Riprendiamo questo articolo di Giancarlo Padovan
dal
Corriere della Sera
del 25 aprile 2001. Si parla delle ragioni per cui Patrizia Panico non
è poi andata a giocare nel campionato americano.
La Panico non va a Filadelfia
Sfuma il sogno di Patrizia
«Ho perso l'America ma mi rifarò in Nazionale»
La calciatrice della Lazio adesso punta sugli Europei: «Ma poi spero
di andare in USA »
Il campionato è partito e il Filadelfia sabato ha vinto la sua prima
partita (2-0 al San Diego), ma Patrizia Panico è rimasta a Roma.
Quella che sarebbe dovuta essere l'unica giocatrice italiana fra le professioniste
americane e del resto del mondo è stata costretta a rinviare la
partenza. Non giocherà nel Filadelfia, non sarà l'avversaria
di Mia Hamm e Brandi Chastain, non proverà l'ebbrezza del gol in
uno stadio gremito da 38.000 spettatori (tanti ce ne erano alla gara di
esordio tra Washington e Bay Area). Almeno per i prossimi mesi, Panico
resterà in Italia cercando di riconfermarsi migliore realizzatrice
del campionato (finora 37 gol di cui appena 2 su rigore) e proponendosi
di ripetere all'Europeo di Germania del prossimo giugno le prestazioni
del Mondiale americano dell'estate '99. Lei, sfrontata e sincera come quando
è in campo, ammette che l'unico obiettivo vero della stagione adesso
è mettere in fila le altre nazionali d'Europa. «Poi che l'Italia
riesca a farlo con dieci gol di Panico o con dieci gol di qualcun altro,
non ha nessuna importanza».
Patrizia è delusa, anche se sa temperare bene il suo stato d'animo:
«Le occasioni non vanno lasciate scappare, quando passano si prendono
e io purtroppo l'America l'ho persa. Però se loro vogliono e mi
cercano ancora ne possiamo riparlare per l'anno prossimo. In fin dei conti,
avevo raggiunto l'accordo su tutto, dalla parte economica alla sistemazione.
E se non è andato in porto, si può dare la colpa a tutti
tranne che a me».
Il trasferimento dalla Lazio, cui Panico appartiene, agli Stati Uniti,
dove il Filadelfia l'aveva scelta, era cosa fatta appena un mese e mezzo
fa. Poi, poco per volta, è andato ad impantanarsi nelle secche della
burocrazia internazionale. Da una parte gli americani i quali esigevano
che i soldi da versare fossero giustificati alla voce «trasferimento».
Dall'altra la società romana: la Lazio si è attenuta alle
normative Fifa che in casi del genere, prevedono il pagamento alla voce
«indennizzo».
Su queste basi, del tutto inconciliabili, lo scambio è saltato.
Patrizia non cerca responsabilità, l'importante è ripartire.
«Adesso potevo essere in America, ma ai primi di giugno sarei comunque
dovuta tornare, perché inizierà il ritiro della nazionale.
Avrei dovuto cambiare preparazione per ben tre volte perché a nostra
serie A è ormai alla fine, il campionato americano all'inizio e
l'Europeo è una manifestazione breve e concentrata. Insomma se nel
mio destino ci saranno gli Stati Uniti, meglio che arrivino con più
calma e maggiore programmazione. Certo, a livello personale, giocare in
quel paese resta il mio obiettivo. Però fino a maggio darò
tutto alla Lazio e da giugno in avanti alla nazionale».
Dopo l'Europeo Panico programmerà il proprio futuro. Di sicuro
ricomincerà il campionato in Italia (la Wusa si estende da aprile
ad agosto e l'anno prossimo al massimo arriverà a settembre), ma
ancora non sa in quale squadra. «Ci incontreremo con i dirigenti,
dobbiamo valutare attentamente tutti gli aspetti ». La Lazio è
una delle società più accreditate (vi militano sei nazionali)
attualmente è terza in classifica, anche se a dodici punti dalla
capolista Torres di Sassari. E la donna dal gol facile non può più
accontentarsi di posizioni di rincalzo, in attesa di volare ha voglia di
vincere.
Giancarlo Padovan
Leggete anche il comunicato stampa di ASSIST sempre
a proposito del "caso Panico":