La stagione 2000-2001 del Torino di calcio femminile, sempre all’affannosa
ricerca di punti per evitare la retrocessione in serie B, non deve essere
nata sotto una buona stella. E neppure quella di Elisa Miniati, 27 anni
da compiere, centrocampista tornata a vestire la maglia granata con l’anno
nuovo dopo avere iniziato il campionato con il Geas Sesto San Giovanni.
I fatti: la scorsa estate la Miniati, il cui cartellino era di proprietà
dell’Autolelli Picenum, venne ceduta alla società milanese. “A titolo
definitivo – racconta lei, che nel Torino aveva iniziato la carriera vestendone
poi la maglia per dodici anni -: questi erano gli accordi tra le due società
e io ne ero pienamente soddisfatta. Tuttavia, per un errore di compilazione
dei moduli, il mio trasferimento a Sesto è stato registrato solo
in prestito”.
Il problema non si sarebbe presentato se poi, a dicembre, la stessa
Miniati non avesse deciso di lasciare la cittadina lombarda e di tornare
a Torino in compagnia di Isabella Costanzo e Antonella Garagliano: “Quella
finestra di mercato era infatti riservata solo a chi avrebbe potuto passare
da una società all’altra a titolo definitivo – prosegue Miniati
-. E, per regolamento federale, l’errore sui moduli di trasferimento avrebbe
dovuto essere comunicato entro la fine di novembre”.
Il patatrac è dietro l’angolo: il passaggio al Torino avviene
grazie alla formula (a questo punto illegale) del prestito, la giocatrice
scende in campo due volte con la maglia del Toro e si vede successivamente
sospesa dalla Commissione tesseramenti. “In quel momento abbiamo preso
coscienza degli errori commessi, venendo anche a conoscenza del fatto che
l’indagine era stata promossa dal Tradate, squadra che lotta con il Torino
per non retrocedere, e dallo stesso presidente del Geas Giuliani. Quest’ultimo
arrabbiato perché cinque sue giocatrici avevano deciso di andarsene
in seguito a problemi organizzativi e personali, ha più volte affermato
che mi avrebbe tenuta ferma sei mesi facendomi perdere anche gli Europei
con la Nazionale”.
Oltre al danno, quindi, anche la beffa della mancata convocazione in
maglia azzurra. La Miniati, ovviamente non si arrende: “Natalina
Levati, presidentessa della nostra Federazione, si è dichiarata
pessimista, ma io non desisto: ho preso contatto con l’Associazione
Calciatori e anche Carolina Morace (allenatrice dell’Italia, ndr)
ha promesso che si sarebbe interessata al mio caso. Solidarietà
ne ho ricevuta tanta, spero succeda presto qualcosa di positivo”. Altrimenti?
“Potrei anche decidere di smettere di giocare per dedicarmi alla laurea
di Scienze Naturali. Per inseguire un pallone, negli anni scorsi ho anche
rinunciato a qualche offerta di lavoro: a questo punto, non so se lo rifarei”.