Da CalcioAtlete dell' aprile 1989 - Terza pagina 

CONSULTA: come e perché?

Come in altra parte si è detto, il Commissario per il Calcio Femminile sig. Ricchieri, si era reso conto della profonda diversità rispetto al maschile. Ma, secondo lo Statuto FIGC, un Consiglio non poteva essere nominato, perciò egli cercò di individuare un certo numero di persone che facessero delle proposte, che studiassero il settore. Certo, un difetto del Comitato fu quello di non inviare in Comunicati il resoconto di questo lavoro che però fu presentato alla riunione di tutte le Consulte della Lega Dilettanti dal Dr. Cammilletti.
Tenendo conto dunque di certi presupposti, la Consulta sollecitava:
—  un consistente aiuto finanziario alle Società ed un’azione promozionale presso i mass-media, anzi, più volte aveva chiesto l’intervento dei massimi dirigenti FIGC presso la Rai
—  proponeva (facciamo qualche cenno, non essendo possibile trascrivere tutto): l’immediato inizio dei corsi allenatori e, al più presto, l’ammissione in tutte le Regioni, a questi corsi, delle calciatrici;
—  l’obbligatorietà, per la serie A, di un allenatore di seconda Categoria (e non, come dice il Regolamento della LND di terza);
—  il tesseramento di tre calciatrici straniere;
—  per i Campionati: Serie A a 16 squadre, serie B a tre gironi, possibilmente di 12 squadre (minimo 10), serie C a 6 gironi (possibilmente interregionali) di 12 squadre, serie D regionale, tornei provinciali, Campionati giovanili Under 18 per squadre di riserva “ove non sia possibile organizzare tali Campionati le squadre di riserva dovranno gareggiare, fuori classifica, nella Serie D o C del Campionato di appartenenza”;
—  sostituzioni delle calciatrici: TRE (LND sono DUE);
—  durata della gara 40’ (LND 45’);
—  campi: dovrà essere istituita una Commissione Campi Sportivi soprattutto “in funzione” degli spogliatoi. Per la serie A il campo non potrà avere misure inferiori a 50 X 100 e gli spogliatoi dovranno essere all’interno del recinto di gioco (LND: 45x90, VEDASI IN ALTRO ARTICOLO);
—  arbitri: sia data la possibilità alle donne di arbitrare nei Campionati Femminili.
La Consulta faceva proprie inoltre: la proposta del dr. Cammilletti di rendere obbligatoria in prospettiva, entro un certo periodo, per tutte le squadre dilettanti maschili un settore femminile e quella della d.ssa Cavarzan in merito all’immediato inserimento nei Giochi della Gioventù di ogni ordine e grado di scuola, del Calcio Femminile.
La questione vincolo veniva lasciata per ultima, anzi, su questa avrebbe dovuto lavorare, per presentare una proposta organica al nuovo Consiglio Direttivo, la Consulta proprio in questi mesi.
Nel Comunicato n. 20 del 13/12/88 infatti, la nomina è stata protratta sino al 1990, ma, secondo amici dirigenti presenti alla riunione il 7/3/89 a Roma, questa Consulta non verrà più convocata.
Al suo posto, un’altra Consulta al cui interno c’è ADDIRITTURA UN PRESIDENTE DI SOCIETÀ CHE È INIBITO FINO AL 31 MARZO 1989 per comportamento non regolamentare ed È DEFERITO ALLA COMMISSIONE DISCIPLINARE IN DATA 11 FEBBRAIO 1989 PER VIOLAZIONE DELL’ART. 1 del Codice di Giustizia sportiva!!! Quanta serietà e com’è importante il Calcio Femminile?
E se le calciatrici, che sono considerate presenze prive della minima importanza, decidessero di dedicarsi al tennis, che farebbero le Società, manderebbero in campo chi? Esisterebbero? Le calciatrici hanno la loro rappresentanza e il dr. Giulivi, negli incontri che abbiamo avuto con lui, ha mostrato di considerarla. Che accade dunque in realtà?
Noi restiamo convinte che, per risolvere dei problemi, bisogna prima conoscerli bene e quindi in TUTTI i loro aspetti e da tutte le angolature. Se la partecipazione e la visione dei problemi delle calciatrici non interessano, vuoi dire che cambieremo, semplicemente, i termini di partecipazione.

MA QUESTO PIACE ALLE SOCIETÀ???

Nella Lega Dilettanti ci sono 11.000 Società maschili, 300 circa Società Femminili, 800.000 calciatori dilettanti (su un totale di 1.700.000 circa), 8.000 calciatrici. In sede di considerazioni e di importanza, quanto valgono i voti di 300 Società?  il 300 nel mille ci sta 3 volte, con l’avanzo di cento...
Che posto c’è, nelle attuali Carte Federali, per il femminile infatti?
Dal Regolamento della Lega Nazionale Dilettanti:
Art. 7: partecipano all’Assemblea della Lega Dilettanti i Delegati delle Società, dove un Delegato può rappresentare anche 10 Società per il femminile, quindi bastano 30 Delegati e tutto il femminile è rappresentato (73 i delegati potranno essere per il solo lnterregionale).
Art. 10: al Consiglio Direttivo partecipa il Presidente del Comitato Calcio Femminile.
Gli articoli 16 e 17 parlano poi della struttura della Divisione Calcio Femminile, poi l’art. 25 dice, a proposito dei Cam-
pionati:
- Div, Calcio Femminile: Campionato Nazionale e Campionati Regionali.
(Dove, secondo noi, si potrebbe intendere ci si aspettassero indicazioni più chiare in seguito, dato che per i Campionati Dilettanti maschili lo spazio è di tutta la precedente pagina).
Art. 29: i campi di gioco. Per l’attività del calcio femminile, misure minime: m. 45x90 (!).
Spogliatoi: per l’attività del Calcio Femminile gli spogliatoi possono anche essere ubicati all’esterno del recinto di gioco.
Vuoi dire cioè che la serie A del Calcio Femminile NON ha il diritto di pretendere stadi dai Comuni perché le televisioni locali... lo sponsor..., ma che detti Comuni possono rispondere che, secondo il REGOLAMENTO della LND, le Società di A possono giocare nei campetti di oratorio con spogliatoio in canonica...! Promozione della disciplina!?
Noi non crediamo sia il caso di continuare, tutti gli amici dirigenti che per anni hanno lavorato assieme a noi sanno la passione che ci spinge per la nostra attività e certamente condividono le nostre preoccupazioni per un futuro che, se non terrà nel debito conto la nostra specificità e, anche, la particolarità di una FIGC (Industria dello spettacolo), rispetto alle altre Federazioni, ci vedrà per molti anni soccombere.
Anche chi di sport o di altro non sa niente si renderebbe conto che una struttura fisica ed una psicologia diversa hanno bisogno di strutture regolamentari e organizzative fatte su misura e non adattate, prese da un settore maschile dove il dilettante ha LA POSSIBILITÀ di passare ad una Lega Professionista, dove c’è tutto un grosso movimento ed interesse nazionale, dove quelle regole e quella struttura sono state fatte apposta per lui, anche se pure, si ammette che qualcosa va rivisto.
Del resto, la stessa FIGC, in documenti ufficiali del 4.5.86, prevedeva ci fosse un adeguamento del Regolamento FIGC.
Come anche, a proposito di adeguamenti delle attuali strutture Federali, la stessa proposta di Legge Quadro sullo sport del Ministro Carraro, dice, all’art. 17, titolo III, a proposito dello Statuto delle Società che deve “essere ispirato al principio della democrazia interna e che deve garantire la partecipazione di TUTTI gli associati alla vita dell’ente. Il che molto diverso da quel che succede adesso, ma non è diverso da quanto, per noi, era prima.
Ecco dunque perché l’Associazione Calciatrici PROPONE una Lega Calcio Femminile, come è già nel basket e nella pallavolo, dove esiste la Lega Femminile.
Non perché non si riconoscano alla LND buone intenzioni e ottime strutture: ma perché in questa marea il nostro posto, per avere campi ed arbitri, corsi allenatori e contributi, partecipazione e Regolamenti adatti, il nostro posto sarebbe sempre l’ultimo: e che daremmo noi infatti ad un candidato con quei 300 voti rispetto agli 11.000 ?
La Lega vorrebbe dire avere il Presidente che siede non nel Consiglio della LND, ma direttamente nel Consiglio Federale FIGC, vorrebbe dire struttura organizzativa propria, bilancio proprio, vorrebbe dire attività organizzativa più spedita e fatta
apposta per il femminile. I vantaggi, prima di tutto per le Società stesse, ci paiono fin troppo evidenti.

M.G.Quarti



 
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