Da CalcioAtlete del novembre 1988 - Prima pagina


IL SUICIDIO DEL VERTICE

Ho avuto più volte modo di dirlo: io non sono tra quelli che stanno invariabilmente col padrone di turno e sono pronti a sputare su chi è in disgrazia. Non ho perciò avuto il timore, nè ce l’ho ora, di dichiarare anche agli attuali dirigenti, in primis allo stesso Commissario ad esempio, che non intendo proprio disconoscere i tanti meriti della precedente organizzazione e dello stesso avv. Trabucco.
Gli errori sì, ci sono stati, ma prima di parlare è il caso di conoscere anche le altre Federazioni e ciò che accade intorno. Tuttavia ricordiamoci l’eredità, non solo di debiti ma anche viva: una Nazionale ad alti livelli, quante Società?, quanto entusiasmo? E noi in particolare, vogliamo rispolverare le concessioni democratiche dell’ultimo Statuto? E vogliamo ricordarci la partecipazione infuocata alle riunioni, la coscienza di essere un unico movimento che ci ha fatto crescere e che oggi ci fa lottare? Gli errori? Sì, aver voluto costruire un movimento sportivo rifiutato (1968) dalla FIGC senza aiuti economici, è un errore per qualcuno.
Un grosso difetto esisteva però, ricordo, ai Consigli Federali: se si dissentiva era un po’ un guaio.
Chissà perchè oggi è evidentemente difficile il manifestare la propria opinione nella propria squadra e con i propri dirigenti o,
comunque. ovunque si debba andare a discutere decisioni prese dall’alto. E forse per questo che i grossi meccanismi sono così lenti?
Perchè non permettono l’espressione chiara, pena prevista: disgrazia, perciò, alla fine, si affidano a idee, intuizioni, iniziative di
uno solo o pochi, magari lontani dalla realtà vera del movimento.
E questo deve insistere per anni per farsi sentire e le cose logiche di per sè, facili da realizzare, sono alla fine come la scoperta dell’America. Certo. qualcuno mi darà dell' ingenua e mi parlerà della difesa del potere: ma è logica perversa, questa, perchè più cervelli ed esperienze unite danno migliori risultati di uno, è chiaro, e poi il merito, alla fin fine, va proprio a quell’uno. Quindi proprio questa reale mancanza di democrazia non si capisce, poichè è il dibattito, è la critica costruttiva, ciò che fa partecipare, il silenzio-assenso suona da “gregge privo di idee”. Voi associate che leggete vi chiederete il perchè di questo articolo senza riferimenti precisi e in prima pagina. Voi sapete benissimo, specie se fate parte o avete partecipato al Direttivo, come sia importante e mai stroncato il vostro parere che, anzi, è servito per iniziative e prese di posizione. A volte dispiace non avere i mezzi per esaudire la vostra ansia di partecipazione.
Ma c’è chi non ha capito che noi siamo la vostra voce e solo la vostra. C’è chi vorrebbe fare con voi e di voi stupidi soprammobili, crede di poter muovere un’Associazione a suo piacimento, o eliminarla addirittura come si elimina una voce scomoda. Ma in democrazia tutti hanno diritto di far sentire la propria opinione. Ora, alla nomina del prossimo Direttivo del

Com. Calcio Femminile le possibilità che ci riguardano sono due: o continuiamo in questo lavoro di collaborazione, di moralizzazione anche, di informazione, di crescita, ecc., o, se saremo respinte all’esterno o maltrattate, dall’esterno avremo l’unica possibilità: quella di divenire un sindacato (oggi NON lo siamo) e difendere a tutto spiano SOLO i nostri interessi, senza alcuna altra valutazione nè di immagine o di momenti o di persone. Facile vero? Si, è più facile (distruggere con la critica spietata o con iniziative clamorose. E più facile, perché, per lavorare insieme con altre componenti, ci vuole molta più capacità di mediazione, di comprensione.
Credo che, anche se spesso dalle pagine (in questo periodico abbiamo dissentito (ed è nostro diritto-dovere), in questi due anni di partecipazione alla consulta e alla commissione per la pubblicizzazione, abbiamo dato prova dell’utilità della nostra presenza. Non siamo d’accordo con tutto e sappiamo bene dei problemi esistenti e dei tempi ancora troppo lunghi per la loro soluzione, ma il fatto di partecipare ci ha permesso di camminare un po’ di più con una visuale più aperta: noi e gli amici dirigenti.
Che il prossimo anno a tutti porti tanti buoni consigli. Auguri.

A.      Cavarzan


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