Natalina Levati ha appena consegnato la Coppa Italia alle milaniste, stringe qualche mano e si avvia verso l'uscita, la fermo e le chiedo un' intervista. "Ah, giusto lei !" esordisce la presidentessa riconoscendo in me l'autore dell'intervista a Stefano Pellegrini in cui venivano riportate critiche molto pesanti nei confronti dell'operato della Divisione e di Natalina Levati in particolare. Be', fa piacere essere riconosciuti e poi la conversazione si fa subito interessante. La presidentessa non perde tempo, apre la borsa, prende dei fogli e me li mostra. Parla rapidamente, con passione e, forse, anche con liberazione.
... ho preparato per lei, insieme alla segretaria, un elenco di tutte le cose che abbiamo fatto in questo anno, sono piccole cose ma la politica dei piccoli passi paga sempre. Non mi interessa continuare una polemica, non mi interessa l'intervista di Pellegrini, se Pellegrini ha qualcosa da dirmi mi telefoni e mi dica pure che ho sbagliato tutto, ma dall'aver sbagliato tutto al non aver fatto nulla ... qui ci sono tutte le cose che la Divisione ha fatto ... poi mi chieda quel che vuol sapere, io sono qua ...
Visto che ormai è terminata la stagione agonistica facciamo
un bilancio di questo suo primo anno di presidenza.
Più che altro abbiamo affrontato delle situazioni nuove, è
la prima volta che siamo riusciti, come Divisione, a fare un campionato
di B a 3 gironi da 16 squadre, quasi completo. Siamo riusciti in tante
piccole cose, ma il problema è di fondo: c'è tanto entusiasmo
nel mondo del calcio femminile, ci sono tante aspettative, io capisco,
ci sono tante speranze ... purtroppo dobbiamo fare i conti con una realtà
che è difficile per tutto il mondo dilettantistico, non ci sono
soldi, non ci sono sponsorizzazioni ... Il calcio femminile, soprattutto
la serie A, è un anacronismo, perchè noi parliamo di calcio
dilettantistico però poi alle ragazze e alle società chiediamo
impegni economici e di tempo quasi da professionisti. Allora dobbiamo trovare,
all'interno della Federcalcio, qualcosa che ci aiuti a superare questo
impasse,
anche perchè siamo l'unica nazionale dell'attività dilettantistica
e questo comporta che le ragazze che vanno in nazionale abbiano dei problemi
enormi. Stiamo cercando di risolverli, se avessi la bacchetta magica non
sarei qui. La soluzione è soprattutto legata, secondo me, al fatto
che le ragazze che giocano a pallone sono troppo poche, dobbiamo assolutamente
allargare la base ma i problemi sono enormi e per risolverli non basteranno
nè un anno, nè due anni, nè tre anni. Comunque il
bilancio per me è positivo già adesso, siamo riusciti in
molte cose, ma quello che manca veramente, e spero di ottenerlo per il
prossimo campionato, è uno spazio speciale, continuo, settimanale,
non dico 30 ore ma 20 minuti, su una tv a livello nazionale. Anche qui
c'è un discorso economico: noi come Divisione non possiamo nè
fatturare, nè cercare sponsor, non possiamo toccare una lira; è
un discorso da prendere alla lunga. Stiamo comunque studiando il modo per
trovare e soprattutto poter usare questi sponsor. Anche per fare
questa manifestazione (la finale di Coppa Italia, ndr), abbiamo
dovuto aggirare questo ostacolo, abbiamo coinvolto il Comitato Regionale
Toscano che ci ha dato una mano.
C'è insomma un problema di collocazione all'interno della
FIGC ... non si puo risolvere?
No, non si può risolvere: è utopistico pensare di fare
una lega nostra, la Federcalcio ha questa struttura, non è detto
che prima o poi non si faccia davvero, ma ci vorranno almeno 20 anni, noi
non possiamo aspettare tutto questo tempo. Allora è molto meglio
cercare di ottenere piccoli spazi, piccoli riscontri, piccole cose e intanto
fare progetti a lunga scadenza, ma i progetti a lunga scadenza, per noi
oggi, che curiamo le problematiche della serie A, ci vanno stretti.
E' utopia dire "vogliamo la lega", è utopia dire "vogliamo i
miliardi che hanno i professionisti" che poi sono gli introiti del totocalcio,
noi non andando in schedina non abbiamo diritto a questi soldi. Se abbiamo
pazienza e ci aiutiamo tutti forse possiamo raggiungere qualcosa ...
In effetti, forse quello che è mancato quest'anno è
stato proprio il dialogo tra società e Divisione ...
No, io le dico il contrario: il dialogo c'è stato, ma in quale
senso? Le società hanno chiamato la Divisione per dire "abbiamo
questo problema" e la Divisione ha cercato di risolvere i problemi, non
dico che li ha risolti ma ha cercato almeno di risolverli; però
poi, quando le stesse società sono state chiamate a progettare qualcosa,
a rinunciare a qualcosa, a fare sacrifici, qualcuno l'ha fatto a malincuore,
qualcuno l'ha fatto con buona volontà, qualcun altro ha fatto orecchie
da mercante. E allora dobbiamo maturare tutti insieme: se qualcuno ha una
bacchetta magica o una soluzione che la proponga.
Fra l'altro la sua elezione è avvenuta il 1 maggio dell'anno
passato, e tutti erano contenti del suo arrivo, anch'io personalmente dato
che, nel mio piccolo ricordavo la sua notevole disponibilità nel
fornire informazioni sulla Fiamma Monza, disponibilità che ho riscontrato
molto raramente nelle altre società. Quindi, entusiasmo generale
a maggio poi a settembre inizia la Coppa Italia e tutti brontolano e si
lamentano ...
Non tutti, sono state soltanto 6 le squadre che si sono ritirate. Io
ho spiegato perchè la Coppa Italia era stata pensata in quel modo:
i sabati sono questi, se noi li occupiamo per campionato, europei, mondiali
e olimpiadi la Coppa Italia o si fa con questa formula, che abbiamo studiato,
non è che me la sono inventata, oppure si gioca di mercoledì.
E visto che a 6 squadre non è piaciuta ora si ritorna all' antico,
però ho già fatto scrivere sui Comunicati Ufficiali che si
giocheranno i turni infrasettimanali, perchè se i sabati sono 52
e le giornate di campionato sono 30 per dare spazio alla nazionale bisogna
giocare la Coppa di mercoledì.
A me personalmente il turno infrasettimanale è dispiaciuto
non tanto per la Coppa Italia, quanto per il torneo Giovani Calciatrici.
Ma è stato un solo caso ...
Sì, però di maggio, tempo di interrogazioni, compiti
decisivi ...
Ma questo non è un problema della Divisione: è un problema
dei comitati regionali che non riescono a concludere entro certi termini:
e quindi anche il Torneo Giovani Calciatrici verrà rivisto e non
si faranno più le fasi nazionali. O si sta ai termini e qualcuno
si sacrifica oppure ...
Ma il torneo giovanile non poteva finire domenica prossima o magari
oggi, abbinando la finale a quella della Coppa Italia ?
No, non si poteva fare. Ci sono dei tempi, delle modalità, non
è facile gestire tutte queste cose.
Certo dispiace che 4 squadre siano scontente, ma che ne siano scontente
solo 4 su 56 è già un successo.
C'è anche la spada di Damocle delle squadre sarde della
serie B: si teme che vengano incluse tutte nel solito girone. E' fondato
questo timore ?
L'anno scorso le abbiamo divise ed è successo un problema con
la Sardegna, col Comitato Sardo e con le società sarde, nel consiglio
di lega. Successe il finimondo, il delegato sardo se ne andò dal
consiglio di presidenza ... e allora per il prossimo campionato le metteremo
tutte insieme. Quello che dico sempre è che ognuno dovrebbe guardare
al di là del proprio naso, so che è difficile, ma a volte
non ci sono proprio altre soluzioni, a prescindere dai problemi di tutti.
E poi non è che la Divisione impone le sue decisioni: per ogni cosa
si telefona, anche adesso che il 10 luglio scadono le iscrizioni: abbiamo
telefonato a tutti "mandateci i soldi"; mandateci la fidejussione". Nessuno
può dire "ci hai lasciato fuori". E per la Sardegna è lo
stesso, lei ha ragione, è una spada di Damocle, mi dica lei
cosa fare: dove le metto le squadre sarde? in quale girone?
Liguria, Toscana e Lazio che si affacciano sul Tirreno sono le regioni
maggiori candidate a completare il girone delle sarde ...
No, non è solo un problema di affacciarsi, è un problema
di collegamenti, è una questione ancora da studiare ... (altre
persone ipotizzano un girone sardo-siculo, ndr)
Arriva il momento dei saluti ma la presidentessa, dopo avermi ricordato il suo cellulare mi invita a chiamarla ogni volta che mi venga un dubbio sulle sue scelte e si congeda dicendomi: "lei mi chiami tranquillamente e io le spiegherò il perchè, non le dirò che ciò che facciamo è giusto, ma le dirò perchè lo facciamo."