ti dico solamente caro Roberto, guarda mi sento proprio in confidenza con te, che non posso fare altro che vivere alla giornata ed aspettare. Sono ottimista di natura per cui la mia risposta è scontata. Vedrai che andrà tutto bene. Ne approfitto di questo ulteriore momento di celebrità per fare i ringraziamenti, del resto si usa sempre fare così alla fine. Ringrazio in velocità, oltre alle mie ragazze che è sottinteso, il gruppo di ragazzi che ha lavorato per me così bene, vale a dire, Leo Donella (allenatore), Orlando Schulz (prep. atletico), Nello Giusti (massaggiatore, anche se non mi invita a casa sua), Paolo Passa (prep. portieri), e, crepi l’avarizia anche te, caro Roberto Coronato (addetto stampa e direttore sportivo).

SEI DOMANDE IN FILA:

D. Miglior giornalista sportivo di calcio femminile.
R. Gianpy. Imbattibile
D. Squadra per cui tifi (Foroni escluso)
R. Due: REGGIANA E TORINO
D. Squadra odiata
R. VERONA GUNTHER. Non fece altro che male al calcio femminile
D. Cosa fa bene al calcio femminile ?
R. Interviste come quella delle jene fra tifosi Lazio e Bardolino
D. Cosa fa male?
R. Sparlare per il gusto di farlo + il presidente del Como
D. Un augurio speciale?
R. A Daniela Tavalazzi che è in attesa.

Roberto Coronato