Da CalcioAtlete del novembre 1988 - Quarta pagina


A VOI LA PAROLA...

Caro,

     CARO

Don Angelo,

Donna, l’altra meta del cielo il sesso debole, l’angelo del focolare, quante parole, quanti libri, canzoni sono state scritte su dite, quanti poeti hai ispirato, a tuttoggi si parla dite continuamente, i partiti politici hanno capito che occorre rinnovare un po’ e ti chiamano nei propri organici, le reti Rai, anche la più retrograda, fanno debuttare, ai vari tg, le più preparate giornaliste, sui giornali si nota sempre più frequentemente la firma di una donna sotto testate e servizi famosi, in ogni campo sembrano esserci più riconoscimenti per la donna, per il suo lavoro e per la sua professionalità e anche molte più società imprenditoriali si affidano alle mani di una donna per sviluppare di più la loro attività.
        Eppure, alle soglie del 2000, c’è ancora qualcuno che non crede alla capacità del sesso debole, le vuole ancora angeli del focolare a tirare su una decina di pargoletti, a fare la calza tutti i giorni, mi riferisco a quel «caro» parroco di Reggio Emilia che ha vietato un torneo di calcio femminile nella sua parrocchia perchè «questo sport è in contrasto con l’immagine della donna; solo una forma di esibizionismo». Infatti, secondo Don Angelo, le ragazze che giocano al calcio alimentano commenti volgari da parte dei ragazzi che sono al bordo del campo.
Certo. Don Angelo, è giusto ho dei ragazzi «appellino con delle frasi sconce e volgari» delle ragazze che hanno scelto di giocare a calcio! Perchè non educarli ad un portamento più sano questi bulletti di provincia che, altrimenti, divenuti adulti, si sentiranno in diritto di abusare come quando vogliono di tutte le ragazze?
Lo sport fine a se stesso, è allegria, gioia di stare insieme, di giocare e di divertirsi insieme ad altri coetanei.
        Mi creda Don Angelo, le ragazze che hanno scelto di fare sport, e in questo caso di giocare al pallone, si sanno far valere anche fuori del campo, sanno rispondere a tono a chi le insulta e sanno con la loro professionalità di sportive educare i più barbari tifosi! Le aiuti, invece di criticarle.

Maria Grazia Quarti

LETTERA APERTA ALLE ASSOCIATE

        A giugno alla prossima Assemblea Generale, voteremo per il rinnovo dell’attuale Consiglio Direttivo: da questo, usciranno poi i nomi di Presidente, Vice Presidente, Segretaria... E usciranno le indicazioni, da parte delle associate, sul che cosa il Direttivo dovrà fare perchè, è certo, non potrà fare nulla di diverso da ciò che le associate decidono. Far parte di questo Direttivo, che lavorerà per un’organizzazione che sta diventando sempre più grande, che ha assunto un ruolo da protagonista
nel panorama dello sport nazionale femminile, non sarà per nulla cosa leggera. Nè esserne la Presidente. Ed io, che per ora lo sono, mi sto chiedendo che sarà nei tre anni prossimi che decideremo, insieme, alla prossima Assemblea?
Non è una domanda fasulla ed è il caso che, sin da ora, facciamo una riflessione attenta, tutte, sul nostro ruolo all’interno dello sport che pratichiamo: una calciatrice da sola, ha poca possibilità per di cambiare le cose, tante, insieme, con una organizzazione di cui sono proprietarie, possono fare molto.
Lo sottolineo: di cui siamo proprietarie. L’AIGC è nostra e noi solo decidiamo, democraticamente, cosa vogliamo farne.
         Bene, che decideremo? Continueremo la collaborazione con il Comitato, decideremo che questa linea è la più produttiva per il movimento o prevarrà la tesi di dare una svolta di rottura? Decideremo e sceglieremo allora chi, per noi, farà la nostra volontà, Allora, riflettete sia d’ora, riflettiamo su ciò che vogliamo e pensiamo si debba fare, riflettiamo su ciò che
vogliamo e pensiamo si debba fare, riflettiamo se dare o meno il nostro nome per il triennio che si preannuncia: pensiamoci seriamente poiché l’appuntamento di giugno dovrà vederci approvare o modificare un progetto che terrà ben presente la calciatrice quale atleta in una Federazione, esattamente come le atlete del basket e della pallavolo, ma, a differenza di queste, non in una Lega, ma in un Comitato, con i problemi che questo comporta.

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