Da CalcioAtlete del gennaio 1989 - Seconda pagina


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VITA NORMALE DI UNA CAMPIONESSA

        Laura Fogli: atleta, specialità maratona, nasce a Comacchio nel 1959. I suoi migliori piazzamenti sono: 2 medaglie d’argento ai campionati europei (ad Atene nel ‘82 e a Stoccarda nel ‘86); ha partecipato sei volte alla Maratona di New York piazzandosi ogni volta tra i protagonisti (due anni 4°, un anno 2°, tre anni 3°); detiene la migliore prestazione della sua specialità, cioè 2h 29’ 28” tempo ottenuto alle Olimpiadi di Los Angeles con un 9° posto; 6° ai campionati del mondo di Helsinki del ‘83; nell’86 vince la maratona di Pittsbourgh.. e l’elenco dei suoi successi potrebbe continuare a lungo.
        —       Laura, il tuo è un cuiriculum professionale di tutto rispetto. Viene spontanea una domanda: come mai i giornali sportivi non ti dedicano maggiore spazio? Perchè si limitano a pubblicare i risultati senza dare particolare risonanza all’evento,
senza chiederti opinioni, pronostici o addirittura giudizi su ciò che accade come fanno invece con qualche nostro «grande
campione di calcio»?
        —       L’atletica purtroppo, specialmente femminile, riveste ancora un ruolo di secondo piano dal punto di vista dell’interesse giornalistico. Generalmente i quotidiani si occupano di noi solo nelle grandi occasioni: una medaglia alle Olimpiadi
oppure una vittoria o un buon piazzamento ai campionati europei. A volte anche le circostanze possono giocare un ruolo
determinante, come nel mio caso: tre anni fa conquistai la medaglia d’argento agli europei ma nella stessa sera ci fu la «tripletta» italiana nei 10.000 m. maschili e i mass-media furono evidentemente monopolizzati dall’insolito evento. E innegabile comunque che lo sport femminile non gode ancora di quella popolarità che si merita, anche e soprattutto a livello di informazione.
—       Perché hai scelto di fare sport ?
        —       Inizialmente salo per gioco, Per divertimento; durante la scuola ho avuto la fortuna di trovare insegnanti che mi hanno avvicinato allo sport nella maniera giusta. In seguito ho incontrato persone che mi sono state di grande aiuto perché mi hanno sempre incitato e sostenuto nel continuare in questa disciplina.
        —  Qual è l’aspetto della tua attività che ti piace meno?
        —   Direi nessuno, mi piace tutto ciò che riguarda l’atletica altrimenti non avrei fatto questa scelta.
        —       La tua risposta mi suggerisce una domanda importante: che cosa ti ha dato lo sport?
        —       Davvero tanto! Mi ha permesso di girare l’Italia e il mondo e di conoscere tanta gente che pratica altri sport, nonché realtà sociali interessanti e molto diverse dalla nostra.
       —       Qual è stata la gara più importante per te?
        —       Eh, sono tante; direi che tutti i grandi appuntamenti danno emozione. Ma più di tutte posso citare le Olimpiadi, gli Europei e le maratone di New York perché sono gare in cui si da il massimo di se stessi, anche perché in questi casi un buon ri-
sultato attira finalmente l’attenzione della stampa!
        —       Quanto ha influito lo sport nella tua vita privata?
        —       Direi poco perché anche mio marito è un atleta ed è il mio allenatoie, di conseguenza è un impegno comune che poirtiamo avanti, diciamo, in famiglia.
        —       Se tu potessi tornare indietro rifaresti la stessa scelta?
        —       Senz’altro si. E stata una scelta mia della quale sono tuttora convinta.
        —       Un consiglio a chi volesse intraprendere la tua stessa strada?
        —       Una cosa importante: avvicinarsi allo sport poco per volta, senza avere fretta di arrivare subito in alto. All’inizio si
fanno molti sacrifici ma non bisogna demoralizzarsi se, nonostante gli allenamenti, i risultati non vengono. Io ho avuto la pazienza e la forza di continuare con passione ed alla fine i risultati mi hanno dato ragione.

A.      Locatelli


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